Milano | Baggio – Ripristinata la legalità in via Quarti

Conclusa nei giorni scorsi un’operazione congiunta di Polizia locale, Urbanistica e Verde per liberare un’area occupata senza titolo da circa vent’anni nel Parco delle Cave a Baggio.

Ripristinare la legalità dei terreni e riconsegnarli all’agricoltura, connettendoli al Parco delle Cave, come previsto nel Piano di Governo del Territorio. Con questi obiettivi si sono conclusi negli scorsi giorni i lavori di sgombero degli occupanti e degli animali presenti nell’area di circa mille metri quadrati, in parte di proprietà comunale e in parte privata, adiacente l’antico alveo del Fontanile ancora presente a nord di via Quarti.

Da circa vent’anni l’area era occupata senza titolo da una famiglia italiana, composta da padre e due figli, e adibita in buona parte a stalla per animali (cavalli, pony, asini e capre); nella parte privata, inoltre, si erano insediate negli anni attività improprie degradanti, come lo smaltimento irregolare di rifiuti, su cui erano intervenuti anche i Vigili del Fuoco.

Grazie all’azione portata avanti dal Comando Decentrato 7 della Polizia locale, il giorno dell’intervento d’ufficio l’area è stata rinvenuta già sgombera dagli occupanti e dalla maggior parte dei manufatti, che la famiglia stessa ha provveduto a smontare, mentre gli animali sono stati affidati ad altre persone.

L’intervento di riqualificazione dell’area, per un valore di circa 30mila euro, è stato avviato dagli uffici dell’Urbanistica a gennaio e ha visto la demolizione dei baraccamenti ancora presenti e lo smaltimento dei materiali di scarto presso i centri autorizzati.

L’area è ora finalmente parte integrante del Parco delle Cave ed è stata seminata a prato dagli agricoltori già operativi negli appezzamenti limitrofi.

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12 commenti su “Milano | Baggio – Ripristinata la legalità in via Quarti”

  1. Giustissimo ripristinare la legalità! Oltretutto trattandosi di italiani, probabilmente meridionali e sicuramente percettori del reddito di cittadinanza, il caso richiedeva un intervento ben più immediato da parte delle autorità e ci esime da valutazioni di altro tipo, che invece si sarebbero rese assai opportune qualora ci si fosse trovati in presenza di Rom svantaggiati o migranti discriminati e costretti a vivere in quelle condizioni a causa del razzismo sistemico che avvelena una itaglietta piccolo borghese.

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    • Nelle case popolari abitano spesso stranieri maomettani senza lavoro e dediti ad attività di commercio di sostanze “speciali” .
      Pertanto gli italiani restano a chiappe all’aria.
      Ma tanto ai sinistri non fotte nulla, visto che ormai non votano più PD.
      Sono gli stranieri disgraziati che saranno i futuri elettori dei rossi di merda.
      Gli stranieri onesti, infatti, fuggiranno dall’italiano e non voteranno mai

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      • Fidati, per argomentare un discorso sulla qualità della nostra società è molto più utile categorizzare le persone per i loro comportamenti, che possono essere positivi o negativi.

        Il luogo di origine, la religione, il lavoro, la residenza delle persone non sono comportamenti e non influiscono sulla società. Non ha senso ragionare su queste suddivisioni, non serve a niente (vedi Wikipedia: Rasoio di Occam).

        Aggiungere delle categorizzazioni inutili appesantisce il tuo ragionamento e lo rende illogico. Il lettore non capisce dove vuoi arrivare.

        Per esempio dici che io (italiano) sono “a chiappe all’aria” ma non mi sembra: ho un lavoro, una casa, ho potuto studiare, usufruisco del sistema sanitario, faccio sport. Quindi le cose sono due: o io non sono italiano o la tua frase non ha senso.

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        • Lungi da me fare l’esegeta di “Si Tav”, ma credo che la lettura più corretta della sua espressione “gli italiani restano a chiappe all’aria” sia che non possono abitare in un alloggio popolare in quanto occupato da persone che a suo avviso non ne avrebbero diritto.

          Queste persone sarebbero (nell’argomentazione di “si tav”) formalmente nullatenenti e quindi bisognose, ma in realtà praticanti attività fuori dal perimetro della legalità che oltre ad assicurare un flusso di denaro incompatibile col beneficio dell’alloggio popolare ne potrebbero anche provocare l’espulsione in quanto non cittadini Italiani.

          Da questo punto di vista, luogo di origine, attività lavorativa e residenza sono argomenti fondamentali per dimostrare la sua tesi.

          La cosa ironica è che, vista con gli occhiali di Occam, quella di “si tav” è probabilmente la spiegazione più semplice al fatto che molti cittadini bisognosi non riescono ad avere un alloggio popolare nelle case esistenti e quindi quella preferibile 🙂 🙂

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          • Io sono pienamente d’accordo con te che: ci sono tantissime persone bisognose di alloggio popolare e che restano in coda (anche) a causa degli occupanti abusivi.

            Ma come vedi, senza tirare in ballo discorsi sulla nazionalità, l’argomentazione rimane comunque in piedi e la frase si riduce di due righe, è molto più chiara e va subito al punto: chi occupa toglie spazio a chi ha bisogno.

            La soluzione ovviamente è trovare una procedura pvviamente civile e occidentale per sgomberare gli occupanti abusivi (cioè farli uscire di casa) e non è per nulla è facile, trovata questa “soluzione”, la applichi a tutti gli occupanti.

            Il problema dell’occupazione abusiva è umano e vecchio come il mondo.

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