In questi giorni è stato finalmente pubblicato il dossier redatto da Amat, l’Agenzia mobilità, ambiente, territorio del Comune guidata da Gloria Zavatta, che fungerà da linea guida alla progettazione futura della città di Milano.
Si tratta del documento suddiviso in 225 pagine dal titolo “Spazio pubblico. Linee guida di progettazione” e lo si può leggere nei minimi particolari nell’Albo Pretorio del Comune.
L’imputata della “Città a quindici minuti”, delle nuove aree trasformate con l’urbanistica tattica e successiva trasformazione, hanno forse contribuito a cercare di rivedere gli spazi della città che sarà.
Un albo che ambisce a diventare il punto di riferimento di ogni intervento sullo spazio urbano, dalla panchina al dissuasore, dal marciapiede all’albero, dallo spazio pedonale ai parcheggi.
- Primo: trasformare gli «spazi» della strada in «luoghi».
- Secondo: accorciare i tempi di spostamento a piedi o in bicicletta, con sezioni stradali pensate per una mobilità più inclusiva, riducendo le distanze sociali verso una città multicentrica.
- Terzo: integrare e aumentare il verde e aumentare la capacità ambientale dei materiali della strada.
- Quarto: Utilizzare materiali di pregio, ma di facile manutenzione, per aumentare la qualità del paesaggio urbano.
Sulla base di questi quattro elementi viene ripensato tutto lo spazio pubblico: vie, piazze, marciapiedi, aree pedonali, piste ciclabili, larghezza delle carreggiate, arredo urbano, il tipo di verde da piantare, i materiali usati per garantire i criteri ambientali minimi a cui sta lavorando il ministero della Transizione ecologica, persino i dissuasori della sosta e soprattutto uno dei crucci da molti anni, la palificazione eccessiva da ridurre drasticamente.
Insomma, un attento e dettagliato studio su ogni tipologia di strada e piazza, dove, quando mai si porrà mano, potrà essere migliorata accuratamente secondo uno dei dettami inseriti nell’albo.
Soprattutto, sarà una città a zero rischio (come si legge nel manuale) dove può essere adottato in maniera diffusa, su circa il 60% di tutta la rete stradale urbana, il limite massimo di velocità di 30 km/h, a sostituzione dei 50 km/h previsti dal Codice della Strada. In sostanza nel futuro avremo vie più strette dove il traffico locale servirà solo per i residenti e quindi marciapiedi più larghi se possibile piantati a verde, con parcheggi, in alcuni casi a lisca di pesce. Insomma, depaviementare il più possibile la città e soprattutto non sprecare suolo pubblico con asfalto inutile.
Più verde ovunque (ci pare un sogno) per combattere le isole di calore così frequenti in città nei mesi estivi un po’ ovunque, soprattutto dove il verde scarseggia.
Premesse sulla carta che non vediamo l’ora che vengano applicate.
Arredo Urbano, Alberi, Piste Ciclabili, Area Pedonale, Verde Pubblico,
Sono quasi commosso…. adesso vediamo quanto, quando e come verrà messo in pratica!
Finalmente!!
Fondamentale la parte di estendere i marciapiedi agli incroci per rallentare la velocità delle auto nelle curve.
Ma…
CAMBAIRE SUBITO I FORNITORI DEI DISSUASORI PARIGINE TROPPO SOTTILI E DEBOLI.
Senza acquistare nuovi modelli di dissuasori va tutto a farsi benedire poiché sopra i nuovi e bei marciapiedi parcheggeranno i suv.
Facciamolo
Cmq sembra quasi che questo manuale sia stato redatto leggendo URBANFILE
Un documento di 121 pagine.
1 (una) dedicata ai dissuasori (pag 147)
Per riconfermare tutti quelli esistenti (parigina che cade come i birilli, paletto inox, paletto nero che si riempie di adesivi, milomat, finto milomat ma più brutto, paracarro in pietra).
Almeno su questo fondamentale tema, è la montagna che partorisce il topolino?
Evidentemente non c’è la volontà di cambiare veramente le cose.
magari è un dettaglio, ma già che ci siamo.
Il documento non dice nulla sull’illuminazione pubblica. In 120 pagine, la parola “lampioni” è nominata solo due volte nelle indicazioni generali, per dire che stanno sul marciapiede (ma va).
Ergo, deduco che ancora per parecchi anni ci cuccheremo le padelle da svincolo autostradale e il mix di lampioni da parcheggio e/o in stile mescolati a casaccio.
In realtà la maggior parte delle grandi città questi manuali li hanno da anni, e infatti il documento ne cita parecchi come riferimento.
Immagino sia sopratutto su quelli che si siano basati. Non l’ho letto tutto super dettagliatamente, ma sfogliandolo così a prima vista, mi sembra fatto molto bene per quanto riguarda la sostenibilità, il verde e la socialità, mentre la parte sull’immagine coordinata della città mi sembra lasci un po’ a desiderare (l’attenzione al dettaglio, solito tallone d’Achille dell’urbanistica milanese, che ahimè sembra riconfermarsi)
E’ un documento interessante anche se ha veramente troppe parole per poter essere un documento operativo, che è invece quello che serve.
Esempio (pag 43):
“La città è un sistema complesso fatto di strutture, spazi e fattori ambientali di natura climatica e sensoriale che, assieme al corredo di oggetti che Ii definiscono, vanno a relazionarsi nella collettività della scena urbana. Lo stratificarsi di questi elementi, spesso in modo poco puntuale e caotico, comporta una riduzione nella qualità percepita dello spazio. Attraverso atti di cura che, di volta in volta, riconducano i luoghi pubblici a nuovi valori qualitativi, si potrà costruire un dialogo coerente con la città, grazie a dotazioni urbane che concorrono a determinarne l’immagine e ottenere il rilancio della qualità urbana attraverso il recupero della città esistente.”
Quindi:
• ridurre le tipologie ridondanti e depalificare
• coordinare enti e dotazioni nello spazio della città
• manutenere assicurando la percezione della cura
• mappare sistematicamente le dotazioni della città
• ottimizzare attraverso la disciplina di un progetto trasversale • dialogare rispettando le “omogeneità di area”
• relazionare strettamente le dotazioni con gli utenti
• rigenerare rinnovando con continuità l’esistente
• economizzare attraverso soluzioni composite
Temo che se anche qualcuno se lo legge, poi non cambia nulla. Ma spero di sbagliarmi….
Radical chic verdi. Che peso che siete
spero si possa partire da quello schifo chiamato piazzala Lagosta
Ottimo! Finalmente il comune ha un elenco di elementi standard da poter utilizzare per applicare il PUMS. Anche a livello tecnico le strade non sono più percepite esclusivamente come delle banali vie con marciapiede e carreggiata automobilistica.
Ora serve “soltanto” impegno e volontà politica per applicare il piano di mobilità approfittando il più possibile dei singoli interventi di riqualifica che vengono eseguiti quasi quotidianamente da pubblico e privati.
Non dobbiamo più sprecare le nostre risorse con riqualifiche miopi, ottime se guardate singolarmente ma inutili, sprecate e in alcuni casi anche dannose se calate nel contesto di Milano.
E dopo da quell’orrore di viale Boezio, grazie
Fuffaaaaaa
Ennesimo dossier pagato fior di quattrini che rimarrà in gran parte solo sulla carta.
Probabilmente di tutto ciò verrà “realizzato” il limite dei 30 km/h con le relative multe.
In realta’ allargare i marcipiedi agli incroci per rallentare le auto è gia’ in atto da parecchio tempo .
Per favore , fate un lampione in stile è diffondetelo ovunque. Perché no anche in quartieri moderni . Anche i chioschi dovrebbero essere in stile . Le edicole e i venditori di fiori sul marciapiede….e le panchine e i cestini . oh come sarebbe bella Milano in versione petite Paris !!! ?
Mi son soffermato un attimo sugli schemi delle strade a seconda della tipologia: applicando il nuovo schema una riqualificazione come quella di via Borsieri all’Isola sarebbe oggi impossibile (o insomma, contraria alle linee guida….)
Non dico che sia un bene o un male, è solo un dato di fatto. Peccato perchè a me piaceva e funzionava pure.
È meritevole che il Comune abbia elaborato questo documento, ma come già notato da altri commenti in precedenza, ho due domande:
La prima sulla filosofia di fondo del documento: Quanto questo documento riflette la proclamata scelta ambientalista dell’Amministrazione? Esempio pratico: cosa prescrive il documento della tanto decantantata volontà di municipale di depavimentare e sostituire l’asfalto cittadino che crea ‘’isole di calore’’ insopportabili?
La seconda domanda è più pratica: Questo è un documento illustrativo o operativo (cioè cogente)? Esempio: chi sarebbe supposto adeguarsi in primis alle indicazioni contenute nel documento? Verrebe da dire che è l’Amministrazione stessa.
Spero davvero tanto che sia l’inizio della revisione di tante vie cittadine che hanno marciapiedi ridicoli, sempre troppo stretti per dare il giusto spazio ai pedoni, o dimezzati a causa del parcheggio selvaggio delle auto e delle moto.
Ottimo per le zone 30, oltre a rendere più ordinato e fluido il traffico abbassano l’inquinamento e soprattutto il rumore che con tutti i suv e gli scooteroni che ci sono in giro sta rendendo invivibile la città.
Le zone 30 senza dossi sono totalmente inutili. Vai a vedere quanto vanno a 30 all’ora nel controviale di via Palmanova, per esempio. Mica basta scriverlo per terra.
Infatti, non basta scriverlo per terra, bisogna restringere di molto le carreggiate e rendere fisicamente impossibile andare veloci, rialzando gli attraversamenti pedonali e creando rallentamenti, come si fa ovunque e come dice il documeno
Ci vogliono assolutamente attraversanti rialzati sulle srisce pedonali e restringimenti della carreggiata.
Le auto sono costrette a rallentare senza cartelli e divieti.
Bisogna abolire il rettilineo di accelerazione in città.
Spezzarli con delle chicane.
Al parcheggio selvaggio sui marciapiedi aggiungerei anche biciclette e monopattini (sempre che la cosa non urti la suscettibilità della maggioranza del pensiero unico sia chiaro)
Eh si, paragonare mezzi da 10 kg a mezzi da 1,5 tonnellate non fa una piega. come paragonare un’unghia scheggiata a un infarto. Ma va bene, mettiamo pure i monopattini selvaggi tra i problemi della città.
Hai ragione, un monopattino lasciato di traverso sul marciapiede non crea nessun problema.
Hai ragione un Suv da 1.5 tonnellate lasciato di trasverso sul marciapiede non crea nessun problema.
Dal tuo stupido commento dobbiamo dedurre che ti senti autorizzato a lasciare il monopattino di traverso sul marciapiede.
Ahahahha!
ANDATEVI A VEDERE IL MOSTRUOSO SCEMPIO DELLA “NUOVA” VIA ROGOREDO.
SOLO CATRAME! Zero alberi, zero verde! ZERO!
Centinaia di inutili paletti (le auto girano intorno e parcheggiano lo stesso)
Mah, nulla di nuovo rispetto a quanto già noto e già in uso da anni… solo, con tante immagini ammiccanti in più e grafica accattivante. Diciamo che è il tipico “spottone” per l’amministrazione comunale, tanta fuffa ma sostanza poca
Riguardo al posizionamento delle panchine nei giartdini, continuo a propoprre la creazione di piccoli Agorà dove possibile, cioè di non posizionare le panchine in Linea e distanziate, ma creare piccoli semicerchi posizionando le panchine lungo il suo perimetro, in modo da facilitare la socialità tra le persone che potranno parlare ed interaggire molto meglio. Chissà …
Ricordo che linee guida riguardo la scelta di arredo urbano per renderlo omogeneo e consono all’area interessata esistevano già. Questo sarà, forse, più completo ed esteso a tutto il territorio comunale ma viste le esperienze con le linee guida precedenti e lo stato della città attuale trattasi della solita abituale FUFFA.
https://www.robadadonne.it/103278/orazione-san-cipriano-far-ritornare-lamore-perduto/
Ma il tema dei parcheggi è della viabilità è sparito sotto il verde, le panchine e i larghi marciapiedi?
Che pa**e con questa macchina, vattene a vivere in Brianza e usa la macchina quanto ti pare. A milano usi i mezzi, la tua macchina non la vogliamo.