Milano | Cascina Merlata – Altri rendering per il Centro Commerciale

Cascina Merlata si sa, devono realizzare un grande centro commerciale (ma a pochi chilometri non c’è il nuovo Centro commerciale di Arese?) che isoli in qualche modo le residenze dalla trafficatissima autostrada. Ed ecco altri (ne avevamo già visti) rendering che mostrano a grandi linee come potrebbe apparire il Centro Commerciale di Cascina Merlata.

Questa versione è firmata da Echo Architecture e si presenta con una superficie niente male, ben 72,500mq di superficie (“Il Centro” di Arese con una superficie commerciale di circa 120.000 metri quadrati rimane comunque il più esteso)  per un valore del progetto di 233 milioni.

 

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Due versioni differenti della parte finale, quella verso la città. Una versione coperta dalla struttura finale del parcheggio multipiano e l’altra termina con una piazza panoramica, forse meglio in questa versione. Comunque sia, staremo a vedere quale di questi progetti si farà.

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Una seconda versione del Centro Commerciale già apparsa tempo fa.

Queste invece erano le prime immagini delle linee di massima e del primo plastico apparso per Cascina Merlata.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

14 commenti su “Milano | Cascina Merlata – Altri rendering per il Centro Commerciale”

  1. Mi ricordo quando negli anni 70 da studente feci un viaggio nei paesi dell’Estt,Russia compresa.Una tristezza…Negozi sempre uguali…Ognuno vendeva le stesse cose…
    La storia si sta ripetendo con questi centri commerciali.
    Sempre le stesse cose .Che barba.

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  2. Se centro commerciale deve essere ma perché non aggiungono infrastrutture satelliti in grado di trasformare questo pezzo di città spaziale in vero “centro urbano” – di periferia? Basterebbe aggiungere una piazza ben fatta, con magari un panorama dall’alto, magari una piscina scoperta, stile quelle dei grattacieli che si vedono in Asia per esempio. Magari anche una biblioteca di quartiere, un piccolo anfiteatro, una spazio per eventi , etc: Possibile che questa gente ha in mente solo catene di negozi o di ristoranti? Già che investite, ma investite sulla qualità non sulla quantità, é cosi’ semplice, Cesare Pelli docet !!

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    • Questa gente investe in quello che la gente vuole. Ti sei mai chiesto come mai vanno tutti a comprare mutande da Tezenis? La colpa è nostra non loro

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      • Questo è proprio vero. Comunque i centrazzi commerciali li trovo teribbili. Non si offendessero i devoti del Vulcano, ma sono veramente bori. E i negozi nei quartieri chiudono. Comunque business is business e tutti a mutandarci da tezenis.

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        • Ahahaha… vero!
          Che se ci lamentiamo della standardizzazione dlle categorie mutandarie basta guardare Corso Vittorio Emanule a Milano..
          La fiera della mutanda conformista.

          Forse se si lasciano, come in Francia, le categorie mercelogiche dello svago e della vita vera DENTRO la città (ristoranti, caffè, pizzahut, starbucks, cinema, dolci, FOOD, panetterie[trovatemi una panetteria/boulangerie in zona duomo ndr],tavolini all’aperto, musica, librerie, cultura e quelle del Conformismo consumista FUORI CITTA’, appunto in questi centri mega commerciali non è del tutto il male assoluto..
          Devo dire che qualcosa c’è ma per turisti da spennare.Molto sta cambiando. Sono ottimista. Ma per esempio trovo assurdo che non ci sia nemmeno UN minimarket per comprare acqua,lattte,pane, etc..
          Molto strano.

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          • Volevo solo aggiungere che finalmente anche a Milano sembra che stiano puntando ad aprire centri commerciali con un certo valore aggiunto dove si vede la qualità soprattutto declinata in vari modi, vale per Scalo Milano, per il prossimo centro commerciale alle porte di Linate etc. Ora, questi centri commerciali cominciano a essere un po’ tantini. Io non so se ci sarà spazio per tutti, di sicuro qualcuno avrà vita difficile e si svuoterà…questa gente che sa fare business all’antica, che legge solo analisi di mercato, sono sicuro saranno tra i primi a pentirsi di aver aperto un ennesimo mega centro commerciale privo di di strutture urbane in grado di decretare un successo di pubblico, di flussi, e quindi di denaro.

    • In Germania — paese molto più esteso e molto meno popolato dell’Italia — la regola del consumo zero di suolo è legge già da anni. Si può costruire solo dove era già edificato.

      In Italia, e soprattutto in Pianura Padana, bisognerebbe abbattere più che costruire. Due terzi dei capannoni che si vedono percorrendo l’A4 sono vuoti, per dire.

      Abbattendo tutti gli edifici inutili che ci sono in Italia e risistemando i terreni si darebbe lavoro all’industria delle costruzioni (e a quella florovivaistica) per decenni.

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      • La Germania è poco più estesa dell’Italia (però credo abbia meno zone montuose e coste). Inoltre ha 20 milioni di abitanti più dell’Italia e quindi la densità di popolazione tedesca è comunque più alta (fonte wikipedia). Forse intendevi che malgrado questo sia meno costruita fuori dei grandi centri.

        Per il resto sono d’accordo.

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  3. Inaugurazione prevista durante la primavera del 2016 per Scalo Milano, villaggio commerciale di Locate Triulzi che vuole servire la città di Milano e un hinterland ad altissima densità di popolazione.
    A sud della metropoli, nasce così il primo complesso dedicato allo shopping griffato d’occasione che si può raggiungere comodamente in meno di mezz’ora di metropolitana dal centro, più precisamente con la linea S13 del passante ferroviario, che, oltre alle centralissime stazioni di Repubblica, Porta Garibaldi e Porta Venezia, ferma anche a Bovisa, Lancetti, Dateo, Porta Vittoria e Rogoredo.

    E questo?
    Ma è vero che si arriva con il passante direttamente al centro commerciale?

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