Ennesimo aggiornamento dopo qualche settimana dal cantiere del “Rasoio” come viene chiamato affettuosamente dai milanesi l’edificio di Unipol SAI di via de Castillia e via Confalonieri all’Isola.
Oramai il cantiere è in fase conclusiva e i lavori proseguono soprattutto negli interni, al piano terra e al parterre pedonale antistante su via de Castillia.
Foto Valter Repossi
Se ci fosse un premio per le brutte architetture o per il peggior recladding il Rasoio meriterebbe il primo posto.
Possono usare tutte le luci colorate che vogliono, resta un intervento di rara modestia.
Per carità, il volume sgraziato non aiuta, ma il recladding è riuscito persino a peggiorarlo, rendendolo più evidente e non più leggero.
Era meglio giocare su vetri specchianti e giochi di riflessi. O su un recladding veramente ardito considerando la banalità e la pesantezza della struttura.
Anzi sarebbe stato ancora meglio demolire, ma ormai è tardi.
Secondo me per la facciata era meglio il tanto spernacchiato e vituperato progetto originale. Almeno aveva carattere.
Senza dubbio era più interessante il progetto originale, nonostante fosse pessimo.
Sono riusciti a peggiorare il pessimo. È pur sempre un merito.
Ci passo davanti ogni mattina, e ho l’impressione che quando ultimato e “abitato”sara’ molto meglio di quanto ci appare al momento.
Sara’ la consuetudine a guardarlo che lo rende affettuosamente familiare, o una Sindrome di Stoccolma archittettonica che inconsciamente forza l’osservatore ad accettare le tesi del violento autore del crimine estetico…. Mah…
è una vera schifezza
Non credo sia tra gli edifici o i recladding più riusciti, ma credo anche sia vittima di un equivoco. Il giudizio, fin qui diffusamente negativo, era influenzato dalla balaustra provvisoria gialla (visibile ancora in queste foto nel corpo basso dell’edificio) che dava un complessivo aspetto “da cantiere”, sostanzialmente brutto, sciatto. Sostituita quest’ultima con i parapetti vetrati e leggeri credo che l’edificio risulti più gradevole, o comunque non degno di tanto disprezzo.