Dopo aver visto la storia del quartiere e l’architettura, adesso possiamo addentrarci nella vita sociale e commerciale del quadrilatero formato da Corso Buenos Aires, Viale Vittorio Veneto, Via Lazzaretto e via San Gregorio.
Da subito il nuovo quartiere realizzato al posto del Lazzaretto, si arricchì di attività commerciali e ristoranti data la vicinanza con l’allora stazione Centrale posta in Piazza della Repubblica. Molti palazzi avevano un attività commerciale al piano strada e un attività terziaria (uffici) al primo piano, specie verso piazza Oberdan.
Poi lo spostamento della stazione Centrale in piazza Duca d’Aosta, la guerra e la ricostruzione spostarono anche la tipologia della popolazione del quartiere, la medio borghesia andava nei nuovi quartieri e la zona pian piano divenne popolare. Gli immigrati dal sud Italia occuparono le abitazioni.
Negli anni Settanta la zona non era certo bella, vecchie case, strade strette, così pian piano arrivarono anche gli immigrati dai paesi africani, specie dall’Eritrea.
Infatti col tempo la comunità eritrea-etiope ha fatto di Porta Venezia e del Lazzaretto la sua casa, specie lungo Via Lazzaro Palazzi. La decadenza che caratterizzava un po’ il quartiere, da almeno una ventina d’anni si è tranquillizzato, anche se lo scorso anno ha visto decine di eritrei bivaccare attorno alla chiesa di San Carlino e lungo viale Vittorio Veneto, aiutati dai loro connazionali che gli garantivano un pasto caldo (situazione al momento rientrata).
Di seguito due immagini riprese da Google Street-View nel giugno del 2015 che mostrano la situazione che si era creata in quel periodo di tensioni sociali e che per fortuna è stata ridimensionata parecchio.
Oggi il quartiere è soprattutto noto per i suoi ristorantini alla moda (El Paso de Los Toros, Maruzzella, Lucca, Delicatessen, Ristorante Ai Giardini, Albufera, La Risacca Blu’, Mint Garden Cafè, Trattoria Tipica Pugliese, per citarne alcuni) o per locali per l’aperitivo e non (Bar 35 Food & Drinks, Pandenus, Mint Garden Cafè, Lucca, il Frank, Mono, Red Cafè, Lecco Milano) soprattutto da una popolazione under 30.
Da diversi anni il quartiere si può dire che è diventato (ampliando a tutta Porta Venezia, Baires e Loreto) il quartiere gay di Milano. Locali, bar e ristoranti espongono le loro bandiere arcobaleno e si possono incrociare coppie dello stesso sesso mano nella mano. Tanto che intorno al 20 del mese di giugno le vie si animano con eventi e manifestazioni. Si tratta del MilanoPride, e come i più grandi Pride europei, ormai da diversi anni propone un calendario di eventi legati al mondo LGBT che si concentrano nella settimana della tradizionale parata conclusiva che ultimamente ruota attorno al quartiere concludendo proprio in Piazza Oberdan a Porta Venezia.
Nella zona abbondano anche i negozi particolari, come i bazar etnici, le vecchie ferramenta, fumetterie e negozi per collezionismo, come Yamato, specializzato in anime giapponesi e non solo, oppure come Ami Mop per laboratorio artigianale. Ristoranti etnici, soprattutto africani e asiatici, qualche Kebab e altri più selettivi, come il Björk (svedese), Joia (indiano e vengano), Taste of India (indiano), El Paso de Los Toros (argentino), Osterie Strippoli (pugliese), Ristorante Lucca (toscano), Ristorante Ai Giardini (italiano), Vinile Milano (bar e ristorante immerso in memorabili), insomma ce n’é per tutti i gusti come questo quartiere è diventato nel corso degli ultimi anni.
La zona ha senza dubbio il suo bel carattere e la sua storia. Mi permetto di mettere in prospettiva i toni un po’ da “Lonely Planet” sulla vita notturna, con un articolo di oggi su Repubblica. http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/06/22/news/lavoro_nero_milano_ispezioni_ristoranti_etnici_corso_buenos_aires_81_irregolari-142556386/