L’invasione degli ultracorpi, il recupero dei sottotetti

È il titolo di un film di fantascienza del 1956, tratto da un romanzo che in quei tempi ebbe grande successo sull’argomento, diventando in breve un “cult” per gli appassionati di quei film. Si trattava della sostituzione della personalità umana, durante il sonno, da parte di extraterrestri che piovevano dallo spazio e creavano, al fine di conquistare la terra, dei replicanti mantenendone identico l’aspetto esterno.

Sembra proprio quello che sta succedendo a Milano nel campo dell’architettura dove molti fabbricati vengono colpiti dall’invasione di “ultracorpi”che mantengono le funzioni interne ma cambiano radicalmente l’involucro esterno specie nella parte superiore con inserimenti senza senso che perturbano fortemente la scena e il paesaggio urbano della città.

Piazza_Wagner_Sottotetto

Ma mentre nel film l’amministrazione pubblica locale intervenne grazie a un allarme lanciato da un attento scienziato riuscendo così a debellare l’invasione, nel nostro caso è la stessa Amministrazione Pubblica attraverso tutte le sue articolazioni che fa piombare sulla città questa serie di “ultracorpi edilizi” che annullano la personalità architettonica degli edifici colpiti senza alcun rispetto del concetto di “continuità” che Rogers aveva individuato come compatibile per lo sviluppo e trasformazione delle storiche città nel tempo.

In questi interventi la continuità non c’è. E non c’è traccia della contestualizzazione, documento da allegare a ogni progetto e richiesto dalla Commissione Edilizia degli anni ’80/’90 perché il progettista spiegasse la genesi del progetto.

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Dobbiamo ricordare che tutto ha origine dalla legge per l’utilizzo dei sottotetti che partita come interessante metodologia di intervento per utilizzare volumi esistenti in modo diffuso senza pesare sulle urbanizzazioni, e migliorare il contenimento energetico del fabbricato, si è trasformata in un intrico legislativo nel quale Regione e Comune hanno dato il peggio della loro cultura amministrativa della città, assieme ai contributi negativi della Commissione del Paesaggio. Per cui alla fine i sottotetti spariscono e danno luogo a un ultimo piano alto 2,40 mt con copertura a terrazzo con i corpi tecnici in bella vista a completare lo squallore architettonico e commerciale di queste nuove residenze (il sottotetto si può considerare “House”, l’ultimo piano alto 2,40 è solo una “Bad-Home”, differenza fondamentale per la qualità della vita)”.

Alien in piazza Wagner, del quale ho parlato su ArcipelagoMilano è della stessa categoria dell’edificio sull’angolo di via dei Giardini con Fatebenefratelli illustrato con una lettera del 18 novembre al Corriere da Walter Monici.

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12 commenti su “L’invasione degli ultracorpi, il recupero dei sottotetti”

  1. Terrificante e incredibile.

    Il vostro blog è pieno di interessantissimi articoli che riguardano la Milano sparita, la distruzione insensata di capolavori dell’architettura, di chiese, torri medioevali, interi quartieri, ecc. Cosi ci hanno insegnato questi errori madornali commessi nel passato?

    NULLA!!!

    Purtroppo deve essere nel DNA di questa città la volontà masochista di imbruttirsi senza alcun rispetto per se stessa. La distruzione continua inesorabile, un palazzo per volta, irrimediabilmente.

    Vi ringrazio per quello che fate, riportare ciclicamente questo argomento in primo piano ma purtroppo siete gli unici a farlo. Sappiamo che vi leggono sia in comune sia nelle redazioni dei più importanti giornali cittadini, speriamo che qualcuno prenda spunto dalle vostre segnalazioni per accedere un faro su questo scandalo.

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  2. Nel mio piccolo, anzi nel mio microscopico, ho sempre provato a far presente il problema a mio giudizio colossale, ma non mi sembra che fotta granché a qualcuno. Nemmeno nel manifesto di urbanfile se ne fa menzione

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  3. Sottoscrivo quanto segnlato sopra. È un continuo stupro del volto di Milano. E non conosce sosta. Segnalo, tra l’altro, gli orridi volumi sovrapposti ai palazzi modernisti di piazza Diaz e di fronte al museo del ‘900.

    Neppure in queste aree di pregio, come pure in vie di palazzi novecenteschi di qualità come via Mascheroni, regno del liberty, ci si è astenuti da simili scempi. Arrivano ciclici appelli, ma in ultima analisi né soprintendenza né Comune alzano un dito.

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  4. Già, la cosa sconvolgente è che sembra non fregare nulla a nessuno di questo argomento tranne che a noi lettori di questo blog.

    Eppure secondo me siamo di fronte ad una trasformazione EPOCALE in peggio del panorama urbano, ho visto con i miei occhi cambiare completamente nel giro di qualche anno la zona in cui sono nato, fatta di tanti bei palazzi di inizio novecento ormai irrimediabilmente sfregiati da questi interventi.

    Nessun edificio è indenne, palazzi liberty, razionalisti, edilizia degli anni ’60, tutti colpiti e devastati alla stessa maniera.

    Non posso credere che questa cosa non interessi a nessuno e passi sotto silenzio.

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  5. Ma perchè il manifesto di UrbanFile per il prossimo sindaco di Milano non ne faceva menzogna? E’ un fatto epocale si, distruttivo per il panorama urbano come il bombardamento della seconda guerra mondiale, ma nessuno ne parla, possibile che non sia possibile sollevare la questione? Non si tratta nemmeno vietare in toto, basterebbe imporre almeno una tipologia unica di tetto (stile parigina, per esempio).
    Secondo me ci siamo già giocati Milano nel frattempo

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  6. Però un discrimine deve essere dato.

    Non è possibile che un palazzo di fine ‘800 o primi del Novecento sia considerato alla stregua di una palazzina anni ’50, ’60 o altro…

    Se è opinabile fare dei sopralzi a palazzi più o meno moderni come si può STUPRARE un palazzo come quello nell’ulltima foto??

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  7. Siamo di fronte alla stessa speculazione edilizia che ha devastato Milano più e più volte seppur anche se in forma diversa, negli anni 30 e poi 40/50 si radeva al suolo con le ruspe interi quartieri, negli anni 60 si costruivano palazzoni di 7/8 piani nel bel mezzo di quartieri cresciuti secondo il piano beruttiano fatti di isolati omogenei e di case alte per lo più 4 piani. Ora con la scusa del recupero si sta sopraelevando qualsiasi cosa e palazzi di ogni epoca con 1, 2 e a volte addirittura 3 piani in più senza alcuna regola e senza alcuna logica. Io non sono contro a priori ma se e solo se si impostano delle regole ferree su stili ed altezze. I due casi che avete mostrato voi sono al limite dell’incredibile e sono purtroppo solo alcune dei tanti. Ha ragione Francesco, si sono accumulate tante e tali brutture che ormai è impossibile recuperare i danni fatti. E’ vergognoso. Spero che chi di dovere si svegli dal torpore e faccia qualcosa. Ringraziamo di questo scempio il nostro caro ex governatore omofobo Formigoni. Possibile che il comune non possa mettere dei freni? Ragazzi di Urbanfile, sfruttate i vostri contatti e fate qualcosa per perorare la casa o altrimenti sarà sempre peggio.

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  8. Anche io Francesco non ci dormo la notte e mi fa piacere sapere con non sono l’unico. Non sai quanto mi faccia arrabbiare questa cosa! Ogni volta che vedo comparire un ponteggio ad un palazzo tremo al pensiero di quello che potrei vedere a ponteggio smontato.

    La città sta assistendo immobile e disinteressata alla distruzione di se stessa e quasi nessuno se ne scandalizza, d’altra parte non è purtroppo una novità. Quante volte è già successo? Questo blog è pieno di articolo favolosi in cui ci viene raccontata la storia di Milano dove capolavori dell’architettura o interi quartieri sono stati cancellati senza che praticamente nessuno si sia opposto.

    Si chiama menefreghismo! E’ esattamente lo stesso motivo per cui non c’è un palazzo senza una tag, se ognuno tenesse pulita la sua facciata avremo già risolto il problema.

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