Ci troviamo al Borgo di Cassina Gatti (o di Cascina de’ Gatti), a Sesto San Giovanni, a due passi dal confine col Comune di Milano e dal quartiere Adriano. Fino a pochi anni fa si trattava di un piccolo gruppetto di case che ruotano attorno ad una chiesetta dall’aspetto medievale ma che venne edificata solo nel 1901 intitolata a Santa Maria Nascente. Il borgo in compenso ha origini molto antiche: la sua prima comparsa in un documento ufficiale, sotto il nome di “Sundro”, risale infatti ad un atto dell’842. Il termine (di origine longobarda) indicava un grande terreno di proprietà di un’unica persona o di un gruppo familiare. Solo nel 1200 prese il nome che conosciamo: quello della famiglia dei Gatta o Gatti, che lì risiedeva.
Questo era uno dei pochi spazi agricoli, assieme ad altre cascine limitrofe, che ha resistito all’industriosa Sesto (vicino vi sorgevano le acciaierie della Falck) e alla sempre più affollata Milano.
Ora l’area è in fase di completa trasformazione: nuove case, nuovi spazi commerciali e nuove piazze, compresa una totale riqualificazione della vecchia piazzetta della Chiesa di S. Maria Nascente e del tratto di Via Fratelli di Dio. In compenso i campi coltivati oramai sono spariti quasi completamente.
Il complesso che si trova a ponente è molto più impattante ma meno “strano” al contrario del gruppo, realizzato solo in parte, che si trova a levante e che ha un disegno architettonico più “strano”, con quelle sponde laterali arrotondate agli spigoli e le terrazze evidenziate da un rosso acceso. La parte commerciale che si affaccia su Via Fratelli di Dio è ancora in fase cantiere e sarà coperta da un soffitto a capriate in metallo.
Il nuovo complesso che sta sorgendo e in parte è già a buon punto, si trova in un area di oltre 236.000 mq a Sesto San Giovanni, ed è delimitato a nord dalla via F.lli Di Dio all’altezza dell’antico borgo rurale (Cascina de’ Gatti), a est dal centro sportivo Manin (via Manin) che prosegue verso Via G. Vittorio, a sud dal confine con il Comune di Milano e a ovest da via Livorno.
Al centro sarà ricavata una grande area verde attrezzata, mentre ai lati ci saranno gli edifici residenziali.
Il Piano, nel quale Univillage è inserito, si estende su un’area di oltre 236.000 mq. con le seguenti destinazioni:
– 19.000 mq per opere di urbanizzazione primaria (parcheggi e viabilità)
– 19.000 mq per opere di urbanizzazione secondaria (parco urbano, verde attrezzato)
– 174.000 mq per il parco estensivo nell’ambito del Parco della Media Valle del Lambro
– 24.400 mq destinati all’area edificata, dei quali oltre 16.500 disponibili per l’edilizia convenzionata della Cooperativa e comunale.
Il Complesso di edilizia convenzionata sarà organizzato in 9 scale di altezza variabile da 4 a 11 piani.
Comprende 257 alloggi, caratterizzati da grande efficienza energetica (classe A), e 279 box auto nei piani interrati.
L’intervento è stato realizzato con una scrupolosa attenzione dedicata alle tecniche costruttive, alle finiture e ai tagli degli alloggi, frutto dell’esperienza della Cooperativa maturata in 110 anni di storia.
Servizi per la comunità e larga presenza di verde pubblico rendono la Residenza Univillage, a tutti gli effetti, un nuovo quartiere di Sesto San Giovanni che si inserisce armonicamente nel tessuto urbanistico e sociale della città.
SERVIZI PER LA COMUNITA’
– 400 mq destinati a strutture per l’infanzia di cui:
– Asilo-nido (0-3 anni) per 28 bambini su un’area di 200 mq
– Scuola materna (3-6 anni) per 25 bambini su un’area di 105 mq
– Spazi condivi per asilo-nido e scuola materna su un’area di 85 mq
– Circa 500 mq destinati a un poliambulatorio gestito dal Consorzio il Sole che già amministra una realtà analoga nel comune di Cinisello Balsamo
– Circa 600 metri quadrati di piazza semi-coperta, destinata ad accogliere attività di aggregazione sociale e sulla quale si affacceranno attività commerciali
– 174.000 mq del Parco della Media Valle del Lambro e 19.000 mq destinati a parco urbano, dotato di percorsi ciclo-pedonali e di aree attrezzate.
Le informazioni sono state tratte da Salviamo il Paesaggio e dal sito della Parrocchia di S. Maria Nascente
Quando si parla di consumo di suolo….
Che non mi dicano che in quel devasto che è Sesto San Giovanni non c’erano 257 alloggi da riqualificare e assegnare, anziché urbanizzare (in quel modo) tutta quell’area.
Ennesimo ammasso di appartamenti… deprimente da vedere e da viverci.
Sono pure brutti!
In un mondo ideale si dovrebbe fare una legge che vieta edifici residenziali oltre i 4 piani…
Il degrado è sempre legato a densità di popolazione elevate.
questa è una tua opinione personale… ….decisamente opinabile.
l’importante è progettare bene. inoltre sai quanto spazio in più si occupa fra un edificio che si sviluppa in altezza e uno monofamiliare.
Osceno. Sembra edilizia da paese in via di sviluppo. Pazzesco pensare che si progetta ancora in questo modo architetti ingegneri e tecnici comunali…. tutti assieme.
orrore, raccapriccio, desolazione post modern e spreco di suolo fuori tempo massimo.
La chiesa è estremamente simile a quella di Mazzo di Rho, edificata dopo il 1901 comunque:
https://www.google.it/maps/@45.5310724,9.067488,3a,27.8y,91.19h,98.89t/data=!3m6!1e1!3m4!1ssaUnlbLd7VY8TPJPRnhSzg!2e0!7i13312!8i6656
A me alcuni edifici non sembrano brutti. Inoltre c’è un grande parco a mitigare intervento.
A Sesto San Giovanni manca del tutto la percezione estetica del bello. Decenni di industria pesante hanno annullato per sempre qulunque possibile idea di alternativa a palazzoni, a quartieri sovietici di condomini senza dignità, strade dalle dimensioni improbabili, con un’ irriverenza totale verso una scala urbana più umana. Invito chi ha curiosità -così come Urbanfile – a fare una gita esplorativa per Sesto come ricerca personale dell’orrore architettonico contemporaneo. Tutti i cantieri dagli anni ’90 in poi hanno lo stesso DNA dell’irriverenza e della povertà progettuale. In nessuna altra parte del mondo è possibilire trovare in poco spazio fallimenti e orrori urbanistic come in questa città, che ha anche avuto l’ambizione di proporsi come patrimonio UNESCO per le aree industriali dismesse. Non c’è nemmeno da stupirsi del naufragio del mega progetto di recupero delle ex aree Falck. Per Sesto San Giovanni c’è spazio solamente a speculazione edilizia perchè la rigenerazione urbana qui manca da qundo i grandi industriali gli hanno messo le mani addosso piu’ di cento anni fa. Alla fine uno si domanda a cosa servono le facoltà di archiettura quando poi si trovano progetti indifendibili da ogni punto di vista salvo forse quello dell immobiliarista.
C’è di peggio.
Ci sono passato dentro e sebbene siano palazzoni il complesso comunque nella sua pesantezza mantiene una certa leggerezza.
Strano ma vero.
Vorrei far presente che li vicino c’è un inceneritore, un impianto di depurazione acque e una centro smaltimento rifiuti. Chi ha dato i permessi per costruire così vicino a queste strutture? Vi era proprio la necessità di cementificare in quella zona ?