Milano | San Vittore – Se lo stato vende il carcere?

Ti sbatto a San Vitur!!! Oramai in Italia San Vittore è più sinonimo di carcere che del nome del santo o della chiesa che dista non molto dalla casa di detenzione milanese.

E’ notizia recente quella secondo cui lo Stato vuole vendere le carceri storiche italiane (San Vittore, Regina Coeli e Poggioreale), in cambio di penitenziari nuovi e all’avanguardia dove possa essere pienamente realizzato il principio costituzionale che prevede che la pena debba tendere alla riabilitazione del condannato.

A oggi, come sappiamo, la situazione è quella di carceri affollate da decenni (già negli anni Settanta si parlava di sovraffollamento), vecchie e obsolete, in cui i detenuti vivono in modo passivo la pena. Insomma, come dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando “c’è bisogno urgente di un modello di carcere diverso, che esca dall’attuale modello ‘passivizzante’, in cui stai in branda e non fai nulla in attesa che passi il tempo della pena, il presupposto giusto per la futura recidiva; mentre nei Paesi dove il carcere è studio, lavoro, sport la recidiva cala”.

Il carcere di Milano è una costruzione di fine Ottocento: è infatti dopo l’Unità d’Italia che si decise di dotare la città di una casa penitenziaria moderna e grande. Così venne prescelto un terreno poco edificato al bordo della cinta muraria del 1500, verso il Fopponino, un cimitero in zona di Porta Vercellina. Il Comune incaricò l’ingegner Francesco Lucca, che si rifece al modello settecentesco del panopticon e disegnò un edificio a sei braccia di tre piani l’una. Tra i raggi vennero costruite le cosiddette “rose” di passeggio, divise in venti settori destinati ciascuno a un singolo detenuto, per impedire la comunicazione tra i reclusi. Su piazza Filangieri venne costruito un edificio in stile medievale in cui vennero collocati gli uffici e l’abitazione del direttore. Originariamente era in stile medievale anche il muro di cinta, ma oggi è stato quasi completamente ricostruito per motivi di sicurezza. Il corpo di guardia alle spalle degli uffici costituisce un’ulteriore barriera tra l’interno e l’esterno.

Ci siamo chiesti che futuro sarà riservato a questa parte di città una volta dismesso il carcere: come convertire questo edificio in qualcosa di utile e fruibile? Raderlo al suolo e fare un bel parco potrebbe forse essere la soluzione migliore, vista la scarsità di verde che c’è in centro città, ma sarebbe un peccato perdere anche questa struttura storica.

Al mondo esistono esempi di ex carceri trasformate in hotel, come l’Hotel Het Arresthius – Roermond, nei Paesi Bassi o il  Clink78 Hostel a Londra.

Forse la soluzione potrebbe essere quella di mantenere solo una parte, magari uno o due raggi, con la parte centrale e l’edificio di accesso come memoria storica e demolire il resto per creare un parco.

Si potrebbe trasformare in hotel o uffici la palazzina delle guardie e i due raggi potrebbero diventare un ostello. Qualcuno ipotizzava anche il riutilizzo degli spazi per la creazione di un museo, ma bisognerebbe prima valutare quali possano essere i contenuti.

Abbiamo provato a immaginare come sarebbe la zona se si trasformasse in area verde parte dello spazio attualmente in dotazione al carcere.

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Una nostra idea di come potrebbe essere convertito il carcere di San Vittore
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Il Carcere come si presenta oggi

 

Carcere_San_Vittore_1973
Rivolte nel 1973
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Il carcere negli anni Cinquanta

 

Carcere_San_Vittore_Interno cappella centrale

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L’interno trasformato dell’Hotel Het Arresthius a Roermond, nei Paesi Bassi

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15 commenti su “Milano | San Vittore – Se lo stato vende il carcere?”

  1. Coworking, smart working, parco a verde, hotel, smart city, acceleratore d’imprese, museo, spazio eventi cinema all’aperto, ristoranti e bar modello mercato metropolitano…

    Un mix di lavoratori smart, svago, verde e turismo e residenti della zona…
    Per attrarre anceh gente dall’estero..

    Tutto questo e altro…
    E’ talemnte grande che si può fare.
    Creare un nucleo dinamico nel cuore di Milano in mezzo al verde con bar e risto all’aperto per la sera musica e eventi..

    E diventare cos’ un pezzettino in più europa.
    un pezzetto alla volta!

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    • D’accordissimo infatti lascerei un 50% cubatura a verde il resto mix di funzioni (alla europea ovviamente), non movida low cost..
      ndr

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  2. Intanto i volontari di Retake Milano assieme a detenuti stanno riverniciando in questi giorni delle celle.Per il resto buon bla bla…

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  3. A Milano manca una vera grande Biblioteca moderna, un Teatro per bambini, uno spazio dedicato alla musica Barocca o uno spazio di sperimentazione come il Southbank Centre a Londra. Queste funzioni si legherebbero bene a un grande spazio verde attrezzato. Personalmente eviterei cose tipo mercato metropolitano, bar e ristoranti e spazi senza forma per assembramenti stile “movida low cost”. Ed eviterei anche qualsiasi cosa con termini inglesi tipo coworking (sharing) o social housing (di solito i termini inglesi in Italia nascondono grosse fregature)

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    • I bar e ristoranti più belli in Inghilterra, france e germania sono proprio dentro le biblioteche e/o musei.

      Servono a far vivere i progetti e non come movida low cost.
      Il mix serve di lavoro (co-lavoro autarchico) a bassto costo serve per far lavorare e tenere produttiva la zona per le partite iva povere ma ad alta innovazione.
      E poi giovani anceh dall’estero possono aprire aziende tramite affitto low costa delle scrivanie.
      Questo rende la città più economica e accessibile a ci vuole portare innovazione.
      insomma un pò di europa.

      Creare un polo di attrazione non solo svago…ma anche opportunità dove si può organizzare un calendario di eventi di realtà economiche smart, mangiare, discutere, aprire al quartiere e cultura accessibile…

      Senza contare il turismo d’intelletto.
      buon biglieto di ritorno a milano.
      Operosità meneghina non devo spiegarla io..! 😀

      Pace e prosperità

      Ps.
      tra l’altro dietro l’angolo la riqualificazione a mercato coperto stile barcellona di piazza S.Agostino farebbe STRIKE.
      E milano cresce punti in Europa.

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      • Hai assolutamente ragione: Il Southbank Centre a Londra (ma ci son esempi simili in tutta Europa) porta con se Bar e ristoranti. E una biblioteca moderna e uno spazio di cultura (e non solo svago) per bambini, avrebbe un indotto per famiglie notevole (pensa alle giovani famiglie straniere che vengono a visitare Milano, cosa fan fare ai bambini in questa città per vecchi?). Ho invece dubbi su fare (proprio li) cose alla mercato metropolitano o mercato coperto stile Barcellona che vedrei meglio altrove.

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  4. Eccomi! Io faccio parte della compagine pro-museale! 🙂
    Per me andrebbe benissimo come parco scientifico tecnologico, dato che dei 16 mila oggetti (tutt’ora in rapida crescita) che fanno parte delle numerose collezioni donate al Museo Scienza e Tecnica, solo una piccola percentuale è attualmente in esposizione, molti aerei ad esempio sono in esposizione a Volandia, molti treni sono al museo dei treni Ogliari di Somma Lombardo e così molti altri veicoli e macchinari. Oggi non molto spazio è dato alla fisica, all’astronomia, alla chimica, alla biologia, alla geologia, alle scienze della vita, alla matematica e così via. In un allestimento moderno, con IMAX 3d e ampli spazi per mostre, una struttura come San Vittore potrebbe efficacemente ospitare il tutto. Alla fine il monastero degli Olivetani oggi è dedicato in gran parte alla storia dell’industria, mentre manca l’approccio moderno di un parco scientifico come lo Science Museum di Londra ad esempio.

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    • Secondo me se vai a Monaco di Baviera
      (in realtà chiunque legga dovrebbe andarci almeno una volta nella vita..anche solo per vederlo..)

      Dovresti prendere come rferimento il DEUTSCHES MUSEUM
      http://www.deutsches-museum.de/index.php?id=1&L=1

      Non c’è proprio storia.
      Forse mi dicono solo lo Smithsonian di Washington?

      Ps.
      Varrebbe la pena andare a Munchen anche solo per vedere il museo.
      E li si che potete vedere come in Germania il mix di ristorazioni, cultura, turismo, e passione e vivibilità funziona alla grande e attira un sacco di posti di lavoro per i residenti..

      Purtroppo il museo della scienza e tecnica di Milano non si avvicina neppure…lontanamente.

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