Banner Wikicasa - Milano

"Anche le città hanno una voce" | Segnalazioni, bellezze, architettura, storia e altre curiosità urbane.

Milano | Crescenzago – I murale di Orticanoodles per le Case Minime di via Civitavecchia

A Crescenzago, in via Civitavecchia si trova il piccolo quartiere di casette a schiera, le cosiddette “Case Minime”. Vennero costruite nel 1952 circa per gli sfollati che avevano perso tutto durante i bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale.

Per avere un’idea della grave situazione relativa alla mancanza di alloggi dopo la guerra è sufficiente guardare alle statistiche d’epoca che indicavano come distrutti o danneggiati a Milano 70mila alloggi. Per questo fu varato un programma comunale per la costruzione di nuove abitazioni popolari a prezzi contenuti.

Il tipo edilizio prescelto fu la casa unifamiliare a schiera disposta su due piani, progettato dall’Ufficio Tecnico Comunale, in particolare dall’architetto Arrigo Arrighetti, lo stesso che abbiamo già potuto vedere al Lorenteggio.

Oggi fanno parte del patrimonio residenziale pubblico del Comune, alloggi popolari gestiti da Mm.

Orticanoodles, nelle scorse settimane, ha colorato le pareti nord dei caseggiati che si affacciano sul “Pratone” di via Civitavecchia e via Recco con delle bellissime immagini. Otto nuovi murales: volti di donna e fiori, simbolo di rinascita e bellezza.

Le casette sono state completate nel 1953 e formano un quartiere composto da 9 stecche parallele, per 117 appartamenti, distribuite fra via Civitavecchia e altre vie limitrofe (Via Recco, via Canento, via Narni, via Corato, via Castano, via Molfetta e Via Andrea Bregno). Sarebbe stato fantastico, come avevamo mostrato nel precedente articolo, se i singoli appartamenti fossero evidenziati da colori in facciata differenti, una specie di Murano coloratissima.

Immagini: Roberto Arsuffi

Crescenzago, Casette Minime, Arrigo Arrighetti, via Civitavecchia, Via Recco, via Canento, via Narni, via Corato, via Castano, via Molfetta, Via Andrea Bregno, Orticanoodles




Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


8 thoughts on “Milano | Crescenzago – I murale di Orticanoodles per le Case Minime di via Civitavecchia

  1. Rocs

    Buon intervento. Con tutte le opere che verranno fatte nei prossimi anni in zona serve rivalutarle (vedi intervento sulla ex Rizzoli e area circostante). Sempre bravi Orticanoodles !

  2. boris

    Bravi Orticanoodles, l’iniziativa come sempre è lodevole, anche se a livello creativo stanno diventando un po’ troppo ripetitivi (queste immagini spezzettate, inizialmente originali, secondo me stanno diventando già banali).

    E pure UB, ogni tanto ci azzeccate, ma non fatevi prendere la mano con photoshop: non saranno bellissime ora, ma le case arcobaleno proprio non si possono vedere…

      1. Lisa di

        Secondo me hanno fatto diventare il quartiere solo più “popolare” questi murales li avrei visti bene sopra un palazzo alto e con una visuale più ampia . Senza parlare del disordine visivo e fa prevalere L inciviltà delle persone che abbandonano rifiuti in strada in quelle vietate . Non mi piace 👎

  3. Alessandro

    Anche a me piace l’idea delle case colorate, anche se utilizzerei la palette di colori dei murales stessi. Poi, a chi definisce una poverata queste abitazioni, o meglio, una simile colorazione, voglio far notare che non stiamo certo parlando di ville delle Varesine.

    1. Anonimo

      Certo, ma non per questo bisogna renderle ancora più brutte.

      Se invece che fare l’arlecchino una dopo l’altra colorassero ogni striscia di case di un colore allora magari potrebbe avere un senso. Senza per forza scegliere colori supersquillanti. Imho, ovviamente.

  4. Luca Chiappini

    La cultura della bellezza non dovrebbe mai essere in secondo piano. Permette di rendere dei luoghi più apprezzabili da vivere. Ben fatto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.