Milano | Mobilità – Metropolitana: il periodo nero per le scale mobili

Milano, mobilità.

Sempre più cittadini milanesi stanno manifestando il proprio malcontento nei confronti della gestione del trasporto pubblico da parte di ATM. Le frequenti riduzioni di corse — dovute soprattutto alla carenza di conducenti —, gli scioperi che sembrano essere diventati un appuntamento fisso e i continui disagi stanno mettendo a dura prova la pazienza di chi ogni giorno si affida ai mezzi per spostarsi in città. A peggiorare ulteriormente la situazione, si aggiungono i numerosi cantieri aperti nel centro, che complicano i tragitti con deviazioni e cambi obbligati di linea.

Parallelamente, ATM ha avviato alcuni lavori per l’installazione di nuovi ascensori nei mezzanini che ne sono ancora sprovvisti, nonché per la manutenzione di quelli esistenti, ormai obsoleti. Tuttavia, un’altra criticità incide sulla quotidianità degli utenti: le scale mobili. Troppe risultano fuori servizio, molte da mesi, rendendo gli spostamenti un’impresa per persone con disabilità, anziani o genitori con bambini piccoli.

Da Palazzo Marino si continua a promuovere l’idea di una “mobilità dolce” e di una città inclusiva, dove i mezzi pubblici dovrebbero rappresentare la spina dorsale degli spostamenti urbani. Eppure, la realtà sembra andare in direzione opposta: infrastrutture mal funzionanti scoraggiano l’uso del trasporto pubblico, invece di incentivarlo.

E allora ci si chiede: qual è il problema? Come mai tutti questi disservizi, proprio adesso? Al momento non emergono motivazioni chiaramente valide.

Potrebbero mancare le risorse, ma negli ultimi anni il costo del biglietto è aumentato di oltre il 120% — anche se è pur vero che biglietti e abbonamenti coprono solo una piccola percentuale delle spese, come avviene normalmente nei sistemi di trasporto pubblico. ATM, inoltre, vanta un bilancio superiore al miliardo di euro, conta migliaia di dipendenti e coltiva l’ambizione di gestire le reti metropolitane di capitali europee come Parigi e Copenaghen.

Forse l’amministrazione comunale ha dato priorità ad altri aspetti, come le piste ciclabili, le aree a traffico limitato e la sostenibilità ambientale. Ma resta il paradosso: come si può davvero ridurre il traffico e incentivare una mobilità più verde senza un trasporto pubblico efficiente, accessibile e privo di barriere architettoniche?

Nel frattempo, molte stazioni continuano a rappresentare un ostacolo per gli utenti, specie lungo la linea M3 (gialla), dove la profondità di alcune banchine è particolarmente elevata. Lo stesso vale per le nuove stazioni della linea blu, che si trovano anche a una trentina di metri sottoterra.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi
  • Milano, Trasporti, mobilità, metropolitana, matro’, degrado

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16 commenti su “Milano | Mobilità – Metropolitana: il periodo nero per le scale mobili”

  1. Finalmente si parla di questo problema. Ci sono scale mobili ferme da 6 mesi (vedasi Ca Grande M5 in risalita dalla banchina verso Bignami). Anche le stazioni del centro non fanno eccezione.

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  2. Da utente disabile, il disastro delle ascensori è gravissimo abbiamo sulla m1 e m3 più di metà degli impianti fuori uso. A detta del personale è a causa di lavori di manutenzione straordinaria pre olimpiadi e poi di lungaggine burocratiche dovute al collaudo

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  3. esatto, la situazione della m4 è imbarazzante. Stazione di Sant’ambrogio spesso 2 scale mobili bloccate a scendere. Inspiegabile

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  4. a rho fiera è una settimana che sono rotte le scale e l’ascensore per uscire su piazza costellazione… RFI ha creato un’azienda apposta per seguire le grandi stazioni ma evidentemente l’ha creata per nulla.

    nel frattempo se sei in sedia a rotelle a rho fiera non ci entri/esci

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  5. Mettere gli ascensori è sacrosanto. Ma quanto ci vuole per montarli?

    MM2 Sant’agostino cantiere aperto quasi un anno fa ancora in alto mare

    MM4 lato pusterla ancora non si è fatto nulla per l’ascensore oltretutto ubicata in una posizione pessima.
    Com’è possibile

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  6. “per quale motivo le scale mobili della Linea 4, appena entrata in funzione, sono spesso fuori uso?”
    “Mettere gli ascensori è sacrosanto. Ma quanto ci vuole per montarli?”
    Signori il problema di questo Paese (ma non solo..) è che manca la manodopera specializzata, per fare questo tipo di lavori, servono persone che vadano sul posto sapendo bene come funziona l’apparato e ci mettano mano (sporcandosela..) la gente non vuole più fare questi lavori, preferisce essere influencer, lavorare nel mondo della comunicazione. aggiungiamo che le aziende, non pagano il dovuto a questi lavoratori, preferiscono dare soldi a chi commenta, fa social.. Questo è il rsultato, ci aspettano tempi bui, ma ben commentati

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  7. La domanda vera è: ma possibile che ‘ste scale mobili si rompano ogni due-tre?
    Giustamente, nell’articolo è stata menzionata la M4.
    Posso confermare: sulla M4, ogni tre settimane c’è sempre una scala mobile bloccata per riparazioni.
    Anche alla stazione Dateo, quando fu inaugurata, c’erano già alcune scale mobili bloccate.
    Quanto alle ascensori, sono sacrosante ma andrebbero migliorate.
    Quelle della M4 ci stanno un secolo ad aprirsi (vedi a San Babila o Sant’Ambrogio) e quando premi il pulsante per chiamare l’ascensore, devi schiacciarlo di nuovo perché la luce si spegne.
    Ed è una perdita di tempo incredibile.
    Ciliegina sulla torta, i tornelli.
    Questi ultimi sono una scocciatura: passi il biglietto o l’abbonamento, ma il tornello ci mette due ore ad aprirsi, mi succede spesso, anche ieri pomeriggio poco prima delle 14, in San Babila ma sulla linea M4.
    Quindi, questi spunti di riflessione che lascio a voi di Urbanfile confermano quanto dite voi, sul fatto che i soldi pubblici andrebbero spesi soprattutto per migliorare il trasporto pubblico e, aggiungo io, per aumentare la sicurezza sui trasporti pubblici, sulla strade, eccetera.
    Per le stazioni dei treni, vale lo stesso discorso sia sull’aumento della sicurezza che sull’aumento dell’efficienza.
    È inaccettabile che in Europa abbiamo stazioni e ferrovie scadenti, quando in Giappone hanno i treni superveloci e hanno pure la barriera che separa la linea gialla dal binario.
    L’idea che mi sono fatto io è che chi ha i soldi (lo Stato) dovrebbe investirli come si deve.
    So che qualcuno mi dirà “Grazie dell’ovvietà”, ma dall’operato dello Stato Italiano non mi sembra che sia così ovvio.

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  8. M5 San Siro Ippodromo (ma vale per quasi tutte le stazioni della M5):
    6 scale mobili chiuse
    2 ascensori chiusi
    da settimane.
    Nessuna informazione.
    Nessuna previsione di risoluzione dei problemi.

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