L’attuale edificio sorge appena fuori dall’area dell’antico Lazzaretto e venne edificato dal 1903 al 1908. Si tratta di una chiesa neoromanica che ha sostituito una cappella cimiteriale ben più antica. Si trattava di un cimitero sorto a ridosso del Lazzaretto come si può notare nelle stampe settecentesche di Marc’Antonio Dal Re.
Il Lazzaretto di Milano era un lazzaretto realizzato nel XV secolo fuori da Porta Orientale (odierna Porta Venezia), per far fronte alla crescente emergenza sanitaria dovuta al diffondersi della peste in città. Infatti il riaffiorare del morbo in città spinse le autorità cittadine nel 1489 a una risoluzione veloce del problema. La scelta ricadde su un’area fuori da Porta Orientale, in loco Sancti Gregorii, al di là del Redefossi (il fiumiciattolo che prese il posto dell’antico corso del Seveso). La scelta venne ritenuta valida dalla commissione sanitaria anche per la presenza del fiume e il 27 giugno 1489 venne affidata la direzione dei lavori a Lazzaro Palazzi.
Dopo la peste del 1629-1630 il Lazzaretto venne in seguito convertito ad altri usi, in particolar modo militari.
Nel 1861 la parte settentrionale venne tagliata da un viadotto ferroviario, che nonostante tutto vi si inseriva con un intervento abbastanza moderato e perfettamente in stile del tempo. Nel frattempo le casupole vennero abitate da povera gente e botteghe artigiane. Nel 1881 venne acquistato dalla Banca di Credito Italiano per 1.803.690 lire. Venne pertanto demolito fra il 1882 e il 1890 e lottizzato dal Piano Beruto per l’edificazione di nuovi edifici popolari.
Planimetria del Lazzaretto e del cimitero urbano di San Gregorio sovrapposta all’attuale tessuto urbano della città di Milano
Progetto non realizzato presentato dall’Ing. Arch. A. Campanini. Chiesa con affaccio su Piazza Cincinnato
Su istanza della Banca di Credito Italiano proprietario dei terreni, venne chiuso definitivamente il cimitero di San Gregorio. L’area sarebbe diventata edificabile dopo vent’anni. La chiesa di San Gregorio, all’interno del cimitero, usata da molti anni come fienile, venne occupata dagli ultimi sfrattati dal Lazzaretto oramai in demolizione. Per le condizioni igieniche disastrose, l’edificio sovraffollato venne chiamato il “Cairo”. Questo soprannome era entrato in voga in molte località per appellare luoghi dopo l’apertura del canale di Suez.





Nuove esigenze, l’espandersi della popolazione, suggerirono la necessità di costruire una chiesa nuova nell’area. Così da prima venne eretta una chiesa provvisoria in legno e gesso dalle ampie vetrate colorate senza uno stile definito, da Alfredo Campanini, architetto d’inclinazione liberty che eresse pure la chiesa di Santa Maria di Caravaggio a sud di Milano. Più tardi, con la collaborazione degli Ingegneri De Micheli e Puelli, Francesco Solmi, che aveva già completato la chiesa del Corpus Domini, edificò in muratura l’attuale San Gregorio.
L’aspetto esterno della nuova chiesa era ed è prevalentemente il romanico, nella facciata con finte loggette, rosone e protiro. I decori influenzati più dal liberty floreale che dal gusto medioevale vero e proprio, lo si può vedere soprattutto nei capitelli delle colonne del protiro e nelle finestre dei fianchi. Le leggete in facciata avevano degli affreschi con figure di santi, oramai perduti. Il lato è scandito dai contrafforti che superano la linea del tetto terminando in dadi crucisegnati.

Le tre foto raffigurano il presbiterio prima dei bombardamenti del ’43. Oggi l’altare verticale non è più esistente, sostituito da un altare in blocco di marmo rivolto verso i fedeli. Inoltre nell’abside è stato collocato un grande organo. Sull’arco trionfale è ancora presente il grande affresco di Morgari, raffigurante al centro la Crocifissione, a dx la resurrezione dei morti e a sx la redenzione dal purgatorio, ora in fase di restauro. Alcune fonti antecedenti il 1917 si parla di una grande composizione pittorica di Vittorio Cajani e contorno di Edgardo Perindani, forse collocata sul fondo, dove oggi c’è l’organo, andata persa per sempre. Raffigurava il Crocifisso, con ai piedi Maria, S. Giovanni e la Maddalena. Non vi è tuttavia altra documentazione di un tale dipinto.



4^ cappella a sinistra. Oggi è dedicata a Maria Vergine con il bambino, in legno di obece di don Marco Melzi del 1972.
Come da foto, invece, in precedenza era dedicata a San Gregorio Magno, con la statua poi spostata nella 1^ cappella. I dipinti di Morgari, che raffiguravano la Chiesa che vince le eresie e il pontificato del santo, sono spariti nel 1969.


1^ cappella a destra. Oggi c’è il Crocifisso ligneo del sec. XVII, con ai lati le statue in obece di S. Antonio di Padova e S. Rita. La cappella rifatta nel 1954 in precedenza era dedicata a S. Antonio, con pitture di Luigi Morgari ora coperte da mosaici.
2^ cappella a destra. Oggi dedicata a Santa Chiara, compatrona della parrocchia (con pala del pittore Stefano Bersani), prima della guerra era decorata dal Morgari come da foto. Nel’69-70, in coincidenza con i lavori per l’adeguamento della chiesa alle norme del Concilio Vaticano II, vennero eliminate molte pitture del Morgari in cattivo stato, oltre alle decorazioni in finto mattone dei grandi archi della chiesa, di Edgardo Perindani.
La chiesa subì le conseguenze del bombardamento del 13 agosto del 1943, anche se non colpita direttamente la chiesa venne investita dallo spostamento d’aria e gli spezzoni incendiari appiccarono il fuoco al tetto in legno il quale crollo a sua volta sul pavimento dando fuoco a tutto quello che poteva prendere fuoco.




L’esterno:
Gli interni: