Milano | Brera – La Pinacoteca della discordia: direttore contro Sovrintendenza

Ci risiamo, Palazzo Citterio, che doveva diventare la nuova ala per la Pinacoteca di Brera, per ospitare i capolavori del Novecento, dovrà attendere ancora, almeno il 2020, per venire aperto finalmente al pubblico. Un anno fa circa la Sovrintendenza consegnò l’antico edificio di Palazzo Citterio e le parti ricostruite alla Grande Brera per permettere alla pinacoteca di allestire le sale e quest’anno aprire i battenti.

Al direttore della Pinacoteca, James Bradburne, non era mai piaciuta la soluzione scelta dalla Sovrintendenza per allestimento e soluzioni architettoniche per la nuova ala del museo. Sale troppo piccole, ingresso inadeguato per un Museo ( un soffitto alto solo 2,34 metri non può rappresentare l’entrata di un museo), e altre criticità. Così ieri Bradburne ha presentato il suo progetto per sistemare definitivamente e meglio il palazzo di via Brera.

Anzitutto spostare l’ingresso attraverso l’altro portone del palazzo, dal 12 al 16, più ampio; un montacarichi sottodimensionato impossibile da utilizzare per le grandi opere; la necessità di sfondare un soffitto per collegare i due piani attraverso una nuova scala monumentale in vetro; la sistemazione dei canali del condizionamento che attualmente limitano lo spazio espositivo al secondo piano; la messa a punto dell’impianto di condizionamento che così come è stato consegnato non è idoneo a garantire la conservazione ottimale delle opere; una divisione degli spazi non adatta a un percorso organico; la sistemazione di molti dettagli come i dispositivi di allarme acustici posizionati ad altezza quadri e per concludere, parte delle sale trattate con un restauro storico non fruibile per un uso museale moderno. Purtroppo alcune opere non potranno mai venire esposte, le sale per loro sono troppo piccole.

La Pinacoteca ha i soldi e quindi è pronta per avviare le gare per iniziare i lavori, aspetta solo i permessi.

Niente che non si possa realizzare entro l’estate 2020, ha assicurato il direttore al Corriere della Sera. Sempre che il ministero garantisca, come promesso, l’assunzione di trenta nuovi custodi e che la gara per i servizi aggiuntivi venga pubblicata e affidata entro l’anno.

Tutto questo naturalmente è al vaglio nuovamente dalla Sovrintendenza e potrebbe non essere approvato. Inoltre il mandato a direttore della pinacoteca per Bradburne scade quest’estate e anche lui potrebbe andarsene e lasciare il tutto in mano ad un nuovo direttore. Un nuovo problema per le sorte e la storia travagliata di questo palazzo.

Per fortuna in mezzo a tutto questo ginepraio si è parlato in positivo, come: la collocazione al secondo piano de “I funerali dell’anarchico Pinelli” di Enrico Baj, di proprietà della galleria Marconi, proprio allo sbarco del futuro scalone di vetro con un grande effetto scenografico. Mentre “Fiumana” di Pellizza da Volpedo, sara trasferito dalla Pinacoteca storica al nuovo ingresso di Palazzo Citterio dove formerà, assieme a Segantini e Previati, una grande introduzione ottocentesca. Al primo piano troveranno spazio le collezioni Jesi, Vitali e parte della Mattioli saranno esposte indivise, come ha spiegato Giovanna Ginex, una delle curatrici.

Nel frattempo, in attesa della nuova destinazione delle opere custodite ora nei depositi, dal 13 maggio al 18 giugno le collezioni Jesi e Vitali saranno esposte nuovamente nella Sala Napoleonica in rastrelliere simili a quelle in uso nei depositi. Una sistemazione provvisoria si intende, resa possibile grazie a una donazione di 150 mila euro da parte della Fondazione Sacchetti, e un rimedio necessario dopo la minaccia, lo scorso dicembre, arrivata dagli eredi Jesi e Vitali di ritirare le collezioni vincolate con atto notarile proprio all’esposizione.

Bradburne ha tenuto molto a ribadire che da quando è direttore Brera è migliorata parecchio, sia in qualità che in numero di visitatori. Infatti ha creato una nuova caffetteria, un nuovo biikshop e soprattutto ha riallestito le 48 sale della Pinacoteca. Ora gli rimarrà il sogno di completare e aprire finalmente Palazzo Citterio… sempre che la sovrintendenza lo voglia.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

10 commenti su “Milano | Brera – La Pinacoteca della discordia: direttore contro Sovrintendenza”

  1. Quando questa mattina ho letto la risposta della Soprintendenza a Bradburne mi son cadute le braccia: le tipiche risposte che ti da chiunque abbia fatto un lavoro con dei problemi e che si deve difendere.

    Poi è vero che la verità è sempre nel mezzo ma leggere perle come questa fa pensare:

    Il montacarichi sottodimensionato?
    «La Pinacoteca ha un montacarichi? No, eppure di opere grandi ce ne sono»

    (A Palazzo Citterio ci dovranno essere le mostre temporanee non è come la sede storica dove dai tempi di Napoleone i grossi quadri non li han mai mossi!)

    https://milano.corriere.it/19_maggio_07/palazzo-citterio-sovrintendente-ranaldi-da-rifare-sconcertata-a3aaec8e-708a-11e9-90e5-1aa1d5fb0bf8.shtml

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  2. Bradburne ha ragione.
    Le soprintendenti sono sempre burocrati che dovrebbero capire le esigenze di un museo… invece sono burocrati.

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  3. Buongiorno a tutti. Solo per precisione: la Fiumana si trova già al Museo di Brera. Al Museo del Novecento si trova il Quarto stato sempre di Pellizza da Volpedo. Grazie come sempre per i preziosi aggiornamenti che date, questo blog è realmente uno sguardo sulla città che cambia.

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    • Si, infatti, quando leggevo la notizia mi suonava strano, ma non ho prestato attenzione. Poi mi sono informato e ho notato l’errore che ho preso pari pari dal corriere. Grazie

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  4. A mio parere una delle migliori decisioni dell’ex ministro Franceschini è stata quella di aprire la direzione dei musei ai concorsi internazionali. I nostri musei fanno mediamente pietà rispetto a quelli del resto del mondo. Bradburne a Brera ha fatto un ottimo lavoro, anche se resta ancora tantissimo da fare.

    Al contrario, della nostra Sovrintendenza non mi fido neanche un po’. Farei concorsi internazionali anche per gli apparati pubblici, anzi, anche per il governo italiano.

    Molti tecnici statali e comunali, sono come detto da altri, poco più che dei burocrati senza grandi competenze specifiche. Il loro unico scopo è il risparmio e la conclusione pressapochista dei lavori.

    Temo però che la burocrazia, come sempre, avrà la meglio sul buon senso. Siamo o non siamo un paese Kafkiano?

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  5. Credo che la soprintendenza sia uno dei mali più grandi di Milano; un coacervo di burocrati autoreferenziale.
    Non ho letto negli ultimi anni nulla di intelligente prospettato dalla soprintendenza; per la cronaca possiamo ricordare:
    1 – l’inutile muro di porta Genova
    2 – le sponde dei navigli rattoppate in modo goffo ( con cemento): durante l’Expo perché non si poteva fare un falso storico….
    3 – la fantastica ristrutturazione di palazzo Citterio
    4 – massi levigati in ripa ticinese in ricordo delle rotaie del tram (c’è qualcosa da ricordare?)

    Insomma se qualcuno propone di abolire questo ente inutile ditemi dove si firma!
    Mi spiace solo per Bradburne che si trova contro questi esercito di burocrati che fa le cose non secondo buon senso, ma con il codice in mano (tanto basta sia a norma l, se é illogico chissenefrega)

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    • Sulle “perle” della Soprintendenza si potrebbe scrivere per giorni, ma aggiungiamo anche solo:
      5- OK alla demolizione palazzo dell’800 di via De Amicis
      6 – La rizzata Lombarda sull’alzaia naviglio grande (camminan tutti sulla Ripa tanto è scomoda)
      7 – il vincolo sulla “Balena Bianca” a Città Studi
      8 – La sollecitudine con cui hanno autorizzato la pulizia tag all’Arco della Pace
      9 – L’OK a far mettere il videowall gigante a sx del Duomo ed i cessi per i visitatori a dx

      Poi magari si scopre che non è tutta colpa loro, ma lo scoramento c’è tutto.

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  6. La sovrintendenza di roma non vede di buon occhio un potenziamento del museo di Milano, hanno paura che poi i turisti vengono a Milano e non vanno a roma.

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