Milano | San Siro – Le sculture buttate lì… compreso il Cavallo di Leonardo

Da sempre Milano ha avuto un brutto rapporto con sculture e fontane… fontane sempre o quasi sempre spente come abbiamo detto mille volte, così pare anche per i monumenti scultorei della città. Siamo passati in zona Stadio e come altre volte, abbiamo appurato come il destino di queste sculture sia gettato via in modo triste.

Una di queste è l’Omaggio al Calciatore dello scultore abruzzese Gino Masciarelli, che si trova nel parcheggio dell’Ippodromo e realizzata per i Mondiali 1990. La quale venne spostata lì nel 2007 per via dei lavori di adeguamento e trasformazione dei tornelli per accedere allo stadio e lì vi rimase.

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2016-05-07_Sculture_San_Siro_2 2013-06-23 San Siro scultura 2

Potremmo dire qualcosa anche a riguardo della scultura di Mario Rossello, l’Albero della Solidarietà anch’essa del 1990, anch’essa quasi dimenticata nascosta tra altre piante e vari cartelli.

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Ippodromo_Cavallo_Leonardo_1

Ma ogni volta ci chiediamo quale sia la forza oscura che trattiene il Cavallo di Leonardo a San Siro… bistrattato e dimenticato.

Infatti anche quest’opera meriterebbe migliore collocazione. Il Cavallo di Leonardo Da Vinci, Una ricostruzione che oggi si trova all’interno del cortile dell’ippodromo, della gigantesca scultura equestre che venne commissionata a Leonardo da Lodovico il Moro che la dedicò al padre Francesco Sforza, duca di Milano nel 1482. Il colossale modello in creta venne esposto pubblicamente nel 1493, suscitando l’ammirazione generale. Era infatti “12 braccia alto la cervice” (più di sette metri). A quel punto, tutto era pronto per la realizzazione del monumento, ma le 100 tonnellate di bronzo necessarie non erano più disponibili, essendo state utilizzate per fondere i cannoni utili alla difesa del ducato d’Este dall’invasione dei francesi di Luigi XII.

Con un salto in avanti di cinque secoli, arriviamo al 1977, quando Charles Dent, un americano collezionista d’arte e amante della scultura, si innamora del colossale progetto leonardesco, pensando di poterlo portare a termine.

Infatti, dopo più di quindici anni di impegno, riesce a trovare i fondi: quasi 2,5 milioni di dollari. L’uomo, purtroppo, non riuscirà a vedere realizzato il proprio sogno, poiché morirà nel 1994, prima che l’impresa sia completata.

Il progetto, comunque, è andato avanti fra numerose difficoltà e alla fine la direzione dei lavori è stata affidata alla scultrice Nina Akamu che ha finalmente condotto in porto l’impresa.

Le sette parti in cui il cavallo era stato fuso arrivano nel luglio del 1999 a Milano dove vengono saldate insieme. E dopo diverse discussioni il cavallo viene infine posto nel settembre 1999 all’ingresso dell’ippodromo di San Siro.

È rammaricante sapere che un’opera così imponente e importante sia stata collocata in un luogo così poco accessibile ai turisti. Se la scultura fosse posta in piazza del Cannone, per esempio, attirerebbe di sicuro maggiore interesse e probabilmente sarebbe fotografata tanto quanto il David a Firenze. Perché mai Milano ha voluto quasi nascondere questa statua?

Già in città ci sono poche sculture, sia moderne che antiche, motivo per cui capolavori di questo genere andrebbero valorizzati al massimo e collocati in zone di maggior richiamo turistico.

Qui sotto, a seguire, una serie di fotomontaggi mostrano come potrebbe apparire la grande scultura nella Piazza del Cannone, tra il Castello Sforzesco e il Parco Sempione. Collocata su un lato – per non rovinare il “cannocchiale” che si gode dall’arco della Pace alla torre del Filarete – e magari contornata da una balaustra in pietra. Una location certamente più consona alla grandezza e alla fama internazionale di Leonardo.

 

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2016-05-07_Sculture_San_Siro_Cavallo_2 2016-05-07_Sculture_San_Siro_Cavallo_3 2016-05-07_Sculture_San_Siro_Cavallo_4 Cavallo di Leonardo Da Vinci 2-1

 

Ecco alcuni esempi di come potrebbe apparire il cavallo se collocato in piazza del Cannone al Parco Sempione.

Piazza Del Cannone 1 Piazza Del Cannone 2 Piazza Del Cannone 4 Piazza Del Cannone 4B

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

10 commenti su “Milano | San Siro – Le sculture buttate lì… compreso il Cavallo di Leonardo”

  1. Magari basterebbe allungare le linee della metro rossa e viola per servire (oltre i turisti per portarli a vedere il cavallo di leonardo) tutta la milano ovest che inspiegabilmente è stata abbandonata a sé.
    Il cavallo sta bene dove sta.

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    • cosa intendi per milano ovest?
      perché guardando la cartina di milano, la zona ovest è servita da lilla e un ramo di rossa. in futuro dalla blu.
      se questo lo si chiama abbadono…
      per quanto riguarda il cavallo, dista 600 metri dalla fermata san siro ippodromo.
      la verità oggettiva è che li non ci va nessuno a vederlo.
      e anche dal punto artistico non ha senso che stia li: l’equazione statua di cavallo sta nell’ippodromo non ha senso…mica le statue delle persone stanno negli stadi d’atletica.
      io lo porterei subito al castello, luogo che per mille ragioni dovrebbe essere la sua sede:

      – storia
      – visibilità
      – coerenza artistica

      addirittura io, se possibile, lo vedrei bene anche dentro il chiostro principale.
      se proprio non fosse possibile al castello, mi stuzzica di vederlo davanti alla stazione centrale, a fare contrasto col suo nero imponente al candore della stazione, anch’essa monumentale.
      è vero che anche in centrale non avrebbe un senso artistico, ma lo vedrebbero migliaia di persone al giorno e darebbe il benvenuto ai turisti.

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  2. È un discorso che esula dall’articolo. L’ippodromo e stadio son stati raggiunti dalla metro nel 2015! Gessate lo è da molto di più. L’ospedale San Carlo non è servito dalla metro (così come tutti gli ospedali: crocetta non può servire il policlinico, ca’ granda è troppo lontano al niguarda, l’unica è sant’ambrogio per il piccolo san giuseppe). Baggio, popoloso quartiere, e Muggiano, deserto ma pur sempre Milano e lontanissimo da tutti, non sono serviti dalla metro. Il camping di Milano? L’acquatica? Ma, ripeto, siamo usciti dal discorso sul cavallo: costo dell’operazione? Utilità? C’è bisogno di accentrare tutto o è più facile rendere fruibile ciò che è lontano?
    Portare il cavallo in centro si allinea al pensiero delle varie migrazioni dei bronzi di Riace ora in Sardegna, ora a Milano.

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    • ma assolutamente no: portare il cavallo in centro significa fare del bene a milano e anche alla statua. renderlo visibile.
      tutto porta a spostare il cavallo, meglio se al castello, altro che bronzi di riace in sardegna!
      il castello è il luogo dove è stato concepito, dove leonardo ha vissuto e l’ha pensato per ludovico il moro.
      il castello è una ricostruzione ben fatta, questa versione del cavallo pure.
      il castello ha una valenza turistica altissima, l’ippodromo no.
      il metrò c’è ma la gente non ci va lo stesso: oltre che fruibile un luogo deve anche essere attrattivo e una statua da sola, copia ispirata dai disegni, non lo è.
      e se fosse artisticamente interessante sarebbe un motivo di più per spostarla da li.

      baggio e muggiano sono senza metrò?
      anche vigentino è senza metrò, anche viale certosa è senza metrò, anche gratosoglio è senza metrò, tutta la zona di viale corsica è senza metrò (ma almeno è in costruzione).

      non so, senza offesa, ma mi sembra davvero che guardi solo al tuo orticello.

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  3. Assurdo fare campanile tra quartieri di Milano.

    Assurdo mettere un’opera di Leonardo dove nessuno lo vede e dove NON PUÒ diventare un simbolo per Milano spendibile a livello internazionale.

    Da mettere subito in un posto di massima esposizione turistica.
    I propongo in piazza Castello per dargli il maggiore afflusso di stranieri e fotografie.

    Diventerebbe la mascotte di Milano su instagram come la scritta i am sterdam ad Amsterdam davanti al quartiere dei musei.

    Farebbe anche da benvenuto al castello sforzesco così legato a Leonardo da Vinci.
    I campanili lasciamoli ad altre città, ciò che è bene per Milano nel suo complesso è bene anche per i quartieri meno esposti.

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  4. Mettere il Cavallo di Leonardo all’ippodromo perché lì ci corrono i cavalli è lo stesso livello di ragionamento di fare i chioschi delle spremute a forma d’arancia.

    Milano si merita di meglio. In qualsiasi città occidentale seria lo avrebbero già messo in una piazza importante, ridisegnata per l’occasione. Lo avrebbero completato con un piccolo museo, un video del the making of, proiezioni 3D di come sarebbe stato il monumento completato, adeguato merchandising, ecc. ecc.

    In poche parole lo avrebbero già trasformato in un attrattore che genera valore. In Italia fa la muffa in periferia.

    Personalmente lo vedrei bene a chiudere la prospettiva di corso Sempione ristrutturato, come già aveva immaginato Alvaro Siza, ma qualsiasi collocazione di pregio è meglio del dimenticatoio dove marcisce ora.

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    • Grande Claudio, come spesso accade sono d’accordo con te la 100%.

      Messo li non ha alcun senso, piuttosto che spostarlo al parco Sempione che è già stato eccessivamente riempito di manufatti io opterei per metterlo al centro di qualche piazza con una adeguata ampiezza e prospettiva ma sufficientemente centrale:

      Le mie preferite sarebbero Duca d’Aosta o Repubblica perché il cavallo andrebbe a completarle oppure Firenze o Loreto dove il cavallo porterebbe invece il carattere che manca a dei luoghi importanti ma anonimi.

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  5. Tra l’altro Milano ha bisogno come il pane di essere valorizzata e simbolizzata da segni forti e riconoscibili proprio proprio ora che c’è stato l’Expo e che può approfittare di una coda e di uno strascico mediatico all’estero.

    Bisogna smetterla di pensare che tutto ciò che si fa è rivolto esclusivamente ai milanesi. Milano deve rivolgersi al mondo intero. E agli europei in primis.
    Se vuole ambire a tornare ad essere capitale morale e locomotiva di innovazione.
    Altrimenti si muore su se stessi.
    Ci si avvizzisce.
    Non si colgono le opportunità per una visone piccolo campainilistica.
    Sfruttiamole queste poche e maledette occasioni quando ci capitano, vivaddio!
    Cambiamo sta mentalità chiusetta.

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  6. Personalmente quella statua non l’ho mai capita. Ma la tesi di valorizzarla al Castello è sensata. Eviterei però piazza del Cannone, dove avrebbe lo stesso effetto di perdere il gigantismo che subisce all’ippodromo. Andrebbe pensata in uno spazio diverso, magari nell’ambito del recupero di piazza Castello pedonalizzata, oggi con lo stesso appeal di un parcheggio a Ferragosto.

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