Milano | Centrale – 15 anni fa la tragedia del Pirellone

Ricordo come fosse stato ieri il giorno in cui un piccolo aereo si schiantò contro la parete est del Pirellone e subito si paralizzò l’intera città.

All’epoca lavoravo in zona Vigentino e per tornare a casa, a Porta Venezia, mi dovetti muovere a piedi, perché subito le voci che si diffusero erano quelle di un attentato e quindi per sicurezza vennero bloccate le metropolitane e il caos si diffuse per tutta la città.

Era il 18 aprile 2002 e oggi sono passati esattamente 15 anni da quel giorno; soltanto pochi mesi prima, l’11 settembre 2001, negli Stati Uniti due aerei si schiantarono sulle Torri Gemelle del World Trade Center e uno sul Pentagono (un terzo venne fato precipitare su di un campo in Pensilvania) e naturalmente la fobia di attentati (agli albori allora) e di aver subito un simile attacco era comprensibile.

Ricordo anche che dalla periferia sud, in lontananza, si vedeva benissimo il fumo risalire dal grattacielo e tutta la gente, nel caos più totale, cercava di tornare a casa.

Quel giorno Luigi Fasulo (originario di Pregassona, comune del Canton Ticino), pilota svizzero di 67 anni decollò a bordo di un Rockwell Commander 112TC HB-NCX dall’aeroporto di Locarno alle ore 17:15, con destinazione Milano-Linate, dove avrebbe dovuto effettuare uno scalo per poi rientrare a Locarno alle 18:15.

Il piano di volo prevedeva due possibili rotte: Locarno-Saronno-Torre della Telecom di Rozzano-Rogoredo-Linate, oppure Locarno-Lago Maggiore-Varese-Milano-Linate.

Intorno alle 17:35 Fasulo chiese all’ATC di Linate l’autorizzazione all’atterraggio alla pista 36R, autorizzazione che gli viene negata per problemi di traffico.

Alle 17:42, mentre stava compiendo una holding di attesa prima dell’atterraggio, Fasulo comunicò, prima all’ATC di Locarno e poi alla torre di controllo di Linate, la presenza di un’anomalia al carrello.

L’ATC di Milano ordinò a Fasulo di circuitare sull’anello di attesa Ata, un percorso aereo a forma di ellisse che si sviluppa lungo la periferia della città.

Fasulo, probabilmente impegnato nel controllo dei vari comandi (spie del carrello, comando manuale di apertura di emergenza, fusibili dell’impianto elettrico), non si accorse di aver sbagliato rotta, e, invece di dirigersi sul circuito di attesa, andò verso il Grattacielo Pirelli. Nell’ultimo tratto della rotta il pilota aveva il sole in faccia, particolare che può aver contribuito a nascondergli il grattacielo.

Alcuni testimoni riferirono di aver visto l’aereo accennare una virata con il motore al massimo, ma ormai era troppo tardi per evitare l’ostacolo.

Alle 17:46, l’Aero Commander di Fasulo si schiantò contro il 26º piano del grattacielo Pirelli, sprigionando immediatamente un vasto incendio che sarebbe stato spento solo dopo alcune ore.

Al momento dell’impatto al “Pirellone” stavano lavorando circa 300 dipendenti della Regione Lombardia: negli ultimi piani del palazzo erano poche le persone presenti perché ancora in corso dei lavori di ristrutturazione. Nell’incidente persero la vita, oltre a Luigi Fasulo che si trovava da solo a bordo dell’aereo, Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito, due dipendenti della Regione Lombardia che si trovavano al piano dove si schiantò l’aereo, inoltre vi furono circa 70 feriti.

L’impatto dell’aereo con l’edificio provocò una caduta di detriti: vetri, metallo, fogli di carta che si erano sparsi su tutta la piazza Duca d’Aosta e su via Fabio Filzi, oltre agli evidenti rottami dell’ala dell’aereo.

L’apertura dell’esplosione rimase ben visibile per lungo tempo, una sorta di “ferita trapassante” che attraversava il grattacielo.

Scartata dagli inquirenti l’ipotesi dell’attentato, suggerita dagli eventi tragici dell’11 settembre 2001 in America e ipotizzata dal Presidente del Senato Marcello Pera e dal vicepresidente della Regione Lombardia Piergianni Prosperini, in un primo momento vennero formulate alcune congetture, tra le quali il guasto tecnico e il suicidio.

A fine 2002, nella relazione d’inchiesta riguardo l’incidente, l’ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza al Volo) chiarì che la causa probabile fosse da ricercare nell’incapacità del pilota di gestire in maniera adeguata la condotta della fase finale del volo in presenza di problematiche tecnico-operative e ambientali.

Subito si pensò alla riparazione e al restauro. Non solo il 25° e il 26° piano subirono danni, ma anche i piani inferiori vennero coinvolti.

Grazie alla struttura progettata dal grande ingegnere Pier Luigi Nervi, che realizzò assieme a Gio Ponti il grattacielo, la struttura portante resse (forse anche per le ridotte dimensioni dell’aeromobile).
Per l’opera di restauro venne istituito un gruppo di lavoro composto da storici, architetti, ingegneri ed esperti nelle specifiche materie per decidere i criteri d’intervento da adottare: si optò per un restauro conservativo, riprendendo le teorie di Giò Ponti per riportare il grattacielo alle originali aspirazioni. Gli interni erano già in fase di ristrutturazione da diverso tempo.

Il restauro, affidato a Renato Sarno Group e Corvino Multari Architetti Associati con la collaborazione degli ingegneri Antonio Migliacci e Maurizio Acito, dell’arch. Adriano Crotti e del Prof. Giorgio Torraca, ebbero inizio nella primavera del 2003.

Forse non tutti sanno che la fase di ristrutturazione richiese: lo smontaggio e la rianodizzazione di tutti i serramenti in alluminio; il ripristino e il consolidamento dell’intero complesso di 12.080 mq di tesserine originali in ceramica 2x2cm e la sostituzione di circa 250.000 elementi; la reintegrazione dei pavimenti in linoleum secondo il disegno originale di Gio Ponti, detto “giallo operativo Ponti”;  la “bucherellatura” dei setti in calcestruzzo come da disegno originale; e furono anche eliminate tutte le strutture radiotrasmittenti poste sul tetto dell’edificio.

Il 18 aprile 2004 il palazzo venne inaugurato e riaperto, del tutto rinnovato, l’auditorium sotterraneo intitolato a Giorgio Gaber. Il 31 maggio 2005, terminati i lavori interni, il palazzo fu occupato nuovamente dagli uffici regionali.

Oggi al 26°piano si trova un memoriale alle vittime di quell’incidente.

Notizie da quotidiani, Wikipedia e Regione Lombardia.

 

Ecco come appare oggi il Grattacielo Pirelli.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

2 commenti su “Milano | Centrale – 15 anni fa la tragedia del Pirellone”

  1. Il commento di PadaniaLiberaSecessioneSempre è stato cancellato per rispetto nei confronti degli altri lettori e delle vittime dell’incidente
    Ricordiamo ai nostri lettori che questo blog è aperto ai commenti di tutti gli utenti ma nel rispetto delle opinioni altrui e delle regole di buona educazione

    Rispondi

Lascia un commento