L’edificio nel 2012 era stato occupato dal collettivo milanese Macao, una comunità libera di artisti che occupò la torre vuota. Un intervento delle forze dell’ordine mise fine all’occupazione dopo poche settimane.La Galfa nasce come sede di una compagnia petrolifera, in seguito lo diviene di una banca. Nel 2006 la torre è stata acquistata da Fondiaria Sai e come parte del patrimonio di quest’ultima è confluita nel portafoglio immobiliare del gruppo Unipol. Da anni si parla di una imminente ristrutturazione ma, con l’eccezione delle bonifiche dall’amianto condotte subito dopo l’acquisizione da parte di Fondiaria, alle intenzioni non sono seguiti i fatti.
Recentemente il Consiglio di Zona 9 si è espresso sull’ultima versione del progetto di recupero, presentato in accordo con le autorità comunali dalla nuova proprietà, bocciandolo. Il parere del Consiglio di Zona non ha però alcun valore pratico e dovrebbe in teoria limitarsi al solo ambito socio-ambientale. Di seguito uno stralcio della motivazione: “Tenuto conto che da un punto di vista socio ambientale il progetto non risolve correttamente l’inserimento del nuovo volume dei vani ascensore e scale esterni, modificando sostanzialmente le facciate e più in generale la struttura di un significativo esempio di architettura moderna della città di Milano e che, inoltre, i rendering del progetto non danno una rappresentazione adeguata dell’intervento proprio sul lato modificato dell’edificio…si dà parere negativo”
La riqualificazione proposta vede una destinazione d’uso differente da quella storica a uffici, prevedendo al piano terreno e interrato esercizi commerciali di vicinato, dal piano terreno al 12° piano una struttura alberghiera, mentre dal 13° al 30° piano dovrebbero trovare posto alloggi residenziali. Per soddisfare le richieste normative odierne, è stato previsto un nuovo corpo esterno aggiunto al lato Ovest (verso via Melchiorre Gioia) dove verrebbero collocati nuovi ascensori e scale di emergenza al servizio dei piani residenziali. Purtroppo non è ancora stato diffuso alcun progetto della nuova riqualificazione. Rimane la speranza che il bel disegno anni Cinquanta, semplice e lineare, venga il più possibile preservato.