Milano | Urbanistica – Radical Flows: ripensare lo spazio urbano partendo dalle università

In un momento di crisi per l’edilizia tradizionale, a Milano nasce Radical Flows, un nuovo movimento di architetti e attivisti – tra cui Mario Cucinella, Carlo Ratti e Alfonso Femia – che punta a ripensare lo spazio pubblico con un approccio partecipativo e sistemico. L’iniziativa sarà presentata all’Ordine degli Architetti lunedì prossimo, e coinvolge università, cittadini, ricercatori e studenti per guidare l’amministrazione verso una città più verde, sicura e vivibile.

Quartieri universitari come laboratori urbani

L’obiettivo non è calare progetti dall’alto, ma “ricucire” il tessuto urbano, valorizzando connessioni esistenti e potenzialità inespresse. Al centro ci sono gli studenti – oltre 200 mila, di cui il 40% fuorisede – e sette aree universitarie che diventeranno poli di sperimentazione: i campus verranno aperti fisicamente alla città, diventando spazi condivisi.

Il progetto è già stato accolto positivamente dai principali atenei milanesi (Statale, Bocconi, Naba Nuova Accademia di Belle Arti, Iulm) e prevede laboratori a partire da quest’estate, in linea con il nuovo Piano di Governo del Territorio e il suo Atlante dei Quartieri.

Nuove connessioni urbane

Un esempio concreto è l’area tra i Navigli, Porta Lodovica e il Villaggio Olimpico, dove sta sorgendo il più grande studentato d’Italia. Il collegamento ideale tra atenei e parchi della zona potrebbe seguire l’asse Tabacchi-Sarfatti-Bellezza-Giulio Romano-Crema, attualmente dominato da strade sovradimensionate e traffico veicolare. Qui Radical Flows propone una reinterpretazione urbana, evoluzione delle “piazze tattiche” già sperimentate a Milano.

Le altre sei aree strategiche includono:

  • Guastalla–Porta Vittoria (dalla Statale alla futura Beic)
  • Sant’Ambrogio–Porta Vercellina (dalla Cattolica a piazza Napoli e a piazza Po)
  • Bovisa–Farini (dal Monumentale al Politecnico)
  • Greco–Pirelli (attorno alla Bicocca e allo scalo ferroviario in via di rigenerazione)
  • Expo–Mind (dalla Bovisa a Quarto Oggiaro fino ai terreni Mind a Roserio)

Ispirazioni europee, approccio locale

Il progetto trae ispirazione da città come Parigi, Barcellona e Rotterdam. «Milano ha tutte le potenzialità per cambiare pelle», spiega Sara Banti al Corriere della Sera, fondatrice di Radical Flows. Secondo Nicola Russi (Laboratorio Permanente), la forza dell’iniziativa sta nel creare una massa critica capace di incidere quotidianamente, non solo in occasione di grandi opere.

Andrea Boschetti (Metrogramma) sottolinea il valore della coprogettazione e dell’uso temporaneo degli spazi, mentre il prof. Ruben Baiocco (Statale) parla di una necessaria “ricostruzione della conoscenza dei luoghi”, in collaborazione tra cittadini, studenti e progettisti. «A volte bastano piccoli interventi per cambiare un’intera percezione urbana».

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Googlemap
  • Università, architetti, Radical Flows, Ordine Architetti, Urbanistica, Bocconi, Statale, Iulm, Politecnico,
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

4 commenti su “Milano | Urbanistica – Radical Flows: ripensare lo spazio urbano partendo dalle università”

  1. Super architetti coaudiuvati da amministratori che di urbanistica vera non ci capiscono una beata cippa!!
    Citta’ in verticale,recupero serio degli scali ferrovuari come ricucitura piantumazione dei famosi 3 milioni di alberi( mi accontenterei di un quinto!) e sviluppo di aree dismesse fatto con criterio! Queste sono le vere priorita’! Tutto il resto cari tutti son solo putt…nate!!!!

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  2. …e aggiungo al post di prima che un’altra cosa fondamentale sarebbe la creazione di nuove arterie in punti strategici della citta’ sia in ingresso che non…oltre ovviamente a portare tutte le linee di metropolitana all’esterno delle tangenziali( con costi non esagerati potendole fare in alcuni casi in esterna!)!
    Un esempio su tutti Ingresso Paullese in citta’ annullato, a mio avviso grandissima fesseria! Ma si possono fare svariati esempi nemmeno lontanamente presi in considerazione.
    La famosa Gronda nord che forse era il miglior progetto degli ultimi 50 anni..sparita!
    Riaoertura dei navigli perlomeno fino Melchiorre Gioia abbellendo la citta’ e rendendola piu’ accattivante anche x i turisti!
    Una sorta di Gronda sud ai confini con il parco sud insomma studiata x non rompere i mar..ni ai famosi vincoli che piu’ che vincoli risultano vere e proprie strozzature al progresso e al miglioramento della citta’ stessa!
    Aaa ma non ci sono i soldi…peccato che tutte le citta’ Europee e non solo vanno avanti ( Ne cito solo alcune…Barcellona, Madrid, Londra, Parigi,e molte altre…).
    Si fanno sottopassi, ponti, metro che arrivano fino fuori citta’, e poi soprattutto si costruisce in altezza( cosa veramente ovvia onde evitare di consumare suolo,ma noi no, non va bene in altezza!).
    Ma tutto cio’ nel paese delle banane chiamato Italia purtroppo e’ utopia, mentre all’estero e’ pura realta’!!!
    Un saluto a chi ci amministra e agli pseudo architetti urbanisti da du soldi che piu’ che progetti fatti di tante filosofie e parole belle ma di misera utilita’ per i reali bisogni della citta’ stessa, non sanno fare!

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  3. C’è un detto secondo cui quando uno sbaglia e le cose non funzionano, tende a ripetere gli stessi errori, ma più forte. Sono anni che si parla di “microinterventi capaci di cambiare la città” e invece sono i grandi numeri (il traffico, le case a prezzo onesto, le attività economiche, le periferie ecc ecc) a non funzionare. E cosa si fa? Microinterventi alla Guastalla e in piazza Sant’ Ambrogio. Davvero non c’ è peggiore sordo di chi non vuol sentire…

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