Milano | Casoretto/Turro – Riqualificazione di via Padova: fine novembre 2024

Milano Casoretto, Turro e Rottole. Aggiornamento fotografico dal cantiere apparentemente infinito per la riqualificazione e sistemazione stradale di via Padova.

Va ricordato che Via Padova è una lunghissima via che attraversa diversi quartieri e distretti di Milano. Comincia il suo lungo percorso da Loreto e dal suo piazzale, prosegue attraversando NoLo, la zona del Trotter, il CasorettoTurro e Rottole, Cimiano, Crescenzago, terminando a Cascina Gobba praticamente, costeggiando, nell’ultimo tratto, anche il canale della Martesana e sconfinando quasi nel Comune di Vimodrone.

La lunga via risulta spesso un pianeta a parte. Sovente è riferita come quartiere particolare e difficile, sopratutto nella parte iniziale, dove troviamo una popolazione per la maggior parte composta da immigrati dal Sudamerica, dall’Asia e dal Magreb, che creano un piccolo mondo a sé stante, un mix che vive però nel degrado e disagio più profondo a due passi da piazzale Loreto.

Il tratto interessato dall’intervento va da via Giacosa sino a Via Leonardo Cambini, davanti alla chiesa di San Giovanni Crisostomo

Come ribadiamo ogni volta, coi soldi che hanno speso per rivestire la pavimentazione in pietra in alcuni tratti, forse avrebbero riqualificato l’intera lunghezza della via. Per giunta, come si vede dalle immagini e come succede in via Giambellino (dove il problema è lo stesso), molti tratti sono già insudiciati dalle attività presenti nella via.

Questa volta partiamo proprio dall’area attorno alla chiesa di San Giovanni Crisostomo e via Cambini. Finalmente la chiesa costruita nel 1966 su progetto dell’architetto Giampaolo Bettoni, avrà una piazza decente e non più un brutto parcheggio.

Intanto proseguono i lavori anche sul lato opposto, dove si trova l’incrocio con via Cavezzali.

Scendendo verso via Chavez, l’aiuola è stata “addobbata” come si usa ormai ovunque… avessero seminato erba e piantato due alberelli sarebbe stato meglio e più gestibile, ma ormai mi ripeto e non cambia nulla. Voglio vedere quest’aiuola tra pochi mesi. Ricordo che in questo tratto sono stati posizionati già da qualche mese, anche i grandi vasi per ospitare le alberature.

Altra nota “folcloristica” i nuovi marciapiedi a raso sono ormai un perfetto parcheggio selvaggio… chissà se risolveranno questo scempio.

Area via Padova interessata all’intervento: E6-F5-G4

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Comune di Milano
  • Riqualificazione, Via Padova, Loreto, Casoretto, Turro, Cimiano, Crescenzago, Cascina Gobba, Arredo Urbano, Parcheggi, Street art, Via Rovereto, Parco Trotter, Rottole
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

10 commenti su “Milano | Casoretto/Turro – Riqualificazione di via Padova: fine novembre 2024”

  1. Forse se facessero più parcheggi la gente non parcheggerebbe in maniera maleducata.
    Ma purtroppo il sindaco e la giunta che abbiamo è questa.

    Rispondi
    • 300.000 parcheggi su strada, altri 105.000 in struttura (di cui 38.000 in parcheggi pubblici e 39.000 in parcheggi privati aperti al pubblico) e 200.000 pertinenziali.
      Aggiungi circa 64.000 parcheggi irregolari (Via Libera).

      Questo vuol dire 22 parcheggi/100 abitanti il triplo di Parigi e Barcellona. Eh ma Parigi e Barcellona hanno mezzi pubblici molto migliori e meno macchine! È proprio QUESTO il punto.

      Comunque consiglio caldamente di andare a leggere il report Via Libera di saichepuoi, che approfondisce la questione della sosta irregolare attraverso i dati. È molto interessante e fatto benissimo.

      Rispondi
  2. Io abito lì. E’ pur vero che ci lamentiamo sempre perché le periferie sono lasciate a sé stesse e siamo contenti che si cerchi di migliorare il decoro della via. Tuttavia i lavori svolti ed i materiali impiegati, sono uno spreco per il contesto di via Padova. Il problema è più sociale che di finitura dei marciapiedi: da piazzale Loreto al ponte della ferrovia è una casba di palazzi mezzi fatiscenti e extracomunitari, mi si consenta l’espressione che non vuole essere denigratoria, ma provocatoria, con “poco valore aggiunto”. Dal ponte verso periferia le cose vanno un po’ meglio. Le fioriere stile fossa biologica fuori terra già adesso sono cestini per rifiuti e accetto scommesse che le piante che ancora non ci sono seccheranno tutte nel giro di poco. Si sarebbero potuti usare materiali di qualità eppure meno pregiati, che in quel contesto poco ci “azzeccano” e sono perfino disarmonici e procedere ad un recupero e “restiling” della via più adeguato; il budget avrebbe consentito di estendere l’area di intervento.

    Rispondi
  3. “avessero seminato erba e piantato due alberelli sarebbe stato meglio e più gestibile” no Roberto, lo sai pure tu cosa succede dopo un paio d’anni. non mentire pure a te stesso

    Rispondi
  4. E nel frattempo in via Pontano, i geni dell’urbanistica tattica chiudono il sottopassaggio di via Merano per metterci una pista da skate per criceti, complicando la circolazione verso via Giacosa e congestionando ancora di più il passaggio, visto che nel sottopasso successivo vige il parcheggio selvaggio. Poi voglio vedere chi ci andrà a fare skate in quel buco.

    Rispondi
  5. Avremmo potuto spendere meglio i soldi destinati al restyling o al progetto “Champs-Élysées” di Milano ( mi trattengo). Forse i capienti barattoli bianchi porta arbusti faranno sì che non si abbandoneranno più i materassi lerci o materiali vari sui marciapiedi? Basta passare sotto il tunnel/ spazio artistico per capire che le migliori intenzioni non necessariamente si realizzano.
    Servirebbe una campagna intensa di informazione e di educazione al rispetto degli spazi comuni. I mezzi di comunicazione non mancano. Manifesti in varie lingue, striscioni, interventi con automobili con altoparlanti con nastri registrati in tante lingue, volantini in italiano e altre lingue da distribuire ai commercianti della via con l’ invito di prendersi cura degli spazi davanti ai loro negozietti e ristoranti. Un invito da parte del Comune ai rappresentanti delle varie comunità (predicatori di ogni religione, consoli, personaggi di spicco,…) a farsi promotori di collaborazione per un miglioramento nelle piccole cose.Un lavoro lungo e complesso, che, a lungo termine, rendere via Padova più decente. Poi potremo, su una base sana, pensare al restyling. Augh!

    Rispondi
  6. Scusa Claudio, ma non posso stare zitto difronte al tuo commento.
    Non centra assolutamente chi ci governa, ma la totale mancanza di civismo dei cittadini di Milano. E’ un gravissimo problema che attanaglia la città e che mina l’immagine internazionale di Milano. Io non mi permetterei mai un comportamento del genere, a sfregio oltrettutto di nuove opere a miglioramento dell’arredo urbano ! Questo è il punto da cui partire. Grazie

    Rispondi
    • Chi ci governa ha scelto sciaguratamente di togliere progressivamente parcheggi, e questo è un dato di fatto.
      La mancanza di civismo di ALCUNI cittadini milanesi è UN ALTRO dato di fatto.

      Rispondi
  7. Non si può sentire che potevano usare materiali peggiori perché stonano con lo schifo che c’era, bisogna dire bravi che lo fanno per migliorare le cose, tra l’altro la via ha palazzi di pregio e non solo casermoni brutti, specialmente in quel tratto, bella anche la nuova piazzetta davanti a chiesa e comune, un passo alla volta si migliora

    Rispondi
    • Nessuno parla e vuole materiali “peggiori” ma più idonei al contesto generale. E’ una questione di armonia.
      Chi progetta interventi urbanistici del genere è un problema che dovrebbe porsi. Non si può pensare che mettere marmi qua e là vada sempre bene solo perché il marmo è un materiale di pregio.

      Rispondi

Lascia un commento