Ieri sera si è tenuto un concerto dal terrazzo dell’ultimo piano della Torre Velasca, simbolo della skyline milanese da 64 anni, evento tenutosi prima del completamento delle impalcature che copriranno per la prima volta la storica torre milanese, che si ripresenterà nel 2023 sotto una nuova veste dopo un intervento di restauro. L’evento è stato promosso da Hines, investitore e sviluppatore della Torre Velasca, e protagonista è stata l’orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala diretta da Speranza Scappucci, con la partecipazione del Coro voci bianche del Teatro alla Scala e del violinista Giovanni Andrea Zanon.
Il concerto ha visto il susseguirsi di quattro brani: W. A. Mozart: Le nozze di Figaro, K 492 – Ouverture, A. Vivaldi: Le quattro stagioni. Concerto n. 2 L’estate: Presto, J. Massenet: Thais – Meditation. Infine, il Coro voci bianche del Teatro alla Scala ha intonato un omaggio alla città di Milano: Nabucco – Va pensiero sull’ali dorate di Verdi. I cittadini hanno potuto vedere il concerto, a cui hanno assistito anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e la sovrintendete alle Belle arti, Antonella Ranaldi, in streaming sul sito del Corriere Tv e sul sito di Torre Velasca.
“Torre Velasca – ha commentato Mario Abbadessa, Senior Managing Director & Country Head di Hines Italy- tornerà presto sotto una nuova veste, grazie ad un mirato intervento di restauro e rigenerazione urbana che ne valorizza la memoria, nel rispetto dello stile architettonico che l’ha resa un’icona inconfondibile di Milano.” Ricordiamo che alla fine dei lavori sarà riqualificata anche l’area sottostante la torre e le vie limitrofe.
Lo scorso anno, gennaio 2020, la Torre Velasca aveva cambiato proprietà: era stata venduta da Unipol e comprata da Hines European Value Fund attraverso un fondo di investimento immobiliare gestito da Prelios Sgr. Hines, sempre un anno fa, aveva annunciato un intervento strutturato di completo rinnovamento e ammodernamento per trasformare la torre in un asset immobiliare ad uso misto di alta qualità, con prevalenza di uffici nei piani bassi e residenze nei piani alti su progetto di Asti Architetti.
Il grattacielo fu costruito per la Ri.C.E. tra il 1955 e il 1957 su progetto dello Studio BBPR; rappresenta uno dei pochi esempi italiani di architettura post-razionalista detta brutalista.
Referenze fotografiche: Hines; Claudio Nelli; Elena Galimberti
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