Milano | Urbanistica – Riaprire la cerchia dei Navigli: ancora nulla di fatto, ma nuovi rendering

Ancora niente di fatto. La riapertura del canale Martesana in via Melchiorre Gioia, quella del canale di via San Marco e poi tutta la Cerchia dei Navigli sino alla Darsena, è rimandata a data da destinarsi.

Nel mese scorso si è discusso per l’ultima volta in Consiglio Comunale circa il ritorno in superficie dei navigli, seppelliti quasi cent’anni fa sotto il manto stradale (era il 1929-30). Nonostante la maggioranza fosse favorevole ad un progetto rigenerativo per la ricostruzione di questo valore perduto, il succo della questione è stato: non ci sono soldi. Il progetto è stato perciò nuovamente rimandato.

Era il 2011 quando i milanesi scelsero, con oltre il 94% a favore, di programmare un progetto che nel corso del tempo avrebbe riportato alla luce la famosa Cerchia dei Navigli e le varie ramificazioni di raccordo, con Martesana e Darsena.

Alcuni consiglieri avevano proposto di convocare una nuova commissione per riesaminare lo studio di fattibilità tecnica ed economica, elaborato da MM nel novembre 2020 e parzialmente aggiornato nel 2021. Ma il risultato è sempre stato: troppo costoso.

Come ha detto lo stesso Sindaco di Milano Beppe Sala durante i giorni di discussione, riguardo all’apertura dei Navigli, il Comune l’ha messa definitivamente da parte, “perché se facciamo una valutazione di circa mezzo miliardo di euro prima del Covid e degli aumenti inflazionistici, oggi sarà ancora di più e non credo che possiamo affrontare un investimento del genere”. Conferma arrivata anche dalla Commissione a Palazzo Marino.

La questione riguardante la riapertura degli otto chilometri di Navigli intubati, come abbiamo visto, ogni tanto torna a essere considerata, e almeno di questo ci rallegriamo; anche se, come puntualmente si constata, non si conclude nulla.

Con il via al cantiere per la nuova metropolitana M4, sembrava si sarebbe portato avanti anche il discorso di aprire qualche tratto del vecchio Naviglio, ma niente si è fatto. Unica consolazione: le stazioni della nuova linea del metro’, che percorrono un tratto di quello che era il vecchio corso del canale, terrebbero in qualche modo in considerazione questa possibile apertura del naviglio, con gli ingressi spostati ai lati.

La riapertura coinvolgerebbe quasi otto chilometri di canali, dall’area di Cassina de’ Pomm ai Bastioni di Porta Nuova, compresi quelli interrati che attraversano la città, dalla Conca dell’Incoronata fino alla Darsena.

Certo, la riapertura del canale cambierebbe molto il volto del quartiere, soprattutto in aree ora anonime o del tutto prive dell’appeal perduto.

Il progetto, come detto, era stato rivisto con uno studio di fattibilità tecnica ed economica elaborato da MM nel novembre 2020 e parzialmente aggiornato nel 2021. Diversi scenari sono stati esplorati nella relazione di MM, tutti potenzialmente realizzabili.

Le ultime proposte includono l’altezza dell’acqua dei Navigli, calcolata a circa un metro e mezzo per consentire la navigabilità dei canali milanesi, oltre alla pianificazione dei sottoservizi con possibili ricollocazioni.

Roberto Biscardini, presidente dell’associazione Riaprire i Navigli, ha commentato il progetto, affermando di aver promosso nel corso degli anni un concorso internazionale di idee architettoniche con lo scopo di mettere in luce le numerose potenzialità e i benefici che la riapertura dei Navigli porterebbe alla città.

Biscardini ha sottolineato l’importanza dello studio di fattibilità tecnica come punto di partenza, ma ha anche evidenziato la necessità di affrontare questa riapertura anche dal punto di vista urbanistico e architettonico, al fine di valorizzare la bellezza della città, l’ambiente verde e altri vantaggi.

La riapertura della Cerchia dei Navigli sarebbe non solo un’opportunità per ridurre il traffico in centro, ma anche per riportare l’acqua in Milano, ridare vita a luoghi anonimi, e soprattutto una nuova attrattiva per il turismo, senza contare che persino i milanesi riscoprirebbero luoghi altrimenti sconosciuti.

Purtroppo sarà uno di quei progetti che non vedranno la luce molto presto; sicuramente non prima dei prossimi vent’anni. Ci auguriamo di sbagliarci.

Qui di seguito la lunga galleria con gli ultimi rendering del progetto partendo dalla Darsena e risalendo il canale sino a Cassina de Pomm in fondo a via Melchiorre Gioia, a Greco.

La Conca del Naviglio. Si tratta dell’ultimo tratto di naviglio prima di fluire nella Darsena. Per fortuna l’antica conca è stata preservata e oggi è una sorta di fontana. La conca, o chiusa, opera di ingegneria idraulica atta a superare il dislivello imposto dalla conformazione del terreno, anche chiamata Conca di Viarenna (dalla vicina via Arena a sua volta a testimonianza dell’antico anfiteatro romano), si rese necessaria per collegare la Darsena, quindi Naviglio Grande e Naviglio Pavese, con la fossa interna, consentendo di superare il dislivello della città. In pratica sarà ripristinata ricucendola con un nuovo canale.

Il nostro percorso prosegue lungo via de Amicis, via Molino delle Armi, via Santa Sofia e via così sino a via Senato. Inutile elencare le tante meraviglie dislocate lungo questo percorso.

Giungendo in piazza Cavour, attualmente un non luogo di Milano, il progetto iniziale è stato completamente rivisto e migliorato.

In questo caso il progetto di riapertura dei navigli prevede la creazione di una piccola darsena con molo per l’eventuale servizio nautico, insieme ad un’imponente scalinata che porta alla statua di Cavour e al parco. Nuove aiuole e finalmente un po’ di ordine all’insieme, una situazione urbanistica oggi lasciata al caso.

Il canale prosegue verso via San Marco percorrendo via Fatebenefratelli.

Giungiamo così alla Darsena o laghetto di San Marco, oggi occupato da un brutto parcheggio. L’occasione per riportare alla luce il vecchio laghetto sarebbe l’occasione per dare nuova vita ad uno degli angoli più suggestivi dell’intero percorso del Naviglio interno. Grossomodo, i palazzi che si affacciano sullo “slargo” sono rimasti gli stessi di centocinquant’anni fa.

Risaliamo lungo via San Marco e la Conca dell’Incoronata, anch’essa per fortuna preservata e facile da riproporre.

Passiamo in via Melchiorre Gioia, dove il canale passerà nei pressi della BAM, la Biblioteca degli Alberi di Milano. La proposta del progetto ha cercato una soluzione per passare oltre il ponte del palazzo in attesa del suo sviluppo futuro: Pirelli 39 (torre Botanica & C). Qui il canale dovrà essere deviato formando una curva e infilandosi a lato del parco, creando così una nuova e suggestiva prospettiva.

Via Melchiorre Gioia tornerà così ad avere un canale che, in questa nuova veste (un tempo era prettamente circondato da fabbriche e piccoli magazzini), si troverà al centro e dove, su un lato, troveranno spazio “cantine” con bar, ristoranti e negozi pensati proprio per dare vita alla lunga arteria. Sui lati saranno inoltre inserite alberature e fioriere.

Link e info: Riaprire i Navigli

COORDINATORE DEL PROGETTO: ANTONELLO BOATTI, Professore Politecnico di Milano (DAStU) –

SISTEMA NAVIGLI, AREA VASTA: GIORGIO FRANCHINA, dottore in fisica – PAOLO LUBRANO, architetto – MARCO PROVERBIO, geologo –

PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANISTICA: EMILIO BATTISTI, Professore Politecnico di Milano (DAStU) – ANTONELLO BOATTI, Profess Politecnico di Milano (DAStU) – CLAUDIA CANDIA, architetto, dottorando – SIMONE CARZANIGA, architetto – ANDREA CASSONE, architetto – ELENA FILC architetto – ALESSANDRA GIANNINI, architetto dottore di ricerca – GIADA LONGHI, architetto – EMPIO MALARA, architetto, studioso della materia – MAR PRUSICKI, Professore Politecnico di Milano (ABC) – EKATERINA SOLOMATIN, architetto –

IDRAULICA, IDROLOGIA, IDROGEOLOGIA: MAURIZIO BROWN, ingegnere – CARLOTTA LAMERA, ingegnere dottore di ricerca – RENZO ROSSO, Profess Politecnico di Milano, (DICA) – GUIDO ROSTI, geologo – MARIA CRISTINA SCIANDRA, ingegnere dottoranda – STEFANO SIBILLA, Professore Università d egli Studi di Pavia –

SISTEMA DELLA MOBILITÀ: GIORGIO GOGGI, Professore Politecnico di Milano, (DAStU) – VERONICA INDELICATO, architetto

VALUTAZIONE DEI COSTI E DEI BENEFICI COLLETTIVI DEL PROGETTO: FLAVIO BOSCACCI, Professore Politecnico di Milano (DAStU) – ROBEF CAMAGNI, Professore Politecnico di Milano, (DICA) – ANDREA CARAGLIU, ricercatore Politecnico di Milano, (DICA) – ILA STEFANIA MALTESE, assegn

Politecnico di Milano, (DAStU) – ILARIA MARIOTTI, ricercatore Politecnico di Milano (DAStU) – MASSIMO VADORI, geometra –

PROCESSI DI PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE: MARCO BOFFI, assegnista Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambienta

PAOLO INGHILLERI, professore Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali) – LINDA POLA, dottoranda – NICOLA RAINIS professore a contratto Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali) – ELEONORA RIVA, ricercatore, Università degli Studi di Mil

(Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali) –

PROGETTO DI VALORIZZAZIONE STORICO-CULTURALE: ANTONIO LAMPUGNANI, architetto – ARIANNA LUGARINI, designer – UMBERTO VASCE VALLARA, architetto

ASSOCIAZIONI: Roberto Biscardini (Riaprire i Navigli) – Giuseppe Amato (Amici della Martesana)

Referenze immagini: Milano Sparita, Roberto Arsuffi; Comune di Milano

Storia, Cerchia dei Navigli, Martesana, Canale, Riaprire i Navigli, Cassina de’ Pomm, Bastioni di Porta Nuova, Conca dell’Incoronata, Darsena

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

51 commenti su “Milano | Urbanistica – Riaprire la cerchia dei Navigli: ancora nulla di fatto, ma nuovi rendering”

  1. Io trovo assurdo che un progetto così importante e storico non venga preso con la giusta serietà.

    Concludo dicendo che l’apertura di piccole zone come per esempio via San Marco avvierebbe una riqualificazione a catena.

    Via San Marco al momento è un parcheggio con benzinaio, non lo trovate assurdo ?
    Siamo
    Dietro la pinacoteca attraversando la via si percepisce subito il senso di nuovo di una via così grande senza una precisa identità.

    (Quando via San Marco ne avrebbe da raccontare di storie …….. )

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  2. Semplicemente vergognoso come la questione è stata trattata da qs amministrazione, seconda solo a quella riguardo San siro come improvvisazione.

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      • Non capisco il suo commento. Di parte in che senso? Sala, che io personalmente non disprezzo, ha fatto un altro referendum, quando ce n’era stato già uno. Perchè? Aveva l’occasione dei lavori della metropolitana per risparmiare e non l’ha sfruttata. Poteva anche provare ad inserire il progetto nel PNRR per avere fondi europei. Ha anche la possibilità di utilizzare un contributo della Svizzera ( più difficile da ottenere perchè arriverebbe solo a patto della navigabilità garantita fino al Po, ma intanto è un’ipotesi in più). Io temo che si sia lasciato perdere perchè implicava troppo lavoro per gli uffici del comune…

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    • La Milano produttiva in senso industriale non esiste più da decenni. La Milano produttiva di servizi non credo avrebbe nessun problema.

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    • La Milano produttiva dell’industria non esiste più da decenni. La Milano produttiva di servizi non credo avrebbe il minimo problema.

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  3. ma tipo al posto di partire tutto d’un colpo, che magari la gente scalza subito, apriamo i primo tratto su Melchiorre Gioia (magari anche solo fino alla filoviaria) ed il pezzo dalla darsena a via De Amicis? così la gente vede come potrebbe migliorare la qualità della vita e si può accelerare per il passo successivo al posto di dover far passare altre 2/3 amministrazioni.

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    • dalla darsena a via de amicis vuol dire la parte forse più costosa, un ponte girevole e le chiuse per superare il dislivello, oltre a togliere quel poco di verde che c’è in questa zona (almeno finche non verrà riaperto il parco dell’antiteatro opss, il colosseo verde , i cui lavori durano da 9 anni!)

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  4. Non abbiamo i soldi per tutta l’apertura ok!
    Almeno San Marco , conca del naviglio L, piazza Cavour e via melchiorre gioia sarebbero da aprire.

    Ragazzi qui si costruisce sono palazzi di palazzi ci meritiamo un angolo di natura in città.

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    • Concordo, su piazza San Marco, Melchiorre Gioia mi pare meno banale.
      Sulla piazza c’era un parcheggio sotterraneo in progetto che potrebbe in parte finanziare, oltre che una zona di sicuro appeal per un intervento di questo tipo.
      Altri soldi potrebbero derivare da tasse di scopo, ad esempio sugli affitti brevi che hanno drogato il mercato immobiliare

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  5. Melchiorre gioia non verrebbe a costare cosi tanto (e ancora meno in rapporto agli oneri di urbanizzazione della zona comunque) e darebbe davvero una svolta alla zona.
    posso capire le perplessità delle altre zone. non troveranno i soldi per fare un ponte sopra la stazione o una passarella sopra lo scalo romana. non avranno i soldi nemmeno per questo… però che pezzentume

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  6. pure dai render fanno fatica a togliere le scritte vandaliche dagli argini. comunque per me è no, molto meglio tanti alberi in più che fossati puzzolenti e mal tenuti

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  7. Ci sono molte città in giro per il mondo che hanno avuto il coraggio e la forza economica per migliorare la condizione dei propri cittadini

    Da Bogotà alla Corea ci sono degli esempi veramente interessanti

    La riapertura del Naviglio e dei canali si sarebbe dovuta progettare e realizzare con i soldi prestati dalla comunità europea

    Mi sfugge il perché debba essere o tutto o niente.

    Alcuni tratti potrebbero essere riaperti e rifunzionalizzati se non abbiamo soldi a sufficienza si potrebbe quantomeno iniziare invece pare che manchi la volontà e il coraggio politico

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  8. I vecchi navigli non devono mai essere riaperti perché rovinerebbe strade e palazzi che ci sono ora quindi non no no quel incosciente di sala la deve piantare con sta cazzata non si può deve lasciare perdere basta con questa stronzata

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    • Raffinata signora, mi pare che Sala abbia fatto un chiaro discorso di denari che non ci sono per queste opere che migliorerebbero l’aspetto e l’attrattività della città. Ma, aggiungo i denari ci sono per opere tristi, ritrite (conosce la parola ?) e inutili come il ponte di messina che prima di tutto calabresi e siciliani non vogliono, oppure per open to meraviglia che è una delle tante vergogne che ci perseguitano. Mi rendo conto che con pezzi di naviglio aperti alcuni non potrebbero più usare puzzolenti ed arroganti suv per andare a prendere i fazzoletti di carta parcheggiando sul marciapiede ma quello, gentile Raffinata, è lo scotto di vivere a Milano. Purtroppo anche lei fa parte della pletora di milanesi e di italiani che vedono fino alla punta del loro naso e si occupano solo di difendere la “propria roba”…. non sono certo che mi abbia capito…provi a guardare oltre la nebbia che avvolge il suo egotismo (non è errore di battitura) come quello della maggior parte degli altri e forse potrà immaginare una città più vivibile e meno arrogante..anche grazie ai navigli aperti.
      Alberto, un anziano milanese che purtroppo sa che non vedrà mai i navigli riaperti.

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  9. Considerato la civiltà dei milanesi e degli stranieri, diventerebbero discariche acquatiche come i canali di Amsterdam…. Basta vedere quello che viene buttato nei Nagigli attuali… Non sanno buttare una bottiglietta di plastica, buttare un sacchetto nel proprio condominio, o spegnere una sigaretta in un cestino, l’apertua dei canali interrati farebbero aumentare i lanci di spazzatura nei Nagigli. Guardate lo schifo che i partecipanti alla stramilano hanno disseminato nelle aiule, negli spiazzi verdi, nelle siepi degli spartitraffico,…. I milanesi non si meritano i canali. Eco-ambientaloidi ipocriti.

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  10. Considerato la civiltà dei milanesi e degli stranieri, diventerebbero discariche acquatiche come i canali di Amsterdam…. Basta vedere quello che viene buttato nei Nagigli attuali… Non sanno buttare una bottiglietta di plastica, buttare un sacchetto nel proprio condominio, o spegnere una sigaretta in un cestino, l’apertua dei canali interrati farebbero aumentare i lanci di spazzatura nei Nagigli. Guardate lo schifo che i partecipanti alla stramilano hanno disseminato nelle aiule, negli spiazzi verdi, nelle siepi degli spartitraffico,…. I milanesi non si meritano i canali. Eco-ambientaloidi ipocriti.

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  11. Bello ma non siamo ad Amsterdam. Sappiamo che fine farebbero senza un’adeguata manutenzione. Forse meglio riqualificare la città come è oggi

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  12. Articolo come sempre completo e interessante, ma, detto questo, tutta la faccenda della riapertura dei navigli è semplicemente una vergogna; è l’ emblema della sottomissione di una metropoli storica e gloriosa che, invece essere capitale di se stessa, è ridotta al rango di colonia; i navigli furono tappati durante un epoca di delirio collettivo, durante la quale era d’ uso comune salutarsi con l’ espressione “romanamente”…e in quell’ epoca nessuno pensava che Milano potesse avere una dimensione di città della bellezza e della storia dell’ arte, semplicemente doveva essere una immensa fabbrica con tanti c..i che producevano per la gloria del regime.
    La quantità di denaro prevista sarebbe sostenibile, ma…c’è di mezzo il residuo fiscale…andatevi a controllare la situazione in merito; stesso discorso per tutto il resto, le ferrovie dei pendolari, la scarsità dei vigili per controllare il traffico e il decoro urbano, ecc ecc. Tutto questo non c’ entra nulla con gli attuali amministratori della regione che, se avessero questo denaro, lo userebbero solo per nuove autostrade o per un ponte italia-maghreb.

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  13. Questo reder sono meglio rispetto agli ultimi che erano stati pubblicati diversi anni fa.

    Riaprire la Cerchia interna rappresenta un’utopia… più che un sogno visto che lo stesso Sala ha bloccato ogni possibile nuovo progetto.

    Però sognare non costa nulla

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    • Ma anche Sala prima o poi andrà in pensione ! I navigli sono parte dell’identità della città. Si è detto milioni volte. Amsterdam non si sa perché , con tutti i suoi canali è una città all’avanguardia che fa un baffo a Milano pure nel design. Moderna, pulita, organizzata e con i canali. Con il metro i tram le bici e le auto . I canali non sono causa di arretratezza mi pare …piuttosto il contrario oggi che si impongono scelte drastiche per invertire la tendenza del cambiamento climatico nella Milano città più inquinata d’Europa e terza o quarta più inquinata del mondo ….boh! Mi sembra tutto così assurdo !cosa aspettiamo cosa ?!

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      • Bella bella, questa della riapertura dei Navigli per invertire la tendenza del cambiamento climatico batte tutte le altre stronzate qui sopra( e ce ne vuole.)

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        • Astrid , inizialmente c’erano solo dei selvaggi pastori dediti a sacrifici e che abitavano in capanne di paglia in mezzo al nulla . Nel tempo…. Sono diventati l’impero più vasto del mondo.parti dal nulla e ti ritrovi secoli più tardi il centro del mondo . Ma se siamo disfattisti a prescindere… ciaone ! Meglio una fine rapida e indolore !

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      • Ciao, concordo in pieno, “vedi Amsterdam”, il valore identitario di Mediolanum è ancora molto sentito, la Milano che accoglie e ospita (anch’io provengo dal sud per lavoro dagli anni 70, ora mi sento Milanese di adozione) il progetto si può fare è solo questione di volontà, di sognare un pò perchè no, i soldi si trovano, si potrebbe pensare ad una piccola tassa di scopo per i Navigli del Bonvesin della Riva che tanto ne decantava la limpidezza, emissione di francobolli, lotterie in favore del progetto e tante altre iniziative che, sono sicuro possono coprire benissimo i costi, inoltre il nuovo patrimonio urbanistico e di mobilità dolce potrebbe portare contributi per il suo utilizzo per la navigazione culturale, mi domando quanto costa lo smog di Milano, ricordo negli anni 70/80 che si puliva il Duomo, finito il quarto lato si doveva ripartire perchè nel frattempo il primo lato si era annerito ancora, oggi forse va un pò meglio ma Milano è ancora in affanno per mancanza di ossigeno e primo o poi essendo una delle città più inquinate d’Europa bisogna prima o poi provvedere (in Italia purtroppo sempre poi e dopo, e con costi maggiori si corre ai ripari) possibile che nessun governatore non riesce mai ad avere una visione previdente nessun riesce più sognare un minimo, stento a crederlo, era meglio che restavo dove sono nato, almeno il cuore ne soffriva meno.

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  14. Il tratto davanti alla BAM è assurdo. Si mangia un pezzo di parco e non rispetta il senso dell’operazione, che è di riportare alla luce il naviglio come era e dove era (non creare corsi d’acqua decorativi tracciati a caso). Quel tratto sembra figlio di una sola priorità: non infastidire gli automobilisti o alle prossime elezioni si vendicano.

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  15. Il naviglio passa di fronte la bam da suo tracciato STORICO.

    E molto facile dimenticare la storia di Milano, per questo il progetto è importante.

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    • È vero che il naviglio passava di fronte alla BAM (e sotto la strada passa tuttora), ma non secondo il percorso del progetto di queste tavole, deviato a gomito all’interno dei giardini della BAM. Poi, nelle tavole c’è l’obbrobrio idraulico del canale del Seveso che sottopasserebbe il nuovo naviglio con un percorso ancora più astruso.
      Chi penserebbe di deviare il Naviglio Grande o il Naviglio di Pavia per percorsi d’acqua decorativi tracciati a caso (come scriveva il collega prima)?
      Questo non è il progetto per la riapertura del Naviglio della Martesana (naviglio di età sforzesca e tuttora esistente nel sottosuolo) ma un pastrocchio irrealizzabile.
      Non si può abbattere lo stadio di San Siro e questi continuano a pensare di demolire opere vecchie di secoli.
      Se il progetto è questo, i navigli resteranno coperti per un altro secolo, almeno. E per la storia di Milano è meglio che sia così.

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  16. Riqualifichiamo subito via San Marco !!!!
    Naviglio o no non si può tenere nel pieno centro di Brera una strada in quelle condizioni.

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  17. Ma basta sprecare soldi con progetti e render (che sono sempre irrealisticamente lontanissimi dalla squallida realtà delle realizzazioni effettive) su questi progetti di dubbia possibile fattibilità. Spendiamo i soldi per sistemare quello che esiste: rimettere gli alberi spezzati a luglio 2023 (si, mancano ancora) o sistemare le buche/voragini/avvallamenti che creano pozze.

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  18. Ma questi sono i render già in circolazione da decenni! Irrealizzabili.
    Il laghetto di San Marco a una quota ribassata significa demolire le sponde e le due conche di navigazione successive, che sono conservate nel sottosuolo. Come pure è conservato sotto la strada il ponte tra via Manzoni e piazza Cavour, che verrebbe demolito per costruire la “piccola darsena”. Le costruzioni del naviglio esistono ancora nel sottosuolo. Mettetevelo in testa.
    Pensate ai problemi che hanno dovuto affrontare per salvare qualche metro di muro del naviglio a Sant’Ambrogio o in piazza Resistenza Partigiana.
    Cosa pensate di fare? Demolire e portare tutto in discarica?
    Com’era dov’era! O meglio, com’è dov’è, visto che il naviglio non è stato distrutto ma solo nascosto sotto terra. I navigli riaperti non potranno che essere così. Svegliatevi.

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  19. E’ veramente incredibile, ancora c’è chi si preoccupa del fatto che i navigli riaperti sarebbero nient’ altro che canali sporchi…evidentemente nulla sanno costoro di cosa siano i navigli e di quale acqua verrebbero eventualmente riempiti, di come funzionerebbe l’ afflusso-deflusso e probabilmente nemmeno sono di Milano, perchè, almeno una volta, avrebbero altrimenti ammirato la cospicua presenza di vita acquatica sotto e sopra la superficie della rinnovata darsena…in acqua limpida.
    Ma non capite? La riapertura dei navigli non sarebbe solo un atto urbanistico-amministrativo semplicemente, sarebbe il simbolo eclatante di una Milano che ritrova il proprio ruolo di autonomia e che abbandona l’ attuale mediocrità, quasi un avvenimento esoterico…
    Poi se c’è chi pensa che la bellezza del vivere sia posare il culo sul sedile della sua auto, rintanarsi in casa-sul luogo di lavoro in attesa di fuggire al prossimo ponte di festività…siamo messi male.

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  20. Sognare è sempre bello e non costa nulla (o quasi, giusto qualche studio di fattibilità e relativi rendering). Poi, una volta che ci si risveglia si torna alla vita reale e ci si accorge che non ci sono soldi per asfaltare le strade ridotte a colabrodo, per costruire una connessione fra M3 e M4 o semplicemente per ripristinare qualche aiuola dopo un nubifragio, che per un prolungamento di qualche misero chilometro della M1 ci vogliono anche più di 10 anni, che per evitare di far esondare il Seveso a ogni temporale sono serviti più di 50 anni, che per avviare la ricostruzione di una tranvia ci sono voluti 12 anni e chissà quando la vedremo realizzata… Solo per citare alcune opere sicuramente più essenziali di un bel canale per la vita quotidiana dei milanesi. Il libro dei sogni resterà sullo scaffale, salvo essere rispolverato di tanto in tanto per dare un po’ di lavoro a chi si occupa di studi di fattibilità in MM (devono pur campare anche loro) e scatenare qualche giro di commenti sui social.

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  21. Mi trovo d’accordo a metà.

    Da un lato, l’idea è carina.
    Come ha detto Roberto, la riapertura dei Navigli ridarebbe vita a luoghi anonimi e valorizzerebbe ulteriormente Milano.

    Dall’altro lato però, considerando che c’è la metropolitana (e non solo la M4), c’è il rischio che entri l’acqua nella metropolitana causando un corto circuito.
    È questo che mi spaventa.

    Poi non so.
    Non mi intendo di elettricità.
    Lascio la parola a chi ne sa più di me.

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    • Se le pareti e il fondo del naviglio sono impermeabilizzati, la metro sotto non deve preoccupare. La Linea 2 passa sotto il Naviglio della Martesana, alla stazione Gioia, già da oltre 50 anni, e il naviglio in quel tratto è sempre stato funzionante, trasportando anche l’acqua del Seveso oltre a quella dell’Adda.

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    • Se le pareti e il fondo del naviglio sono impermeabilizzati, non c’è da preoccuparsi. Del resto, la Linea 2 passa sotto il Naviglio della Martesana alla stazione Gioia già da oltre 50 anni e nessuno si è mai preoccupato.

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  22. Riaaprire i Navigli?
    Ma perchè?
    Leggo che un sacco di gente lo vuole e che Boatti lotta molto (anche se farebbe meglio a tornare sul pianeta terra, l’ho conosciuto sulla luna decenni fa) e che MM ci guadagna solo all’idea e che i soliti schiavi disgnano rendering a gratis per la gloria e che il consiglio comunale vi ha perso dl tempo e che salah forse pure e e e …
    Ma continua a sfuggirmi la risposta

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  23. Da Milanese quasi stagionato è il mio sogno da sempre.
    Spero che in futuro anche se lontanissimo si possa concretizzare qualcosa.

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  24. Occorre riaprirne un tratto (direi San Marco e laghetto). A quel punto, sarà evidente a tutti quanto l’intervento sia migliorativo, e cadranno tutti i luoghi comuni (puzzo, zanzare, ecc. ecc.) ed i detrattori avranno poi pochissimi ascoltatori. Però attenzione: i ponti e gli argini coi parapetti in pietra, devono essere più vicini a come erano. Ad arco, in stile…Non ripetiamo gli errori della Darsena, questo è centro storico. Iniziamo a recuperare il ponte delle sirenette dal parco Sempione e, a seguire, si riproducano tutti gli altri. Attenzione anche ai materiali…I Navigli vogliono mattoni pieni, non del tipo Esselunga.

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  25. Buonasera, trovo romantico il pensiero di riaprire i navigli, ma siamo certi che sia la prioritá per i Milanesi? forse prima servirebbe fare un passaggio in Stazione centrale per vedere chi a lavori terminati godrebbe realmente di spazi nascosti perché più in basso della sede stradale. Se ripulissimo Milano da barboni, sbandati e drogati concorderei. Non ultimo lasciatemi dire che “spettacolo desolante” vedere i bambini nei mesi estivi rinfrescarsi in mutandina con i getti d’acqua in una delle piazze più belle di Milano quella di Porta Nuova. Lasciate stare spendiamo i soldi per cancellare i graffiti dalle facciate, tappare le buche, riparare i marciapiedi e pulire le strade!

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