Ormai da qualche settimana sono in corso i lavori per il restauro degli affreschi presenti negli otto grandi spicchi con cui è suddivisa la cupola all’interno del tiburio del Civico Tempio di San Sebastiano, la chiesa rotonda di via Torino.
Il Civico Tempio di San Sebastiano ha status ambiguo: infatti è allo stesso tempo un tempio civile e religioso, e fin dall’inizio della sua storia è conteso tra Chiesa e Stato di Milano: il 15 ottobre 1576, infatti, secondo la più recente lettura dei documenti (Scotti, 2002), il governatore di Milano dell’epoca, marchese di Ayamonte, chiese al vicario di provvisione Giovanni Battista Capra di promuovere un voto per chiedere la fine della peste che tormentava la città da molti mesi.
La grande cupola bisognosa di un bel restauro da anni, finalmente, come si vede, è ora sottoposta ad un intervento di restauro conservativo per i fregi e gli affreschi.
Il Civico tempio di San Sebastiano si può considerare unico a Milano per diversi aspetti.
È l’unica chiesa cittadina a forma perfettamente cilindrica a cupola, dall’invenzione del progettista Pellegrino Tebaldi che forse, nell’immaginare l’edificio, fu condizionato anche dagli spazi ridotti a disposizione. Ed è l’unica chiesa di proprietà dell’Amministrazione comunale, da qui il nome di Civico tempio.
La sua costruzione (o meglio ricostruzione, in quanto in quel luogo già sorgeva la Chiesa di San Sebastiano) nasce come adempimento al voto del 1576 per liberare la città dalla peste.
Il Comune di Milano ha avviato un’indagine di mercato rivolta a operatori in grado di realizzare il recupero e il risanamento delle superfici architettoniche interne della chiesa di via Torino 28.
Gli interventi di restauro e conservazione degli elementi interni del bene storico-monumentale sono stati decisi dall’Area tecnica del Comune dopo un attento lavoro di indagine e osservazione. All’interno della chiesa, infatti, sono presenti intonaci dipinti, decorazioni in foglia d’oro, vetrate. Le vele della volta a cupola ospitano affreschi ottocenteschi.
Negli otto grandi spicchi, i quattro Evangelisti e i quattro Dottori della Chiesa latina (S. Gregorio, S. Ambrogio, 5. Gerolamo, S. Agostino) affrescati da Agostino Comerio (1784 – 1834) , opera continuata in seguito da Lazzaro Pasini. Mentre nel tamburo della cupola sono raffigurati alternativamente immagini di profeti e di sibille che hanno preannunciato l’avvento del Messia.
Nel dettaglio si interverrà per pulire le superfici, consolidare i materiali per evitare distacchi e deterioramento, ripristinare eventuali mancanze materiche o pittoriche.
Tutte le opere hanno ricevuto il via libera della Sovrintendenza.
L’importo delle opere è di circa 800mila euro e per la loro esecuzione serviranno 360 giorni di lavori. L’impresa che opera al restauro è TECNIRECO S.R.L.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
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