Milano | Porta Genova – Riapre il Labirinto di Arnaldo Pomodoro con nuove visite guidate

Milano, Porta Genova. – Dopo un anno di chiusura per lavori di ristrutturazione, il Labirinto di Arnaldo Pomodoro riapre finalmente le sue porte. L’opera, custodita nei sotterranei del headquarter milanese della Maison Fendi, sarà nuovamente accessibile al pubblico a partire dal 20 marzo 2025 con visite guidate su prenotazione disponibili sul sito della Fondazione Arnaldo Pomodoro (qui il link).

Un’occasione imperdibile per immergersi in un ambiente unico, tra arte e mito, in un viaggio attraverso la storia e il linguaggio scultoreo del grande maestro. Noi lo abbiamo visitato e possiamo assicurarvi che è un’esperienza straordinaria, capace di trasportare il visitatore in un mondo fuori dal tempo.

Un capannone industriale diventato spazio d’arte 

Prima di immergerci nel Labirinto, ecco qualche informazione sul luogo che lo ospita. 
Originariamente sede delle Officine Meccaniche Riva Calzoni, specializzate nella produzione di turbine idrauliche, lo spazio in via Solari 35  viene scoperto da Arnaldo Pomodoro alla fine degli anni Novanta mentre cerca un luogo adatto per realizzare il modello della scultura Novecento, poi collocata a Roma all’Eur.

L’artista intravede subito il potenziale di questo spazio industriale dismesso e nel 2005 lo trasforma nella sede della sua Fondazione. Proprio qui, in un ambiente buio e appartato, Pomodoro riprese il progetto del suo dedalo personale, un’idea rimasta sospesa troppo a lungo.

Nel 2011, la Fondazione si sposta nell’attuale sede di via Vigevano e l’edificio viene acquisito da Fendi che ne ha fatto il proprio quartier generale. Il Labirinto, però, è rimasto. Intatto e misterioso, ancora oggi vive nel sottosuolo, nascosto agli occhi della città, pronto ad accogliere chiunque voglia avventurarsi tra i suoi meandri.

Un viaggio nell’arte e nel mito

Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro è un’opera ambientale creata tra il 1995 e il 2011 e ispirata all’Epopea di Gilgamesh, il primo grande poema epico della storia umana (circa 2000 a.C.).

“Il mio ingresso nel labirinto è un invito nei meandri di un percorso, dove il tempo è trasformato in spazio e lo spazio a sua volta diventa tempo” – queste le parole dell’artista, che ben descrivono l’esperienza immersiva che attende i visitatori.

Realizzata in bronzo, rame e fiberglass, l’opera si estende su 170 metri quadrati e avvolge il visitatore in una dimensione sospesa tra passato e presente. Le superfici scolpite, segnate da incisioni, cunei e simboli arcaici, richiamano antiche civiltà e sembrano custodire una lingua dimenticata. Non è un semplice percorso, ma una narrazione scolpita nella materia, in cui il mito di Gilgamesh si intreccia con il percorso artistico di Pomodoro.

Un’esperienza immersiva

L’ingresso al Labirinto di Arnaldo Pomodoro avviene attraverso una grande porta monumentale. Massiccia e ricoperta dai segni tipici dell’artista, ruota lentamente su se stessa rivelando l’accesso a un ambiente che appare subito fuori dal tempo. All’interno la percezione dello spazio cambia, domina il buio e poche luci soffuse svelano passo dopo passo il percorso in questo ambiente unico nel suo genere.



Nella prima stanza, si incontra un rullo inciso. Le sue superfici riportano scritture cuneiformi, un evidente richiamo alla civiltà sumera, la stessa che ha tramandato l’Epopea di Gilgamesh. Il cammino prosegue attraverso stretti passaggi e piccoli ambienti, dove la luce gioca con le superfici scolpite e l’atmosfera diventa ancora più intensa.



In una delle stanze centrali del Labirinto si trova un monumento enigmatico: una struttura dedicata al Conte di Cagliostro, avventuriero e alchimista vissuto nel XVIII secolo, perseguitato e imprigionato nel forte di San Leo. La sua tomba, qui reinterpretata da Pomodoro, è un volume compatto e ricoperto di scrittura continua, un riferimento del diario tenuto dal prigioniero durante gli anni di reclusione.

Sempre nello stesso ambiente, compare un grande osso di seppia, scolpito su una delle pareti.  Oltre ad essere un omaggio al mondo del mare, è un riferimento autobiografico dell’artista che utilizzava gli ossi di seppia come matrice per i suoi primi lavori.

La visita, della durata di circa 45 minuti, è un vero e proprio viaggio sensoriale in cui ci si immerge in un ambiente che non ha confini netti tra arte, teatro e architettura. Un’esperienza che non si limita alla contemplazione, ma invita il visitatore a interagire con lo spazio, con la materia e con la storia. Un’opera totale, in cui ogni elemento racconta un frammento dell’universo artistico e concettuale di Pomodoro.

Informazioni pratiche

Dove: Via Solari 35, Milano (Showroom FENDI)
Quando: dal 20 marzo 2025
Durata visita: circa 45/60 minuti.

Accesso esclusivamente tramite visita guidata previa prenotazione al seguente link

Le prenotazioni sono aperte per visite individuali, gruppi e scuole. 

Gli ambienti non sono accessibili a persone con disabilità motorie.
Nel percorso sono previsti dei gradini con corrimano e lo spazio non dispone di ascensori interni.

A tutti i partecipanti all’attività viene consegnato un biglietto omaggio per visitare la mostra “Open Studio #3. Arnaldo Pomodoro la Sfera” in corso in Via Vigevano 3, Milano, fino al 1 giugno 2025.


Referenze immagini: Lucia Macchi; Claudio Nelli; Fondazione Arnaldo Pomodoro;Dario Tettamanzi

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

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