Milano Centro Storico. Pochi giorni fa i ponteggi che per mesi hanno coperto la facciata del Teatro alla Scala, sono stati rimossi, rivelando piccoli particolari della facciata restaurata, giusto per essere pronta per la Prima di Sant’Ambrogio. In particolare avevamo visto il timpano che sovrasta la facciata, con il bassorilievo del “Carro di Apollo” progettato da Giuseppe Piermarini, stagliarsi su uno sfondo celeste sicuramente inedito. Colore che ritroviamo ora anche nei fregi dei festoni posti tra le colonne e il cornicione tra il primo e il secondo piano.
Ora i ponteggi dalla facciata sono stati rimossi completamente (mancano i lati che probabilmente rimarranno ancora per un po’.
L’intervento è stato finanziato dal Comune di Milano, ed è stato realizzato a vent’anni dall’ultimo intervento.
L’intervento, iniziato lo scorso febbraio, ha riguardato la pulizia, il consolidamento e la protezione delle superfici. Sono stati recuperati gli stucchi rosati, gli intonaci, e i materiali lapidei come la pietra di Viggiù e di Saltrio. Le operazioni hanno eliminato i depositi causati dall’inquinamento e dalla patina ferrosa della linea tranviaria vicina, restituendo splendore agli elementi architettonici. Il restauro, supervisionato dalla Direzione tecnica e dalla Sovrintendenza, proseguirà nei prossimi mesi sulle altre facciate monumentali.
La facciata si distingue per il suo aspetto iconico, modello per numerosi teatri ottocenteschi. La struttura segue proporzioni rigorose, con un’altezza pari alla metà della larghezza, e si articola in una tripartizione verticale, con il settore centrale sporgente rispetto alle ali laterali, e orizzontale, grazie ai tre ordini sovrapposti.
I due ordini superiori, arricchiti da colonne, paraste, ampie finestre e timpani, contrastano con il pianterreno più austero. Quest’ultimo, rivestito in granito rosa-grigio di Baveno e lavorato a bugnato, presenta archi a tutto sesto sostenuti da robusti pilastri, evocando solidità e tradizione rinascimentale. Innovativo è il portico per le carrozze, che permetteva agli spettatori di scendere senza esporsi alle intemperie, soluzione ideale per la stagione invernale degli spettacoli.
Le trabeazioni evidenziano lo sviluppo orizzontale e distinguono i tre ordini, accompagnati da una cromia che varia dai toni scuri del bugnato al pianterreno a quelli chiari degli intonaci superiori. Il piano nobile, il più elegante, alterna grandi porte-finestre timpanate a coppie di colonne corinzie con festoni a stucco.
La facciata culmina nel grande timpano centrale, decorato con il bassorilievo mitologico del Carro del Sole inseguito dalla Notte di Giuseppe Franchi. Sopra l’attico, semplice e privo di decorazioni, si sviluppa una balaustra ornata da vasi fiammati, che aggiunge grazia e monumentalità.
Il timpano della facciata, inizialmente non progettato da Piermarini e fatto aggiungere dai palchettisti nel progetto d’appalto firmato il 14 settembre 1776, è diventato con un fondo celeste pallido. Dopo 240 giorni di interventi di pulitura e consolidamento sono apparse le cromie di un tempo.
Il bassorilievo del cosiddetto Carro di Apollo, che ora emerge su un grazioso azzurrino, fu progettato dal professore di Brera Giuseppe Franchi (il modellino è conservato al museo teatrale alla Scala) e realizzato dal decoratore Giocondo Albertolli, che lo modificò. Pare non ci siano documenti che confermino il colore di sfondo al bassorilievo, a questo punto attendiamo il resoconto finale del restauro che illustrerà come i restauratori siano giunti a questa cromia.
Architetti e artisti che hanno contribuito alla storica struttura: Giuseppe Piermarini, progetto; Luigi Canonica, rifacimento palcoscenico, ampliamento ala sinistra; Innocente Domenico Giusti, ampliamento annessi del teatro; Giacomo Tazzini, progetto rifacimento facciate e costruzione ala sx; Agostino Nazari, rifacimento ridotto; Cesare Albertini, consolidamento strutturale e rifacimenti interni; Luigi Secchi, rifacimento palcoscenico; Nicola Benois, rifacimento palcoscenico; Mario Botta, ristrutturazione e ampliamento
- Referenze immagini: Andrea Cherchi, Roberto Arsuffi
- Centro Storico, Milano, Palazzo Marino, Restauro, Piazza della Scala, Teatro alla Scala, Scala di Milano