Oggi, sul corriere della sera è stato pubblicato quest’articolo molto bello e positivo di Francesca Bonazzoli. Questa settimana della moda pare essere una delle migliori, sarà il dopo-Expo, ma la città è più apprezzata dai visitatori e non solo. Mai come oggi, con la capitale in apnea, il ruolo di Milano appare ingigantito. Così più presenze nei locali, nei musei e nelle strade.
Due foto di MilanoPanoramica
«Ci sono il sole, tanti giovani talenti e la gente è di buon umore. Sì, questa è proprio una buona edizione». La settimana della moda si conclude domani e la sintesi di Carla Sozzani non potrebbe essere più ottimistica. «In giro percepisco positività. Dopo l’Expo la città è molto cresciuta nell’apprezzamento degli stranieri. Solo pochi anni fa bisognava spiegare loro che Milano è meravigliosa. Bellissima la mostra al Mudec che esibisce la ricchezza del patrimonio italiano; e poi i bar, i ristoranti, i locali che vengono incontro al bisogno di socializzare dei giovani. Milano non è solo la città della moda, ma anche del vivere bene». Al Comune hanno stimato che per la Vogue fashion night out le strade si siano riempite di circa 180mila persone. Nei ristoranti si stenta a trovare un tavolo. Dappertutto si formano capannelli di persone ferme a guardare i set fotografici o in attesa dell’uscita delle modelle dagli show room. La voglia di partecipare si vede anche dai vestiti: sembra che tutti avessero pronto nell’armadio un cappello bizzarro o un paio di scarpe eccentriche, insomma qualcosa di stiloso da indossare. Il ricordo di quando New York diede uno schiaffo a Milano sovrapponendo le date delle sfilate è lontano. Secondo l’architetto Fabio Novembre la città ha addirittura retto bene ai tanti cantieri aperti che spesso hanno contribuito a congestionare il traffico. «Questa volta i milanesi non hanno “sclerato”. Del resto la moda sta diventando sempre più trama e ordito della città: non la trovi nelle location delle sfilate, ma per strada, orientata dai blogger. Si sta evolvendo in maniera interessante grazie alla svolta green, ecosostenibile, che le ha impresso Carlo Capasa, la stessa su cui si è incamminata la città». E qui torna in gioco l’esperienza di Expo. «Ha regolato l’orologio di Milano sulla modernità» – sostiene Novembre. – «Penso che Sala riuscirà a tenere insieme il progetto di una città green che va dalla mobilità al cibo alla moda all’architettura».
Una visione opposta a quella di Philippe Daverio: «C’è più gente in giro, è vero, ma aumenta solo il traffico e il pubblico delle discoteche». In Comune, invece, credono sia fondamentale coinvolgere i cittadini e farli sentire partecipi attraverso mostre, eventi, sfilate-spettacolo e lavorano per spingere gli operatori a fare sistema. Cristina Tajani, assessore alle politiche del lavoro, commercio, moda e design, è convinta che la massa critica faccia bene alla città. «Il successo dell’edizione di quest’anno non è solo quello delle sfilate, ma anche delle fiere come White, dove per entrare si sono create lunghe code». La traiettoria per il futuro è stata tracciata in collaborazione con la Camera della Moda con cui, a fine anno, il Comune firmerà il nuovo protocollo d’intesa. «I temi qualificanti – anticipa la Tajani – saranno l’apertura alla città e il modo di fare sistema». Lo chef Davide Oldani ha già gettato un’esca al sindaco: organizzare una settimana della gastronomia accanto a quella della moda. «In questo momento sono il meglio che abbiamo. La città non è più mordi e fuggi, è pronta per ospitare eventi che si depositano e portano lavoro e immagine. Siamo cresciuti nell’organizzazione e ora c’è meno confusione e più concretezza». Il drappello degli chef è un osservatorio qualificato, perché è presente ad ogni sfilata. Andrea Berton, del ristorante a Porta Nuova Varesine, non ha dubbi: «Portiamo la cultura del cibo sano, che fa stare bene. Ormai Milano è percepita come una bella città dove si può stare bene oltre che fare business». Lo conferma Antonio Guida, chef del cinque stelle Mandarin Oriental hotel: «La moda sta diventando occasione per avvicinare molte persone all’alta ristorazione. Io vedo tanta energia e tanti colori».
Poi è geniale da parte del comune, sapendo che nella zona solari, tortona ci sarebbe stato questo evento white non mettere nessun vigile a presidiare la rotonda di piazza del rosario come si è sempre fatto quando ci sono questi flussi in una zona residenziale che sta diventando sempre di più quartire fieristico senza avere le minime infrastrutture stradali che lo consentano, ma si tanto chi se ne fotte se il residente deve respirare e sentire tutto il giorno i clacson degli incivili che vengono in zona senza essere residenti.
Peggio di così un evento non si poteva organizzare.
Vergogna.
mah… non so quanto possa migliorare la situazione… in queste occasioni la polizia locale per consentire ai fotografi e alle modelle di occupare la strada zampettando a caso da un lato all’altro, bloccava tutti (auto, moto, tram, ecc…) creando inevitabilmente file chilometriche….
Purtroppo il (loro) business vale molto di più dei (nostri) diritti.
Adesso servono interventi strategici contro i furbetti dei rifiuti (che buttano tutto per strada, anche ingombranti) e la sosta selvaggia. A Milano tantissimo spazio pubblico viene abusato per il parcheggio di macchine private. Marciapiedi, verde, strisce pedonali ecc. Serve un forte impegno per riavvicinare Milano a una città europea. Non si vive solo di Design e moda, adesso serve un impegno forte per rendere anche la Milano “normale” vivibile e decorosa.