Via Maqueda pedonale ed edificio Quaroni

La decisione di tornare un lunedì di Giugno da London a Palermo, mi ha permesso di visitare subito la via Maqueda.
Premetto che il centro deve essere pedonale con il giusto arredo urbano e i trasporti pubblici di supporto a suddette nuove aree.
Quindi le fioriere sono già un passettino avanti rispetto i vasi come pure la nuova pista ciclabile, ma non basta. L’amministrazione presente e futura deve essere più decisa senza mezze soluzioni. 
Se in una strada come via Maqueda si sceglie la mobilità a piedi o dolce, in bici, bisogna pianificare la mobilità anche nelle vie contigue e creare servizi per i commercianti e per i city users.
Detto ciò la strada deve essere un prototipo da estendere con i giusti crismi al resto delle aree ad alta frequentazione turistica e sociale di Palermo. Come ad esempio una strada o una piazza chiusa tutto il giorno al normale transito veicolare, aperta solo ai residenti con pass, e allo scarico merci solo ad alcuni orari ben definiti.
In ultimo il nuovo milionario edificio “Quaroni” recupero filologico della Curia, di quello che fu questa area fino agli anni ’40 del secolo scorso, appare come un revival fascista.
Sarebbe stato meglio costruire con le stesse cubature, ma con un linguaggio contemporaneo e non copiando architetture del passato.
Fermo restando che si sarebbe potuta realizzare una facciata o edificio filtro per ricostituire la cortina edilizia preesistente ma inserendo sul retro un nuovo spazio pubblico o piazza.
Ci sarà un giudizio “wider” più ampio, appena la strada e il palazzo saranno completi e con la nuova pedonalizzazione di piazza S.Onufrio.
Per adesso è solo una timida mossa.

Edifici a confronto

La nuova cortina Edilizia

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

0 commenti su “Via Maqueda pedonale ed edificio Quaroni”

  1. Vorrei ricordare la definizione di recupero filologico:
    gli interventi volti a riedificare un manufatto edilizio preesistente, secondo le sue
    caratteristiche morfologiche, tipologiche, organizzative e strutturali, nell’ ipotesi in cui
    sia disponibile una documentazione individuale del manufatto, attraverso i resti
    superstiti e/o i disegni e le descrizioni dell’edificio da ripristinare.
    Nel caso dell'edifico della curia in via Maqueda, progettato negli anni 80 dall'Arch.Ludovico Quaroni, è facilissimo constatare che non si tratta affatto di un ripristino filologico (o tipologico) in quanto non riproduce né in pianta né in alzato i quattro corpi di fabbrica preesistenti (oratorio dei Gerosolimitani, palazzo Castelluzzo, chiesa di Santa Croce e cinema Modernissimo, opera di Ernesto Basile) e la sua struttura non è di pietra mattoni e legno ma di calcestruzzo armato!!
    Si tratta, pertanto, di un edifico di architettura contemporanea, che può piacere o no, nonostante la presenza di timpani triangolari stilizzati su due finestre e il timpano, anche questo stilizzato, sopra il portale in pietra, proveniente dall’oratorio demolito nel 1986.
    La piazza è intitolata a Sant'Onofrio.

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  2. Architettura contemporanea ma agli anni del fascio che non apporta alcuna novità nel tessuto storico visto solo come statico e forse in qualche caso come museo a cielo aperto. Il punto è che abbiamo bisogno di spazi urbani, pubblici e di qualità. Vedremo ad inaugurazione cosa sarà questo spazio..!

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