Arrivando alla stazione delle ferrovie a Lancetti, un po’ si rimane stupiti da quanto sia enorme questa stazione del passante.
La stazione fu attivata il 21 dicembre 1997, insieme al primo tratto del passante ferroviario di Milano da Bovisa a Porta Venezia, mentre dal 30 maggio 1999 – in seguito all’attivazione del cosiddetto “ramo Certosa”- divenne una stazione di diramazione.
La stazione è composta da due banchine a isola per l’utenza e quattro binari.
Naturalmente venne progettata durante il periodo d’oro, dove si sperperavano soldi pubblici a suon di mazzette e altro, così oggi ci troviamo una stazione decisamente sproporzionata per l’utenza che effettivamente ha.
Gli interni, molto spaziosi come per tutte le altre stazioni del passante, realizzate nei primi anni Novanta, sono vuoti e hanno quell’aspetto post atomico che mette un po’ d’ansia. Spazi un po’ più animati durante i giorni lavorativi, ma che nei week end diventano desertici.
Nessun negozio, nemmeno un’edicola, persino gli spazi pubblicitari sono inesistenti.
Eppure se uno spazio di queste dimensioni fosse stato realizzato a Parigi o a Barcellona, ora in superficie avrebbe una serie di strutture per uffici che giustificherebbe la presenza di una simile stazione.
Insomma, come sempre, in Italia si costruiscono le cattedrali nel deserto. Si spera sempre nei futuri sviluppi dell’area, visto che siamo a ridosso dello scalo ferroviario di Farini.
Uscendo nel piazzale dalla sottostante stazione del passante, ci troviamo in un’area pedonale che è utilizzata sempre come parcheggio. Più che un piazzale con nome, ci troviamo lungo la via Maloia che ha alcune aiuole e la grande uscita del passante formata da un bel foro rotondo nel terreno.
Perché il Comune consente la realizzazione di spazi con tanto di arredo urbano ben definito (che a volte non troviamo neanche in centro) e consente che poi siano trattati come un parcheggio di un supermercato?
Come ci è stata segnalato dal nostro lettore Andrea Molestivich (il quale ci ha inviato anche altre foto dell’incrocio) tanto per cambiare la questione più evidente a Milano è un po’ l’incuria e il degrado generale.
Non solo la zona “pedonale” è un po’ lasciata a sè stessa, ma anche in viale Lancetti e vie limitrofe il senso di abbandono è abbastanza evidente.
Sporcizia, scritte vandaliche un po’ ovunque, una serie di new-jersey in cemento posizionati lì da anni per chiudere l’accesso da un lato a via Maloia, spartitraffico senza aiuole e completamente rovinati, pali ovunque all’angolo di via Resegone.
Tra l’altro lo stabilimento della Fernet Branca, a pochi metri dalla stazione e che ospita un percorso museale di tutto rispetto, aperto anche nelle giornate del FAI, meriterebbe un netto restauro e una riqualificazione anche della via Resegone, per ridare dignità ad uno dei pochi vecchi stabilimenti industriali rimasti in città.
Il percorso museale ha ragione di esistere solo se valorizzato anche dal contesto generale esterno.
Foto forniteci da Andrea Molestivich.
il municipio 9 sembra veramente immobile.
Speriamo che con la riqualificazione dello Scalo Farini si rivitalizzi anche questo angolo di Milano! Avanti tutta e fare presto, Cerchiamo di non gettare al vento 5 anni di tempo, come fatto da Pisapia, che non è riuscito a combinare nulla su questo fronte…