Urgente. Gli interventi indispensabili pre-Expo – 1: Porta Genova

Scritto da Luca Chiappini

Dopo un’estrema sintesi, una riduzione all’osso di tutto quello che Milano necessiterebbe, considerando il poco tempo rimasto e le scarse risorse. Comincia oggi una serie di articoli, a cadenza giornaliera, in cui segnaliamo luoghi la cui riqualificazione è la priorità più urgente in arrivo di Expo.
In realtà, a Milano ci sono molti, moltissimi luoghi che avrebbero bisogno di un intervento, talvolta superficiale, talvolta più ingente. A cominciare dalle periferie, spesso dimenticate, verso cui invece si devono muovere energie: lungimiranza, saper prevedere gli sviluppi futuri della città. Per il momento però abbiamo ancora alcune “lacune” mostruose in pieno centro. Speriamo che, nel ricordare l’urgenza che questi luoghi hanno, forse qualcosa si muova.

Piazzale Stazione Genova

Vi prego, salvatelo! E’ diventata un’agonia non solo vedere il piazzale in queste condizioni, ma soprattutto viverlo, attraversarlo. Non si tratta solo di decoro artistico, ma di sicurezza. Il piazzale è privo di fisionomia e regolamentazione, chiunque (pedoni, auto, ciclisti) può di fatto passare dove preferisce. Le strisce pedonali che collegano a via Vigevano sembrano fatte apposta per uccidere: scolorite, senza semafori (nonostante l’ingente flusso di persone, considerando l’ingresso ai Navigli), coi binari in leggero rilievo. E le auto che arrivano? Non hanno nemmeno una carreggiata ben delimitata, nessuna segnaletica orizzontale, niente strisce di corsia. Anche solo uscendo dalla metro, per raggiungere l’inizio delle strisce, si rischia di essere travolti dai taxi. Il piazzale è inoltre assediato da auto dirette all’autorimessa FS, auto che parcheggiano “a modo proprio”, bancarelle di vario genere, discutibili pensiline di taxi (ma quelle per i mezzi pubblici non esistono!), “panettoni” di cemento a popolare l’ala nord, che fa da stazione di tram e bus (in questo preciso momento in cui i lavori hanno “spezzato” le tratte del 2 e del 9, hanno convogliato qua anche il 19). Non parliamo poi della stazione stessa. Il degrado, la sporcizia, il caos, l’insicurezza – a tutto ciò si aggiunge il fatto che il luogo ha le caratteristiche ideali  per la microcriminalità e la sorveglianza è pressoché nulla.

Parliamo poi del decoro urbano, meramente estetico, oltre che di funzionalità? Meglio di no. Sembra incredibile che il piazzale sia ombelico fra due zone oggi considerate molto appetibili sia per la vita sia per i divertimenti (Navigli da una parte, via Tortona e via Savona alle spalle).

1930
2014

Ad un rapido confronto fra le due fotografie, possiamo concludere che dal 1930 ad oggi il piazzale non è affatto migliorato: per certi versi si è mantenuto uguale, per altri è peggiorato. In ogni caso, si può osservare che si tratta pressoché della stessa impostazione del 1930, con le sue isole pedonali in bitume, il pavè per le auto, l’anello tranviario e l’assenza di una data fisionomia. Dal 1930 ad oggi quindi il piazzale non è mai stato realmente risistemato o riordinato: quello di oggi è un accumulo di elementi successivi sulla stessa configurazione. Mettiamoci pure che nel 1930 la stazione, quella originaria, era molto più bella dell’attuale – e anche più trafficata.

La nostra proposta:
– prima di tutto, un po’ di chiarezza nella pavimentazione.
rimozione del pavè dalle strade a transito veicoli, da sostituire con asfalto (pavè da tenere solo nei tratti che saranno resi preferenziali per i tram, vedi sotto)
– rifacimento di larga parte della piazza lato sud, ad uso prevalentemente pedonale, rialzato rispetto alla strada (lo stesso dislivello che c’è attualmente tra l’uscita dalla metro e il pavè, per intenderci), pavimentato utilizzando lo stesso pavè (ma ben “appiattito” e uniformato, per consentire a pedoni e bici di percorrerlo in sicurezza e facilità).
– demolizione del fabbricato (imbrattato di graffiti e perennemente chiuso) che fa angolo con via Valenza, in questo modo si ricava spazio per un veloce e agevole collegamento tra l’ingresso della metro e la fermata del tram 2 (direzione P.le Negrelli).
– entrambe le fermate del tram devono sostituire i pali arancioni con display elettronici dal palo rosso. Solo in corrispondenza delle due fermate, inoltre, allargamento del marciapiede, pavimentazione con le classiche mattonelle gialle e rosa – il marciapiede deve arrivare fino al tram. In questo modo si rimuoverebbero anche le auto parcheggiate tra la fermata e il tram, che rendono sempre difficile salita e discesa.

Qua un’altra proposta: la bella idea di Skymino.

Sarebbe bello se…
– il parcheggio FS venisse dismesso e adibito a parco, mentre una parte diventa una corsia automobilistica – così il tram avrebbe una corsia preferenziale.
ricostruzione dell’orologio d’epoca com’era nell’originaria Stazione di Porta Genova:

– facendo da porta (o meglio, ponte) di ingresso alla zona Tortona-Savona, il cosiddetto “quadrilatero del design“, mi piacerebbe che il centro del piazzale, in scorcio prospettico sull’entrata della stazione e su via Vigevano, ospitasse un’opera meritevole “adottata” dal Fuorisalone:

L’opera potrebbe anche ruotare, cambiando ogni anno: ad ogni edizione del Fuorisalone il pubblico vota, tra alcune proposte, la propria favorita, che per il resto dell’anno sarà installata al centro del luogo.

– quando la stazione verrà dismessa e perderà la sua funzione di trasporto, per lo stesso motivo di cui sopra, sarebbe bello se diventasse un Museo del design, con un’ala (magari quella destra, che fa da “salita” per via Tortona) cafè e libreria.

Prima o poi, infatti, la stazione sarà definitivamente dismessa. Servendo solo la linea per Alessandria e Mortara, infatti, è legittimo aspettarsi che venga arretrata alla stazione di San Cristoforo quando quest’ultima sarà servita da M4. Ciò significa che la probabilità di ipotizzare questo scenario prima del 2022 (anno di presunto completamento della M4) è alquanto remota.

Il beato giorno in cui ciò avverrà, tuttavia, mi auguro queste cose:
– che il caratteristico ponte di ferro verde venga tenuto;
– lo spazio libero venga adibito in parte come parco dei navigli, che scenda giù lungo la sponda ovest del Naviglio Grande a formare un grande raggio verde di flusso ciclopedonale
– in parte da destinare a progettazioni ecosostenibili, spazi per eventi, magari spazi per il design

Diamo un’altra occhiata allo stato attuale del piazzale per farci un’idea più precisa:

Una banchina pressoché inutile, e i taxi stanno “dietro”. A sinistra, bancarelle di dubbio gusto.

Pavè rattoppato col catrame. Pedoni che, nel caso generale della piazza, attraversano al momento opportuno (non sulle strisce, che attualmente sono poco utili). A destra, in un solo momento sui binari passano un taxi e una bici. Osservate inoltre i pedoni dove sono costretti a camminare.
I cartelli arancioni dei tram che andrebbero sostituiti con display elettronici. Il fabbricato perennemente chiuso e imbrattato che andrebbe demolito. La corsia dei tram andrebbe pavimentata con pavè, le auto dovrebbero stare ai lati, sul bitume.

La prima cosa che trovi, uscito dalla metro, è una delle brutte bancarelle che impoveriscono la piazza. Anche volendo mantenere il parcheggio FS, si possono comunque unire i due marciapiedi mostrati, e allargare quello sulla strada fino davanti ai tram.

Vi aspettiamo per leggere la seconda opera indispensabile pre-Expo, domani!

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

1 commento su “Urgente. Gli interventi indispensabili pre-Expo – 1: Porta Genova”

  1. Lo “spiazzo” di Porta Genova (chiamarla piazza sarebbe un eufemismo) è INDICIBILE!!! Neanche nei paesi del Terzo Mondo! Le ragazze inciampano in continuazione e ogni giorno i pedoni rischinao la vita.. poi puzza, sporcizia e disordine in ogni dove! PF date una sistemata a questo posto

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