Via Cusani è già passata al nostro setaccio diverse volte. La riportiamo all’attenzione perché per noi non è possibile avere una via così centrale ridotta in questo stato.
Via Cusani prende il nome dalla nota famiglia di nobili milanesi. Qui si affaccia il bellissimo palazzo Cagnola di inizio Ottocento, appena finito di essere restaurato.
La via segue il percorso delle mura repubblicane (49 a.C.), frapposta tra la porta Giovia (l’attuale Castello Sforzesco) e l’antica porta Comacina, qui vi scorreva il fiume Seveso deviato dai romani per portare l’acqua al forte e al fossato che cingeva l’antica Mediolanum. Si tratta perciò di una via molto antica e importante.
Nel dopoguerra i governanti di allora pensarono bene di allargare ulteriormente questa strada, abbattendo tutto quanto si trovasse sul lato a nord e costruendo moderni palazzoni dall’aspetto tuttora discutibile, arretrati di parecchi metri. Al suo centro, fino a qualche anno fa, sorgeva un’aiuola che perlomeno riusciva a dare un po’ di decoro all’insieme e che bene nascondeva un bagno pubblico sottostante oggi eliminato completamente. Spianato il tutto e trasformata in un grande parcheggio, via Cusani è oggi decisamente e definitivamente una via degradata e brutta.
La nostra idea di riordino della via la si esemplifica in una sola foto, ovvero essendo la via molto larga, potrebbe benissimo ospitare un filare d’alberi sul lato “moderno”, nascondendo la cortina dei palazzoni moderni in modo naturale. Perché spesso si cerca di rimediare la città in periferia senza considerare che qui ci passano moltissime persone, anche i turisti.
Le foto parlano da sole, auto, pali, cartelli, aiuole abbandonate, disordine ovunque a due passi da Brera e dal Castello.

Di sicuro lì ci vuole del verde e l’eliminazione totale dei parcheggi. Ma diciamoci la verità: l’unica salvezza lì sarebbe l’abbattimento di quei mostri con sdoganamento del falso storico, per restituire bellezza e dignità a quest’angolo di città.
Non posso che convenire! Via Cusani, una via storica di Milano,che peraltro conosco molto bene, ha assunto via via nel corso degli anni l’aspetto di un progetto appena pensato e subito abbandonato per dar spazio a parcheggi senza senso a ridosso di un crocevia tranviario, un imbuto per auto che si sfidano, nell’intento di centrare la strettissima via dell’Orso ed evitare nel contempo di centrare i pedoni che la attraversano.