Milano | Bovisa – Presentato il progetto di riqualificazione della Goccia

In questi giorni è stato presentato il progetto di riqualificazione del Quartiere della “Goccia” in Bovisa del Politecnico. Tra le novità un grande parco.

L’ateneo ha presentato mercoledì scorso in Commissione Urbanistica il suo progetto per l’ampliamento del Campus Bovisa. Sarà un grande parco scientifico -tecnologico, soprattutto un grande parco, che ruoterà attorno ai due gasometri recuperati (uno destinato ad ospitare lo «Smart city innovation hub», l’altro la «Fabbrica dello sport»).

Il piano di riqualificazione appena presentato prevede:

  • un’area verde pubblica di circa 40 mila metri quadrati che circonda i gasometri;
  • nuove residenze universitarie;
  • un edificio sperimentale a zero emissioni per il dipartimento di Energia;
  • smart city innovation hub;
  • la fabbrica dello sport con quattro piani dedicati a diverse discipline sportive.

I lavori dovrebbero cominciare tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 così da terminare nel corso del prossimo anno.

I principali proprietari del futuro parco saranno il Comune e il Politecnico di Milano ed è proprio questa collaborazione che permetterà la realizzazione della nuova area verde. Verrà così posto un altro tassello che permetterà la riqualifica della zona Bovisa-Goccia (Municipio 9)

Il Piano di Governo del Territorio (PGT), se verrà approvato il progetto, prevedrà quindi l’ampliamento del campus con la creazione di un polo scientifico e tecnologico d’eccellenza e (come citato prima) la riqualifica/bonifica del parco. Parco che già oggi vanta oltre 420.000mq e oltre 2000 piante.

L’obiettivo sarà quindi quello di valorizzare una ex-zona industriale dismessa e abbandonata da anni per trasformarla in un nuovo polmone verde a beneficio dei cittadini e della Città. Il PGT prevede, in sostanza, lo sviluppo dell’area legato a una Grande Funzione Urbana, la realizzazione di un parco di almeno il 50% della superficie totale e la riduzione dell’indice di edificabilità allo 0,35 mq/mq per funzioni legate all’università (direzionali, produttive, finalizzate alla creazione di un parco scientifico-tecnologico, residenze universitarie).

Dopo una prima approvazione, il nuovo edificio già nominato “la Piramide” il cui nome ufficiale è Deng, che sarà il nuovo polo del dipartimento di Energia, è passato dal setaccio della commissione paesaggio a stento, facendo storcere il naso a qualche consigliere. Un palazzo dalle tecnologie avanzate e a “zero emissioni”, alto una ventina di metri e rivestito da pannelli solari. Come hanno raccontato le slide della presentazione: L’edificio rappresenta un’occasione di stimolo progettuale avanzato e l’espressione di una cultura tecnologica ed ambientale, sostenibile anche sotto l’aspetto tecnico ed economico.

Nel frattempo vi portiamo a fare un giro nel quartiere della Goccia, dove il Politecnico fa da padrone.

Da decenni la Goccia è una delle più grandi incompiute dell’urbanistica milanese. Prende il nome dalla forma topografica, incastrato tra le ferrovie Nord e dello Stato che disegnano una figura a “goccia”, sviluppatasi tra Villapizzone e la Bovisa.

Ex area industriale, transennata nel 1994 e oggetto di ripetuti tentativi di riqualificazione puntualmente falliti.

Lo sviluppo dell’area parte dopo l’arrivo delle ferrovie nella seconda metà dell’800 e con l’insediamento, nel 1882, dello stabilimento Candiani che produce acido solforico. Nel 1908 Union de Gaz costruisce i celebri gasometri che ancora oggi costituiscono l’emblema della Goccia e dove veniva prodotto gas metano per tutta la città. Con gli anni si susseguono diverse proprietà tra cui Smeriglio, Montedison, Ceretti & Tanfani. Alla fine degli anni ’60 i primi segnali di una crisi che procede irreversibile, tant’è che quando nel 1994 si mettono i sigilli l’attività è già ferma da tempo e si ragiona su come riutilizzare gli spazi.

Il Politecnico presenta nel 1996 il suo primo progetto per un nuovo polo nel Nordovest: le intenzioni sono serie confermate dall’acquisto di un lotto della Goccia nel 2000, affiancandosi così a Aem che aveva rilevato i terreni dismessi. Il Comune assume la regia e promuove nel 1997 il primo accordo di programma con Aem e Politecnico che redige un bando di gara per la bonifica dell’area inquinata da un secolo di industrie della chimica. Dopo tre anni si rinuncia per via dei costi: è il primo tentativo che fallisce il bersaglio.

Nel 2002 il Comune affida a MM la bonifica grazie anche ai 12 milioni ottenuti dalla vendita dei lotti al Politecnico ma ancora il progetto si ferma prima di iniziare per le proteste del quartiere contrario allo sviluppo edilizio. Arriviamo all’amministrazione Moratti che ci riprova con un progetto che prevede un mix di edilizia, polo universitario e verde. La palla passa al successivo sindaco, Pisapia, che a sua volta ci riprova. I bastoni tra le ruote le mette questa volta il neonato (2012) Comitato la Goccia, che elabora un piano alternativo a quello di Palazzo Marino, bloccando di fatto ogni progetto.

Nel 2015 il Comune affida sempre a MM i lavori per la bonifica del primo lotto A1: subito il Comitato promuove il ricorso al Consiglio di Stato che nel luglio del 2016 ferma i lavori. Secondo i residenti la bonifica è troppo invasiva e comporta due rischi: danneggerebbe il verde in modo tale da rendere poi il terreno edificabile. Con oltre 2.000 alberi, è la loro tesi, si deve procedere con un risanamento soft che salvaguardi la natura.

Ed eccoci all’ultima proposta da parte del Politecnico, sperando sia la volta buona.

Qui di seguito la parte meridionale della Goccia, nei pressi della stazione Bovisa. Via Privata Paolo Mariani, Via Mario Negri e Via Privata Giuseppe La Masa.

Gli edifici del Politecnico di Milano – Edificio BL.27 e Dipartimento di Energia. Biblioteca delle Ingegnerie e l’area pedonale.

L’enorme spiazzo del parcheggio in via Raffaele Lambruschini, che potrebbe essere alberato almeno.

Dirigendoci verso la “foresta” posta a Nord della Goccia, ci imbattiamo anche nel degrado. La Via Privata Stefano Siccoli che costeggia la ferrovia ci porta alle case al civico 35 che chiudono la via, mentre alla rotonda imbocchiamo la via che si unisce a via degli Alianti, chiusa da diversi mesi per lavori. La via scorre sotto i due ex gasometri.

La “piazzetta del borgo che potrebbe essere più bella, presenta una rotonda in pietrucce al centro dell’incrocio tra le vie Giampietrino, Lambruschini e Codigoro. Qui si affacciano palazzine del primo Novecento con qualche negozio. Qui arriva anche il “traffico” da Villapizzone attraverso il sottopasso di via degli Alianti.

Mentre in Via Marco Pacuvio troviamo l’altra stazione ferroviaria del quartiere, quella di Villapizzone. La via si unisce a via Negrotto attraverso un tunnel sotto la ferrovia e a Quarto Oggiaro attraverso l’altro tunnel di Via Castellammare e via Porretta.

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7 commenti su “Milano | Bovisa – Presentato il progetto di riqualificazione della Goccia”

    • Certo, uno sforzo in più potevano farlo con il verde pubblico. Solo che alla fine il comune ci vuole anche guadagnare dei soldi. E rispondono che con quello che guadagnano con l’edilizia urbana pagano i lavori del verde. mmmm…
      Comunque oggi sono 420.000mq NON accessibili, quindi sono di fatto 0mq.

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