Milano | Cordusio – Restaurata la più corta chiesa in città

Recentemente è stata restaurata la facciata della più corta chiesa di Milano, la piccola Chiesa Ortodossa dei Santi Sergio, Serafino e Vincenzo Martire di via Giulini, una traversa di via Dante e parallela di via Meravigli a due passi dal Cordusio. La chiesa infatti, è larga una dozzina di metri e ha una profondità di circa soli sei metri, creando uno stanzone di soli 72 mq, con l’altare, separato da una iconostasi (una parete divisoria decorata con icone che separa la navata delle chiese di rito orientale dal Bema dove viene celebrata l’Eucaristia), posto sulla destra rispetto al portone d’ingresso, sfruttando la “lunghezza” della piccola chiesetta.

La chiesetta è una ricomposizione dopo che negli anni Cinquanta del Novecento venne edificato il nuovo complesso per uffici di Via Meravigli 12/14.

Infatti l’edificio per uffici ingloba i resti del convento e chiesa di San Vincenzino. Dell’intero complesso religioso, che girava sull’isolato formato dalle vie Camperio/Giulini/Porlezza solo le due facciate della chiesa e qualche resto del chiostro con l’annesso refettorio negli adiacenti cortili del n.9 e 11 della via Camperio sopravvivono.

Con l’apertura di via Dante nel 1889, venne aperto prima un piccolo tronco della via Giulini, che andava da via Dante sino a via Camperio, proprio di fronte alla facciata barocca di San Vincenzino, in seguito la via venne estesa sino a via Porlezza, demolendo quel che rimaneva dell’antico monastero.

La tradizione vuole il monastero fondato nel 770 dalla moglie di re Desiderio, mentre i primi documenti ufficiali circa l’esistenza del complesso risalgono al 1073. La chiesa fu fondata solo nel 1153. Il monastero si salvò a fine Settecento dalla soppressioni austriache di molti ordini monastici, ma non dalle soppressioni francesi, che comportarono la confisca di tutte le opere d’arte e di valore del complesso: in questo periodo la chiesa fu convertita a deposito. Dal 1818 la chiesa ospitò la scuola e studio di Pelagio Palagi (architetto e scultore italiano), per poi ridiventare un magazzino ed essere infine convertito a locali per il Cinema Dante nel 1908, anno in cui vennero staccati otto affreschi presenti nella chiesa, oggi conservati nella Pinacoteca del Castello Sforzesco.

La chiesa si presentava con la tipica struttura dei monasteri di clausura: l’aula era separata in due parti, una per le monache e l’altra per i fedeli, era ad una sola navata con copertura a volta. La chiesa presentava due facciate, una che dava sulla strada e l’altra sul giardino del monastero: la prima fu realizzata in stile barocco nel XVII secolo da Gian Domenico Richini, mentre la seconda risalente al XV secolo, di autore sconosciuto (scuola del Solari), mostrava uno stile di transizione tra il tardogotico e il rinascimento lombardo.

La chiesa fu demolita nel 1964 assieme al complesso monastico salvandone solo le due facciate quando venne estesa via Giulini. Entrambe le facciate vennero ricomposte su via Giulini e poste a lato della torre di 10 piani del nuovo complesso.

Ora la facciata più antica costituisce il fronte della chiesa dei Santi Sergio, Serafino e Vincenzo di rito ortodosso.

Tra le opere recuperate un tempo presenti nella chiesa si possono citare:
Il Martirio di San Vincenzo, affresco staccato in più parti e riportato su tela attribuito ad Aurelio Luini, conservato oggi presso Pinacoteca di Brera
Episodio del martirio di San Vincenzo o San Lorenzo, affresco riportato su vetroresina attribuito ad Aurelio Luini, conservato presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco.
Deposizione nel sepolcro, affresco strappato riportato su tela di Giovanni Paolo Lomazzo, conservato presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco.
Gesù nel limbo, affresco strappato e riportato su tela di Giovanni Paolo Lomazzo, conservato presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco
Il Mosè, affresco strappato e riportato su tela di Ambrogio da Fossano, conservato presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco.

Questo si è trasformato in uno dei più bei angoli del centro di Milano, se non fosse per alcune pecche, come la perdita del verdeggiante giardinetto che prima si trovava nel complesso di via Meravigli 12/14, oggi ridotto a una striminzita aiuola. Così come il degrado e l’abbandono in cui versa la piccola arena di via Porlezza (sperando in una sua riqualificazione dopo la conclusione dei lavori del complesso per uffici di via Porlezza 12 e via San Giovanni sul Muro 9).

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6 commenti su “Milano | Cordusio – Restaurata la più corta chiesa in città”

    • Invece in questo caso Wf non ha torto.

      Che senso ha quella via con parcheggio auto su entrambi i lati che lascia spazio per passare con difficoltà solo alle auto e marciapiedi ridicolmente piccoli?

      E’ il tipico esempio del Centro Storico di Milano.

      Mentre nel resto della città si discute di ciclabili e riallocazione degli spazi a favore di pedoni e mobilità dolce, in centro il parcheggio gratis per residenti a bordo strada è più sacro di una mucca in India.
      Si vede che li i residenti non sono sfigati, grezzi, brutti e cattivi come quelli delle altre zone, ma raffinati intellettuali che giustamente gli esperimenti li fanno fare altrove.

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      • Esatto .

        È inutile avere un diamante così bello se lo lasci immerso nel letame…

        Si sporcherà pure lui e diventerà opaco e brutto.

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