Milano | Scalo Farini – Prime modifiche al masterplan

Come era stato anticipato e com’era prevedibile, sono state apportate alcune modifiche al masterplan dello Scalo Farini presentato ad aprile, grazie alla fase di consultazione pubblica supervisionata dal “garante” Leopoldo Freyrie.

Tra le modifiche più evidenti c’è il nuovo collegamento automobilistico tra La Simonetta e Derganino, attraverso il prolungamento di via Caracciolo che si collegherà con via Cantoni, grazie a questa modifica-aggiunta, il cavalcavia di via Farini potrebbe avere una diminuzione di traffico privato a favore dei mezzi pubblici. Seguono le modifiche apportate grazie anche alle richieste dei cittadini alle due passerelle che scavalcheranno le ferrovie. Non più semplici ponticelli ma vere e proprie “solette” più larghe con prati e alberature, da collegare idealmente le due porzioni di parco (prima o poi si riuscirà a coprire l’intera ferrovia.

Così il giardino di Villa Simonetta sarà ripristinato integralmente, ora diviso in due dalle ferrovie e in parte occupato da case abitate da ex ferrovieri. Le case saranno demolite e ai ferrovieri saranno offerti in permuta altri alloggi, così il giardino potrà essere unito ad uno dei due larghi ponti verdi richiesti a gran voce dai cittadini.

L’idea dei ponti deve però ancora superare il vaglio, soprattutto economico, degli esperti delle Ferrovie.

Anche perché il ponte di villa Simonetta in particolare, rispetto alla passerella immaginata nel masterplan presentato nell’aprile scorso dallo studio olandese Oma di Rem Koohlaas guidato in Italia da Ippolito Pestellini Laparelli e dalla milanese Laboratorio permanente di Nicola Russi e Angelica Sylos Labini, sarà spostato di parecchi metri più a Nord.

Rimarranno per il momento, le funzioni progettate in precedenza, come il fatto che lo Scalo Farini avrà un parco lineare lungo le due «sponde» dei binari, sette nuove piazze, una pista ciclabile a percorrenza veloce, percorsi pedonali, uno spazio di lavoro condiviso e soprattutto un’area coperta da tettoia in corrispondenza della stazione ferroviaria di Lancetti: sotto ci sarà un grande mercato in alcuni giorni e spazi per i bambini negli altri.

Mentre per quanto riguarda la sede dell’Accademia di Brera, come richiesto, verrà dotata di una piazza di fronte al campus e vedrà unificati i propri due spazi (15mila metri quadrati in prima battuta e altri 10 mila in opzione in un secondo momento).

Quanto ai tempi, per la prima parte del campus di Brera oggi si parla della fine del 2020, per il resto dello scalo, la posa della prima pietra sarà nel 2021.

Ci sarà anche l’accorpamento di tutte le funzioni legate a Brera in un’unica area. Dopo l’approvazione da parte del collegio di vigilanza, verrà presentato ufficialmente ai cittadini.

Ma dove sarà collocata la nuova Accademia di Brera? A marzo, in un articolo ne avevamo parlato e mostrato a grandi linee cosa e dove sarebbe stata. In pratica il nuovo Campus delle Arti dell’Accademia di Brera allo Scalo Farini si verrà a trovare al centro dello Scalo Farini.

Negli spazi della nuova sede, pare che siano già disponibili quasi 25 mila mq che ospiteranno alcune lezioni e attività accademiche, tra gli ex magazzini utilizzati anche dalle Poste, con ingresso da via Valtellina 7. Ulteriori 15 mila mq, infine, dovrebbero aggiungersi al completamento.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

21 commenti su “Milano | Scalo Farini – Prime modifiche al masterplan”

  1. Mi chiedo se non fosse possibile coprire i binari e fare passare i treni in trincea.
    L’interramento avrebbe eliminato i problemi legati all’isolamento e reso superflui i ponti.

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  2. Possibile che escano fuori sempre oscenità da straccioni? Ma interrare quegli stramaledetti binari era troppo complicato? Come al solito sarà un progetto al risparmio e andrà a tutto detrimento della grandezza finale del parco che sarà, conoscendo i miei polli, ulteriormente ridimensionata cammin facendo. Non c’è niente da fare, noi siamo destinati a essere la propaggine del continente africano, ma di Europa (quella vera…) qui manco a parlarne…

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  3. Che pena. Di gran lunga lo scalo più importante e nella posizione più prestigiosa e non sono capaci nemmeno di interrare quei binari. Alla faccia della Milano Europea e all’avanguardia.
    Ma non si può fare una raccolta firme o qualcos’altro per impedire di avere quei binari a vista? E’ vergognoso, ma che riqualificazione è se i binari rimangono lì in mezzo?
    Con i binari interrati sarebbe bellissimo, mi sorprende che Maran abbia acconsentito a questo schifo.

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  4. Per anni hanno parlato di nuovo Central Park nello scalo Farini. Tutte balle. Come sempre prevalgono gli interessi dei costruttori e non quelle dei cittadini. Il verde era e resta confinato lungo i binari e ridotto a lungo corridoio alberato. Il reservoir della raccolta delle acque piovane poteva essere inserito a fianco del corridoio verde e non confinato in mezzo ai Palazzi. Perché non eliminare uno o due cluster e lasciarli in verde libera fruizione? Davvero sono state ascoltate le istanze dei cittadini? Dubito seriamente.

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  5. Ma i milanesi che non leggono questo blog l’hanno visto questo schifo di progetto? Io dubito fortemente che non provino un grande senso di schifo alla vista di quei binari scoperti. E’ una riqualificazione fatta a metà perchè in futuro si dovrà re-intervenire per riqualificare nuovamente l’area e interrare i binari. Quindi qual è il senso? Il decoro della città dovrebbe venire prima di interessi privati.
    Se i soldi non li mettono i privati, li mettesse il comune di Milano o la regione Lombardia o si trovi un accordo per dividersi gli oneri del finanziamento della copertura. E’ inaccettabile un degrado simile a due passi da Porta Nuova

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  6. Ad oggi , 2019 quasi 20 progetto osceno . Se possibile sono per raccogliere firme che non serviranno a nulla per smantellare quei binari morti

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  7. Anche perche’ tutto quel verde in fondo alle foto panoramichhe è il cimitero , che gia c e’ quindi davvero è ridicolo quel parco rettangolare

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  8. Premetto la mia totale ignoranza urbanistica, ma guardando la mappa della zona piuttosto che un nuovo ponte carrabile non sarebbe meglio un tunnel
    Caracciolo – Lancetti (e non sbocco su via Cantoni….) che non taglierebbe il nuovo parco, non sottrarrebbe verde e velocizzerebbe il traffico?

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  9. Abito in via aosta.
    Mi chiedo che senso abbia, dopo il vicino orrore del cavalcavia di Bacula, costriure un altro passaggio automobilistico (leggasi cavalcavia o ponte dato che deve essere sopra i binari) a due passi dalle mille abitazioni della zona (vedi es il nuovissimo condiminio di caracciolo 94 e tutte le case gia presenti alla fine di via carocciolo). Che riqualificaizone sarà per noi del quartiere? Avere il cavalcavia all’altezza degli appartamenti al seocndo piano?
    Non si poteva pensare al passaggio automobilistico in zone meno abitate come la prosecuzione di via Calvino (all’altezza di via cenisio, spalle dell’attuale deposito auto), per esempio?

    Spero nasca al più presto una coscienza del problema nel quartiere e una mobilitazione (se mai servisse a qualcosa).

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