La Simonetta, o come in molti chiamano “Cenisio”, è una zona che si incastra a perfezione tra la via Cenisio, Il Monumentale, la Ghisolfa e naturalmente lo Scalo Farini.
Qui si percepisce un po’ l’imminente (si spera nel giro di una quindicina d’anni) spinta che sarà lo Scalo Farini riqualificato. Infatti la zona, trovandosi a ridosso dello scalo ferroviario, è rimasta per molti anni un sonnacchioso quartiere di semi-periferia (anche se siamo all’interno della “circonvalla” – la cerchia della 90-91 -). Graziose case, bei viali alberati (Govone, Stillicone, Principe Eugenio, Mac Mahon, Caracciolo), ben servita dai mezzi pubblici (M5 e Tram 12, 14 e la 78. Qui si trovano parecchi spazi ex-industriali, magazzini e lotti da sviluppare, cosa che si fa sempre più appetitosa.
Noi abbiamo provato a fare un giro nel quartiere per farci un idea e metter giù alcune impressioni.
Cuore della zona e vero gioiello storico è la stupenda Villa Simonetta in via Stillicone 36.
Edificata intorno alla fine del Quattrocento su commissione di Gualtiero Bascapè, cancelliere di Lodovico il Moro, subisce una sostanziale ristrutturazione nel 1547 ad opera dell’architetto pratese Domenico Giunti o Giuntallodi, su incarico dal governatore di Milano Ferrante Gonzaga. Per volere del committente, la villa viene trasformata in una sontuosa residenza di rappresentanza, collocata in un contesto di carattere agreste.
Villa Simonetta è un esempio di grande rilevanza nel panorama architettonico milanese e costituisce la prima villa patrizia rinascimentale di carattere monumentale nei dintorni della città.
Dell’impianto quattrocentesco si conserva solo un porticato a cinque arcate collocato nel lato est con capitelli di carattere bramantesco. La veste originaria prevedeva una struttura ad U con corpo centrale, non porticato, affiancato da ali porticate.
Internamente ed esternamente la villa era decorata da cicli di affreschi che illustravano le imprese dei Gonzaga, celebrati da Paolo Giovio, che rendevano ancora più prestigiosa la villa, di cui non sono rimaste che poche tracce.
Oggi la Villa di proprieta comunale, e’ sede della “Civica scuola di Musica”.
Nel masterplan creato per la riqualificazione dello Scalo Farini, la villa sarà integrata e circondata da un nuovo e grande parco.
Poco prima, sempre in via Stillicone, si trova un palazzo strano che ricorda uno spazio espositivo, una galleria, si tratta della Galleria d’arte Lia Rumma, uno spazio attivo e con un ruolo fondamentale nella scoperta di nuove tendenze artistiche emergenti sulla scena internazionale come l’Arte Povera, il Minimalismo, la Land Art, l’Arte concettuale, portando in Italia artisti del calibro di Joseph Kosuth, Haim Steinbach, Gino De Dominicis, Alberto Burri, Thomas Ruff, Anselm Kiefer, William Kentridge e Marina Abramović.
Tornando verso via Cenisio e la fermata della Metropolitana, ci imbattiamo in Piazza Perego. Uno slargo con una grande aiuola alberata al centro e un distributore di benzina. Piazza che potrebbe essere tenuta meglio ma che, essendo così “defilata” pare sia vittima della solita sciatteria comunale. Ci vorrebbe una sistematina. Qui sul lato orientale della piazza, a lato di via Messina, si trova ancora un terreno incolto e utilizzato spesso come parcheggio per le roulotte da circo.
Via Giuseppe Govone invece è la via principale e la spina commerciale del quartiere. Via alberata da platani molto alti collocati al centro di una lunga aiuola che corre per tutta la via. Una ventina d’anni fa venne costruito un parcheggio sotterraneo tra via Gran S. Bernardo e via Cucchiari che ha riqualificato un tratto della via.
Un vero peccato che al momento, la maggior parte dei negozi del palazzo moderno al civico 29, siano completamente vuoti, mentre sul lato opposto, dove si trovano delle case del primo Novecento, c’è stato un bel ricambio per alcuni negozi, bar e ristoranti, mentre altri hanno mantenuto la loro più che decennale attività, rendendo questo tratto molto interessante e dinamico dove tra gli altri spazi commerciali trova spazio una deliziosa Libreria Tiritera.
Risalendo la Via Govone, non possiamo non notare una costruzione dall’architettura particolare e interessante. Si tratta di Via Govone 37.
Via Govone 37 è, secondo noi, un bell’edificio degli anni Trenta in stile razionalista progettato da Asnago e Vender nel 1934. A breve sarà rigenrato, per fortuna senza grandi stravolgimenti, anche se, la scelta di sostituire le ringhiere metalliche, con parapetti in vetro ci trova in disaccordo. Speriamo inoltre che venga mantenuto il numero 37 a rilievo sopra l’ingresso, segno di stile per questo bel palazzo.
La Simonetta è una zona che si è sviluppata a partire dalla prima decade del Novecento e così possiamo trovare molte abitazioni dei primi decenni del secolo scorso. Non lontano dal civico 38, all’incrocio con via Principe Eugenio, non possiamo non ammirare questa incantevole palazzina degli anni Venti dotata di uno “spigolo” evidenziato da una decorazione a torretta che diventa il fulcro del caseggiato. Peccato per le troppe antenne cellulari che deturpano la sommità del palazzo.
Al 55 si trova invece quest’altra piccola palazzina d’epoca, quasi una villetta, oramai incastrata tra due edifici ben più alti. Ricorda un po’ la casa della famiglia Adams, famosa famiglia televisiva appassionata al macabro.
Sempre degli anni Venti, Trenta troviamo anche la palazzina al civico 52. Dove le decorazioni classicheggianti sono state realizzate in stile decò.
Troviamo anche molto interessante il complesso di Via Francesco Caracciolo 74. Un’altra bella casa costruita nello stesso periodo tra le due guerre.
Al 15 di Via Enrico Tellini troviamo anche quest’altra graziosa palazzina.
Qualche nuovo complesso è in fase di realizzazione, come abbiamo visto, ma nessuna spicca per originalità, come il 17 di via Domenico Cucchiari, realizzato nel 2015.
Altra via commerciale è Via Gran S. Bernardo, che porta in Piazza Diocleziano. Via che potrebbe essere decisamente più bella ma che, come al solito è preda del parcheggio selvaggio e della sciatteria comunale, parcheggio selvaggio che per fortuna rimane però solo nel tratto iniziale di piazza Diocleziano e nel tratto che va da piazza Perego a Via Govone. Infatti davanti ai vicici 4, 6 e 5 le auto sono state interdette dai marciapiedi con paletti, rendendo questa sezione più bella e vivibile (fosse sempre così).
Tornando in via Stillicone, vicino alla Villa cinquecentesca, all’incrocio con via Principe Eugenio si può notare un edificio “strano” dall’aspetto tipico dell’archeologia industriale. Infatti, svoltando in via Aosta, al civico 2 si trova l’edificio industriale costruito nei primi anni Trenta che affiancava il piccolo scalo delle Ferrovie Nord, dove oggi si trova il Giardino Carmelo Bene.
Sempre in via Aosta, in direzione Ghisolfa, ci sono altri insediamenti ex industriali, già in fase di rinnovo da diverso tempo.
Concludiamo il nostro giro nel quartiere percorrendo l’ultimo tratto di via Principe Eugenio, via che ci porta in piazza Caneva alla Bullona.
La via, molto elegante, presenta diversi negozi, bar e ristoranti, volevamo sottolineare la presenza di una stupenda libreria che ha il sapore d’altri tempi, per fortuna ancora ben attiva, la Libreria Odradek di via principe Eugenio 28.
Articolo interessante ed acuto a parte dire che la zona dentro la circonvallazione è semiperiferica.
Quartiere non centrale, ma con tanti elementi interessanti, come evidenziato nell’interessante articolo, e ben vivibile. Vero anche che è stato finora “dimenticato”, mi auguro che sull’onda del progetto Scalo Farini sia oggetto di riqualificazione!
due appunti: l’edificio industriale (ex-silo) affaccia in realtà sul giardino Antonio Cederna. il giardino Carmelo Bene è invece più a nord-ovest, sempre sull’ex sedime ferroviario ma oltre le palazzine residenziali e della polizia provinciale.
inoltre, mi sorprende che non abbiate incluso la casa di piazza Perego 7 che è una delle realizzazioni più interessanti di Vittoriano Viganò.
tutto cade con le auto sui parterre alberati
Bellissimo pezzo, come sempre. La via però si chiama Stilicone (con una “L”)
Segnalo che Govone 37 é opera di Assago & Vender, interessante anche Perego 7 di Vittoriano Viganò
Io abito in questa zona e mi trovo molto bene. Mi spiace che l’articolo definisca via Govone arteria commerciale dimenticando totalmente gli storici negozi di via Mac Mahon
Buongiorno, sto valutando l acquisto di un appartamento in via principe Eugenio nel nuovo cantiere pronto per il 2022. Qualcuno può dirmi pro e contro della zona? Ringrazio perché l investimento è importante e mi “gioco tutto. Grazie mille
buonasera, qualcuno saprebbe dirmi qualcosa di più sull’edificio ex-silo di via Aosta? Sono in vendita gli spazi interni? Sono loft?…grazie molte!
Buongiorno, sto valutando l acquisto di un appartamento in via principe Eugenio nel nuovo cantiere pronto per il 2022. Qualcuno può dirmi pro e contro della zona? Ringrazio perché l investimento è importante e mi “gioco tutto. Grazie mille
Se può interessare lo stabile in via Caracciolo 74, angolo via Govone, anni fa (diciamo 40 anni fa, quando ci abitavo io) era una abitazione per le famiglie ferrovieri delle Ferrovie Nord Milano.