Milano | San Cristoforo – Prosegue il disastro di Via Lodovico il Moro

Ma quante volte ancora dobbiamo menzionare la via Lodovico il Moro? La via che corre lungo il Naviglio Grande? E’ una via a doppia corsia che viene percorsa da moltissime vetture ogni giorno, da grossi pulman extraurbani e da mezzi molto pesanti come si vede in alcune foto scattate da noi.

Naturalemte la via non è strutturata per accogliere così tanto traffico, come è immaginabile, visto che è molto antica e quindi anche di dimensioni ridotte, dove persino i marciapiedi sono di piccole dimensioni, costringendo la gente a camminare sulla carreggiata.

Ma la questione che più ci sta a cuore è lo stato del fondo stradale, sistemato solo un anno e mezzo fa, è nuovamente ridotto da essere pericoloso.

Un tratto è ancora in pavé e un tratto è stato asfaltato. La parte col pavé è già da rifare, le pietre dondolano e presto qualcuna salterà dall’apposito incastro.

Mentre la parte in catrame è pericolosissima, tanto che qualche sera fa qualcuno si è schiantato contro la balaustra della Richard, probabilmente a causa dei solchi nel manto stradale. Le rotaie sono esposte e ai lati del metallo si sono formati due solchi profondi in molti punti, dove se ci finisce qualcuno con la moto, ad esempio, rischia di sicuro la vita. In molti punti l’asfalto è rovinato a tal punto che si vedono persino gli ondulamenti causati dalle traversine delle rotaie sottostanti.

Insomma una situazione alquanto pericolosa che andrebbe subito sistemata e non con dei semplici rattoppi.

 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | San Cristoforo – Prosegue il disastro di Via Lodovico il Moro”

  1. Viale Coni Zugna è conciato esattamente allo stesso modo (se non peggio). La settimana prossima lo riasfaltano (e cancellano il tram 14)

    L’unico problema è che a fare i lavori in fretta e quando piove e fa freddo si rischia che il prossimo inverno l’asfalto si sfaldi di nuovo allo stesso modo e si ricomincia.
    Ci vorrebbero soluzioni definitive e lavori fatti bene e ben controllati, speriamo.

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  2. Questa sera rattoppavano qualche buco, dopo che nella notte un’auto è finita dentro il naviglio poco prima, all’altezza del cantiere m4.
    Ma come si dice nell’articolo il problema è della viabilità pesante, e il tipo di strada che non nasce per sopportare tutto quel traffico.
    O si prendono soluzioni strutturali o vorrà dire fare lavori solo per buttare via soldi e lavarsi la faccia col cittadino.

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  3. indubbiamente il manto stradale va riparato, questo mi sembra ovvio, ma quello che secondo me impatta molto di piu’ sono le centinaia di auto parcheggiate lungo il naviglio (che ambirebbe ad essere anche una attrazione per Milano) a discapito di un marciapiede che e’ largo massimo trenta centimetri. Per non parlare dell’ orribile guard rail che costeggia la chiesetta di San CRISTOFORO, in poche parole poca o nessuna sensibilita’ per il decoro o se preferite il bello.
    Quando sento poi fare improbabili paragoni tra Milano e le altre capitali europee (Parigi, Londra ecc) io Vi chiedo avete mai visto auto parcheggiate bellamente sui marciapiedi, aiuole, spartitraffico, giardini ecc.qui regna l’ anarchia totale.

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  4. forse sarebbe il caso di pensare all’istituzione di un percorso alternativo e chiusura al traffico pesante del tratto davanti alla chiesetta….

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  5. ad oggi si sommano altri incidenti causa rotaie e dissestamento di cui uno grave passano i vigili guardano e passano e nessuno fa niente
    se non si danno da fare entro un paio di settimane le rotaie saranno totalmente esposte
    non è più pericolosa ,è impraticabile

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  6. Finché la Lombardia avrà un residuo fiscale di 56 miliardi di euro, i comuni avranno poca possibilità di sistemare la città. La mia non vuole essere una giustificazione per nessuno né una lamentela politica (in questo sx e dx sono uguali) ma solo un’amara constatazione di come vadano le cose in Italia.
    Urge ricordare che questi 56 miliardi finiscono a finanziare vergogne come il deficit del comune di Roma, i manager delle Asl sicilianuzze bedde, i forestali calabresi e il sistema sanitario di almeno 12-13 regioni su 20, che è in perenne passivo.

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