Milano | Ricostruzione dei Navigli: il 28 novembre 2018 si parla dei vantaggi

Del progetto Navigli abbiamo parlato spesso; le opinioni sono discordanti e pensiamo che i dibattiti pubblici siano sempre un valido strumento per farsi un’idea e valutare con maggiore cognizione.

Segnaliamo dunque l’evento in programma il 28 novembre 2018 alle ore 9:30 presso l’Auditorium Claudio De Albertis di Assimpredil Ance di via San Maurilio 21 (Cinque Vie).

Il dibattito sulla ricostruzione dei Navigli si fa sempre più animato e i contrari cercano senza sosta di far sentire la loro voce. Questa ci pare una buona occasione per conoscerne i vantaggi o gli svantaggi.

Ecco il programma dettagliato dell’incontro.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

56 commenti su “Milano | Ricostruzione dei Navigli: il 28 novembre 2018 si parla dei vantaggi”

  1. Arredo urbano e qualità della vita a iniziare dai trasporti, altro che 5 vasche con l’acqua a 3 metri sottoterra…

    Se i soldi non bastano per MM6 o secondo passante, cominciamo a metterli via in attesa di trovare quelli che mancano. No alla finanza delle cicale!

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    • Sulla base di quali valutazioni sostiene che secondo passante ed M6 sono più urgenti? Il sistema dei trasporti pubblici di Milano è già oggi molto ben sviluppato anche a confronto con le città più avanzate. Dati alla mano, Milano ha gap molto più gravi da colmare, prima di tutto verde e piste ciclabili ma anche, almeno in alcune sue parti (tra queste molte parti dove sono stati coperti o eliminati i navigli) qualità e riconoscibilità urbana. Una grande e importante città di Milano nel XXI secolo e nel mondo globalizzato queste cose deve offrirle oppure sprofondare nell’anonimato.
      Il progetto dei Navigli ha innanzitutto una funzione idraulica ben precisa: per assolverla occorre comunque intervenire pesantemente con grosse canalizzazioni sotterranee.
      Per fare questo intervento si dovranno fare grossi scavi lungo tutto il percorso. E’ un occasione unica per il ritorno dell’acqua a cielo aperto. Un intervento che se ben fatto contribuirà certamente a rimettere in valore parti della città che oggi, pur essendo centrali e accessibilissime col trasporto pubblico, hanno una qualità molto bassa che ne limità le possibilità di utilizzo.

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    • Come è normale c’è chi dice che ci sono cose più urgenti per Milano, come M6 e secondo passante.
      A Milano il trasporto pubblico funziona già molto bene. Ovvio che si può sempre migliorare. Tuttavia M6 e Passante, se vogliamo essere un po’ oggettivi, potrebbero non essere la priorità massima.
      Ci sono aspetti sui quali Milano ha dei gap molto maggiori rispetto alle città più importanti del mondo con le quali può e vuole competere: verde, ciclabilità inquinamento, rumore.
      Milano ha poi molte parti che, pur essendo accessibili e centrali, sono prive di qualità urbana e, soprattutto, di identità e riconoscibilità.
      Tra queste ci sono molte aree un tempo percorse dai Navigli che non si sono mai davvero riprese dalla copertura.
      Senza qualità urbana e ambientale e senza identità, nel mondo globalizzato di oggi una città di qualunque dimensione è condannata a sprofondare nell’anonimato e quindi a non attrarre più capitali e visitatori che è quello di cui le grandi città soprattutto vivono.
      Il problema decisivo per le città e quello della qualità, non è ‘offerta di parcheggi o il numero di corsie stradali. Il mondo è già pieno di posti dove si arriva comodi in macchina. Ma sono anche posti dove la macchina serve soprattutto per andarsene in fretta.
      Se invece una città è attrattiva la gente ci vuole andare e persino abitare permanentemente anche senza usare la macchina.
      Si potrebbe sostenere che si potrebbe dare qualità, identità e ordine urbano anche senza riaprire i Navigli. Forse, ma poche cose sono efficaci, come materiali identitari, che l’acqua e la storia.
      Inoltre c’è l’occasione irripetibile nei grandi lavori idraulici comunque necessari per separare Seveso da Martesana e recuperare a uso irriguo l’acqua di quest’ultima.

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  2. Il Comune ci deve dare:
    Costi precisi
    Progetto dettagliato
    Tempistica

    Poi facciamo un referendum con tutti gli elementi in mano (quello del 2012 era un po’ vago senza tutti gli elementi!)

    In teoria si fa a tempo ad abbinarlo alle Europee, sempre che costi e progetto reali esistano sul serio….

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    • Magari ci potrà essere il progetto dettagliato ma i costi precisi e la tempistica per riapre i navigli non ci saranno mai in vita, soprattutto in italia.

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  3. Ma che DIBATTITO è??

    Ci sono:
    Sindaco (promotore, sponsor e guru del progetto),
    Presidente Associazione Imprenditori EDILI
    Consigliere Fondazione Cariplo (la Fondazione è a favore e la Consigliera è ben noto Architetto e membro Commissione Paesaggio)

    Poi:
    Il Presidente Associazione Riaprire i Navigli
    Coloro che han materialmente fatto la Ricerca

    e a dibattere:
    La Vicesindaca della città metropolitana (vice di Sala…)
    Due Avvocati molto bravi e famosi specializzati in Finanza di Progetto ed Infrastrutture
    Il Presidente ed il Vicepresidente di due Associazioni da sempre molto a favore del progetto riapertura.

    Non nego che sia il Gotha di Milano e persone bravissime ma il concetto di “dibattito” mi sfugge leggermente…. 🙂

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    • Concordo pienamento con l’utente che ha scritto: Ma che DIBATTITO è??

      Fare un incontro alle 9 di mattina di un giorno feriale per celebrare l’iniziativa del Comune, nulla di diverso. Ma almeno non prendiamolo in giro chiamandolo dibattito.
      Facciamolo la sera o nel week-end, invitando Comitati dei cittadini e fonti diverse, allora potremo chiamarlo dibattito.

      Sarebbe quasi da prendere un giorno di ferie per partecipare e sollevare quelli che sono i veri problemi.

      grazie

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    • Correttissimo, abbiamo almeno l’onestá intellettuale di non chiamarlo dibattito.
      Invitiamo invece i Comitati NO-NAV e quello di Via Melchiorre Gioia.

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  4. Se fosse per Voi il Duomo di Milano non lo avrebbero mai costruito. Avreste bloccato tutto perchè non c’erano all’epoca: Costi precisi; Progetto dettagliato; Tempistica.
    E poi con quei soldi sarebbe stato meglio abbellire le strade (all’epoca verosimilmente sterrate e fangose), fare marciapiedi ecc. ecc.
    Si certo, con la tempistica si è andati un po lunghi ed è costato un sacco di soldi ed ore lavorate gratis, però oggi tutti vengono a vedere il Duomo, non le strade. Nella vita occorre anche avere il coraggio di sognare, non di guardare solo alla ordinaria amministrazione . Le piste ciclabili vanno bene, ma non si può bloccare tutto fino a quando tutte le strade le avranno. E, a proposito di biciclette, con i navigli avremo meno macchine e più ciclabili.Tutti gli altri viaggeranno in metro (BLU) o a piedi.
    VIVA I NAVIGLI APERTI

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    • Ma quale minchia di turista viene a Milano per vedere i navigli? Svegliati!

      Tra l’altro pensassero a sistemare quelli che già ci sono che fanno schifo. Piuttosto utilizzino quei soldi per fare un museo d’arte contemporanea come si deve che a livello di turismo ha senza ombra di dubbio un richiamo maggiore di due pozze d’acqua a cielo aperto.

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    • @Luca Algeri: Il Duomo di Milano era una cosa nuova bella e utile. Non solo abbiamo pazientemente aspettato 500 anni per vederlo finito ma ci siam pure divertiti.

      Diverso sarebbe stato se al Duca di Milano fosse venuto lo sghiribizzo di ricostruire le Mura Romane che il Barbarossa aveva abbattuto.

      Gli avrebbero dato del matto, presuntuoso e sciocco. Esattamente quel che io penso di Sala per la sua fissazione coi Navigli: Milano ha bisogno di infrastrutture per migliorare la qualità della vita e prima dei Navigli ce ne son decine più utili.

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  5. Qui si continua a parlare di “riaprire i Navigli”, ma non c’è niente da “riaprire” perchè li sotto i Navigli non ci sono più da tempo, è stato tutto interrato.
    E’ più corretto dire “ricostruire i Navigli”, ma per cosa? per motivi turistici? Ma i turisti vengono a Milano per il Cenacolo e Giorgio Armani, per Brera e Prada, per il salone del Mobile, non gliene frega niente a nessuno di riavere i Navigli in centro, se vogliono i canali prendono Italo e vanno a Venezia che è meglio.
    Bisogna anche accettare l’evoluzione storica di un luogo, i Navigli furono realizzati per esigenze di trasporto merci ora superate.
    Seganlo questo articolo che mi sembra esauriente:
    http://www.ilcielosumilano.it/2017/05/28/riaprire-navigli-milanesi-rimarranno-delusi/

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  6. e in effetti spiace per i dormiglioni sopra, ma il referendum consultivo c’è pure stato e il risultato schiacciante era pro navigli.
    con buona pace dei no-tutto.
    tornate nella spelonca con le selci e la clava, grazie.

    Rispondi
  7. e in effetti spiace per i dormiglioni sopra, ma il referendum consultivo c’è pure stato e il risultato schiacciante era pro navigli.
    con buona pace dei no-tutto.
    tornate nella spelonca con le selci e la clava, grazie.

    Rispondi
  8. e in effetti spiace per i dormiglioni sopra, ma il referendum consultivo c’è pure stato e il risultato schiacciante era pro navigli.
    con buona pace dei no-tutto.
    tornate nella spelonca con le selci e la clava, grazie.

    Rispondi
    • @ Anto, questo è quello per cui c’è stato il voto nel 2011:

      «Volete voi che il Comune di Milano provveda alla risistemazione della Darsena quale porto della città ed area ecologica e proceda gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità?»

      «Per l’intervento è prevista una spesa massima aggiuntiva pari a 10 milioni di euro all’anno per un triennio da inserire con apposita variazione di bilancio o comunque nel primo bilancio utile, che sarà coperta mediante la parziale dismissione del patrimonio immobiliare comunale tramite lo strumento dei fondi immobiliari già avviato, escludendo gli immobili di pregio storico-monumentale».

      Adesso dimmi se è la stessa cosa che vuol fare Sala oggi. Specie per il punto che dice SPESA MASSIMA AGGIUNTIVA PARI A 10 MILIONI DI EURO PR UN TRIENNIO.

      Dai, magari riaprire i Navigli è pure bello ma non prendiamoci in giro sul voto del 2011!!!!!

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        • Referendum 2011 Milano, scheda rosa: riapertura Navigli

          “Volete voi che il Comune di Milano provveda alla risistemazione della Darsena quale porto della città ed area ecologica e proceda gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità?”.“

          Anonimo, spegni la tv e accendi il cervello: so che è buio pesto nella spelonca, forse è meglio se accendi un fuocherello prima..

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          • @Anto: leggi bene il quesito (completo, te l’ho postato sopra)

            Abbiam votato assieme per Darsena ed un non meglio identificata “riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei navigli” – che è qualcosa di leggermente diverso da fare una vasca con l’acqua a San Marco sotto casa del Sindaco ed in altri 4 punti della città.
            Abbiamo anche votato che praticamente costava poco.

            Dimmi tu se vale…

  9. Avanti con la riapertura!
    Quando fecero la M1 non sapevano costi precisi, tempi, ricadute certe… ma la fecero perchè c’era una visione!

    Astenersi piagnoni provinciali…

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        • precotto, ti stupirà scoprire che ci sono più persone che la pensano diversamente da te..
          ma siccome la tua visione è fissa a un palmo dal naso eppure credi di saperne sempre più degli altri, resta dove sei, non ti muovere…

          Rispondi
      • E’ assurdo paragonare l’opposizione ideologica che fece il PCI negli anni 50 alla metropolitana (“trasporto per ricchi”, da ridere per mezzora a sentirlo oggi), col dibattito sui Navigli.

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  10. A Milano il trasporto pubblico funziona già molto bene. Ovvio che si può sempre migliorare. Tuttavia M6 e Passante, se vogliamo essere un po’ oggettivi, non sono la priorità massima.
    Su altri aspetti Milano ha dei gap molto maggiori rispetto alle città più importanti del mondo con le quali può e vuole competere: verde, ciclabilità inquinamento, rumore.
    Milano ha poi molte parti che, pur essendo accessibili e centrali, sono prive di qualità urbana e, soprattutto, di identità e riconoscibilità.
    Tra queste ci sono molte aree un tempo percorse dai Navigli che non si sono mai davvero riprese dalla copertura.
    Senza qualità urbana e ambientale e senza identità, nel mondo globalizzato di oggi una città di qualunque dimensione è condannata a sprofondare nell’anonimato e quindi a non attrarre più capitali e visitatori che è quello di cui le grandi città soprattutto vivono.
    Il problema decisivo per le città e quello della qualità, non è ‘offerta di parcheggi o il numero di corsie stradali. Il mondo è già pieno di posti dove si arriva comodi in macchina. Ma sono anche posti dove la macchina serve soprattutto per andarsene in fretta.
    Se invece una città è attrattiva la gente ci vuole andare e persino abitare permanentemente anche senza usare la macchina.
    Si potrebbe sostenere che si potrebbe dare qualità, identità e ordine urbano anche senza riaprire i Navigli. Forse, ma poche cose sono efficaci, come materiali identitari, che l’acqua e la storia.
    Inoltre c’è l’occasione irripetibile nei grandi lavori idraulici comunque necessari per separare Seveso da Martesana e recuperare a uso irriguo l’acqua di quest’ultima.

    Rispondi
  11. Che pochezza di pensiero ha chi confonde un progetto con un’ideologia politica?
    Non sono di sinistra e non ho votato questo sindaco, ma voterei senza dubbio per riaprire l’intera cerchia dei Navigli

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  12. Dall’800 in poi tutta la Milano popolare che abitava in centro è stata spostata per far posto alla finanza, agli Uffici dello Stato e alle sedi di questura e prefettura.
    Il centro ha richiamato una marea di impiegati che inevitabilmente ne hanno
    saturato gli spazi.
    Ora da anni si dice che molte funzioni devono essere spostate all’esterno della cerchia e ora questo sta avvenendo ( City life rogoredo) Il centro di Milano è delicato e piccolissimo e deve essere tutelato.
    la riapertura dei Navigli è un’opera che si allinea a questo progetto urbanistico:Un centro residenziale e ricreativo e una periferia policentrica.
    Il naviglio è stato chiuso per favorire la città industriale. Ora che la città industriale non c’è più.. giusto riaprirli per farne un attrazione turistica e non solo. Milano sta diventando una delle città più visitate dai turisti e molti tour operatori la inseriscono nei loro giro insieme a venezia e Firenze.
    Non capire queste cose per pregiudizio ideologico è come avere una fetta di salame e non sugli occhi.

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    • Preparatevi a frotte di turisti, abitanti di Melchiorre Gioia, molti tour operator la inseriranno nel loro giro insieme al Duomo, Castello ecc

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  13. Riaprire subito. Acqua, alberi e spazi sottratti alle auto portano solo ricchezza, turismo, commercio e qualità della vita. Chi è contrario a questi progetti si ricrederà. Ricordo che c’era anche chi era contrario ai grattacieli di Porta Nuova e CityLife, oggi chi lo era se ne sta zitto, e ammira la città che vive e si sviluppa, in un’Italia che arranca ed è ferma. BIsogna essere orgogliosi di avere idee, progetti e voglia di fare; sono cose che fanno bene e danno lavoro e futuro, guardiamo oltre il nostro naso!

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  14. Riaprirli tutti, subito e in fretta. I soliti contrari sono gente a cui evidentemente piaceva la Milano pre expo, solo lavoro e bellezza zero….ma come si fa ad essere sempre cosi chiusi mentalmente???

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  15. CITTA’ APERTA, NAVIGLI APERTI! Chi ha paura del cambiamento? Una città che è già entrata a fare parte delle migliori città del mondo deve sapersi reinventare e offrire sempre di più per chi ci abita, per chi viene a onorarci della loro visita. Navigli aperti, è una delle idee migliori perchè Milano possa proiettarsi nel futuro forte della propria storia.
    NAVIGLI APERTI! Io non ho paura di cambiare… in meglio!

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  16. Capisco i punti di vista ma i turisti vengono a Milano per vedere una cittá moderna, in fase di sviluppo e proiettata verso il futuro.
    La cittá deve guardare aventi e pensare ad un modello per come deve essere tra 50 anni, non come era nel Medioevo. Lo sappiamo tutti che non saranno i veri Navigli ma delle vasche non navigabili inseriti in un contento urbano totalmente diverso da quello originale.

    Milano é una cittá che, a differenza di altre metropoli europee, non ha fiumi e non é sul mare… facciamocene una ragione e andiamo avanti, investendo (fondi ancora inesistenti) su progetti che la facciano diventare protagonista tra 30-50 anni.
    Come é possibile che nella cittá della moda e del design non esista un museo dedicato? Le periferie e il decoro urbano vi sembrano sistemati? Il trasporto pubblico é potenziabile (se vuoi uscire la sera dopo una certa ora non rimane che usare la macchina)? Il verde é sufficiente? Ci sono centri tecnologici d’eccellenza? Certi viali come Corso Sempione e tratti della Circonvallazione sono belli e funzionali?

    Guardiamo tutte le cose e poi pensiamoci… i fondi pubblici una volta spesi non tornano piú indietro e vengono dalle tasse dei contribuenti
    saluti

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  17. I Navigli vanno ovviamente riaperti. Il futuro è successo di una città si giocheranno sulla qualità della vita e cioè verde, traffico, smog, trasporti pubblici ecc..

    A chi strilla che i fondi per i Navigli debbano essere dirottati ad altre opere dico strillate affinché Milano riceva le risorse economiche per fare tutte le cose sopraelencate.

    La Lombardia ogni anno versa un surplus di 55 MLD a Roma e Milano è la vera locomotiva del paese ed unica città in grado di attirare investimenti esteri.

    Non c’è nulla di sbagliato ad investire di più in una città che è traino del paese. Vedi Londra che oramai rappresenta più del 30% del pila della Gran Bretagna

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  18. La riapertura dei navigli non è affatto un’iniziativa nostalgica o superflua, ma coraggiosa e lungimirante.
    Se realizzata, può essere un motore di crescita per la città e non solo.
    Per sua estensione orizzontale, estenderebbe l’attrattiva del centro alle zone semicentrali e periferiche toccate.
    Guardiamo all’esperienza eccezionalmente positiva di Seoul, che ha realizzato un parco fluviale totalmente artificiale.
    Le molte critiche iniziali sono diventate i consensi odierni: https://en.wikipedia.org/wiki/Cheonggyecheon

    Rispondi
    • Figo.

      Noto solo un paio di cose dal link che alleghi:

      E’ molto più largo e pieno di spazi pubblici dei pezzettini di naviglio che riaprirebbero da noi.

      Le critiche erano per la “gentrificazione” della zona (era una zona devastata). Nulla di simile da noi – dove si fa ad intervenire su zone già di pregio e quindi perde completamente la valenza di “riqualificazione”

      E’ costato 900milioni di dollari (coi costi Coreani e 15 anni fa)

      Rispondi
      • Grazie per il tuo riscontro.
        Sui costi nulla so dire ma, per quello che vale, credo che anche lì abbiano proceduto per fasi.
        Alcuni tratti dello stream sono proprio in centro, in zone densamente abitate e di grattacieli direzionali, ma povere di verde e, soprattutto, di acqua.
        Una delle chiavi del successo è stato ricavare queste oasi in basso rispetto al livello del traffico, che resta intenso, ma quasi non si avverte anche in termini di inquinamento acustico.
        Buona domenica

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  19. U turisti vanno a vedere le cose vere, non dei finti navigli larghi 4 metri invece di 12. Se voglio navigare vado in olanda o a venezia o sul naviglio grande da sistemare e curare.
    Parigi e roma sono le città più belle del mondo perchè il centro storico è intatto e non hanno fatto grattacieli. Londra è diventata una schifezza, sembra un luna park, milano la stanno rovinando distruggendo le case antiche e costruendo schifezze modernoidi. Se vi piacciono i grattacieli andate ad Hongkong o Dubai.

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  20. Io non faccio testo perché a Milano distruggerei interi quartieri, palazzi ed edifici (orribili) per riportare in vita nell’ordine : Navigli, bottonuto, verziere, ricorstuzione di almeno 5 Delle decine di chiese abbattute . Riemersione di tratti della Milano romana a costo di tirare giù quattro squallidi edifici del ’50.. bisogna osare. E chi è vero milanese non può non volere la riemersione della cerchia interna del glorioso naviglio. Molti di voi immagino siano quelli che rimpiangono Varesine e quelle “bellezze” che si vedevano all’isola e a porta Garibaldi fino a 15 anni fa… Quelli che rimpiangono quell’obrobrio del bosco di gioia , invece che rintgraziare boeri per avere tirato su due grattacieli che ci invidiano in tutto il mondo … Ma come diceva un vecchio giornalista del Corriere 30 e passa anni fa: “milanesi , popolo di bottegai…”. Povero me …. Poi abbiamo ancora corso Sempione messo peggio di una strada bulgara o sudamericana ..

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