Giretto in una gelida giornata di gennaio a Cascina Merlata, il distretto a Nord-Ovest di Milano, il regno degli appassionati di cantieri e gru (quasi come l’area di Sei Milano a Sella Nuova).
Abbiamo cominciato il nostro giro con il sole e abbiamo terminato il giro del distretto immersi nella nebbia. Ecco il nostro reportage.
Avendo lasciato alle spalle la cascina che da il nome al distretto, abbiamo percorso via Pier Paolo Pasolini in direzione dei lotti R5, R6 e R7.
R5.3 Greenway progetto dello studio Beretta Associati.
R6 Feel Uptown, un progetto del team composto da Labics, SIO Engineering e Valerio Cozzi.
Città Contemporanea è un progetto dallo Studio Antonio Citterio e Patricia Viel, dove sta sorgendo la terza torre.
Un paio di foto ai palazzi del lotto R9, già tutto completamente allocato, dove spiccano le due torri di Cino Zucchi.
Ecco il cantiere che separerà il distretto residenziale dalla vicina autostrada, il Merlata Bloom, il nuovo centro sviluppato da Nhood Italia e che si porrà anche come punto d’incontro tra Cascina Merlata e Mind, il quartiere tecnologico che sta sviluppandosi oltre l’autostrada, dove si è tenuto Expo 2015.
Passiamo ora al quartiere di Uptown, posto nei lotti chiamati R1, R2 e R3.
Il progetto di Uptown è dello Studio Scandurra e Zanetti Design Architettura. R3 è stato il primo settore del complesso ad essere completato, Il settore R2 è tuttora in costruzione e dove si trova la torre più alta, mentre, per il settore R1, la consegna è prevista per il 2026 benché non sia ancora attivato.
East Uptown, nel lotto R2, è composta da due edifici in linea e di tre torri, la più alta di 25 piani.
Ultimo lotto è quello del plesso scolastico, ancora in attesa di venire cantierizzato.
Concludiamo il nostro giretto dando uno sguardo al sole mentre affoga nella nebbia che ormai sta inghiottendo tutto… alla prossima.
Aggiungiamo anche una panoramica dall’alto…
Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi; Duepiedisbaglaiti
Milano, Cascina Merlata, Uptown, East Uptown, Città Contemporanea, via Daimler, Via Pier Paolo Pasolini, Studio Scandurra, Antonio Citterio e Patricia Viel, Beretta Associati, Greenway
Madonna, quanti metri cubi di cemento…
Ma che indice di edificabilità ha questo intervento?
che desolazione
Orrido
Mi dà l’idea di un posto dove sarà difficile socializzare. Un non luogo dove dormi, fai la spesa al centro commerciale, hai gli uffici. Ma le persone non sono interconnesse tra di loro perché non hanno occasione di conoscersi.
Nel 2022, quali sono i luoghi in cui le persone si conoscono e che qui mancano/mancheranno?
Mi fai un esempio nei quartieri milanese costruito dopo gli anni 70 che presenta le caratteristiche migliori per lo sviluppo della socialità?
Ci deve essere una proporzione tra l’altezza delle residenze e gli spazi circostanti. I quartieri dove c’è socialità hanno palazzi al massimo alti 6-8 piani e intorno hai negozi, bar, asili, scuole elementari, aree dove portare il cane ecc.. Ma delle dimensioni giuste. Se tu hai solo palazzoni, il grande prato, il centro commerciale; diventa tutto troppo grande. Non ci sono neanche ragioni per camminare, si prende l’auto e si va nel posto X a fare la cosa Y.
Orrido
E’ tornato il bengodi dei palazzinari
Le persone si conoscono perchè hanno i bambini nella stessa scuola, al catechismo, a fare sport. O perchè portano insieme fuori il cane, o si incontrano a correre e fanno il gruppo whatsap.
Quali di queste cose sarebbe sommamente impossibile nel luogo di cui vedi le foto??
Già detto sopra, dipende dalle dimensioni. Io preferisco posti con più opzioni e di dimensioni minori. Dove vivo io al confine con Milano ho il parchetto dietro casa, il grande parco poco più avanti. Tanti tipi di supermercati. I negozi sotto casa. Il centro commerciale a 5 minuti di macchina. La palestra ecc.. Non ho: palazzi giganti, uffici alti, il prato, il centro commerciale, la scuola con 900 alunni e basta. È come confrontare dei ristorantini di quartiere con l’autogrill sull’autostrada. Serve anche il secondo, ma è un contesto diverso.
Sarà…ma io le grandi tragedie di cronaca nera della solitudine e della disperazione le vedo molto più spesso ambientate nel postocarino, un po’ fuori, con le casette piccole, il cane lupo, il parchetto, tutto-a-dimensione-uomo, tranquillo ecc ecc
E quasi mai nei complessi grandi, nuovi, abitati da famiglie giovani con tanti bambini come Cascina Merlata, Santa Giulia, la Bicocca o tanti altri che qui si ama tanto snobbare….
Non ho parlato di tragedie. Né di casette piccole, possibile che vedete le cose in bianco e nero. Non è che se da una parte hai i mega palazzoni e basta, allora l’alternativa sono le villette col giardino e il lupetto che fa la guardia.
I posti alla Cascina Merlata sono semplicemente luoghi tristi che sembrano più dei centri direzionali che dei quartieri residenziali. I quartieri che vengono costruiti con una mentalità dove si decide tutto dall’alto non funzionano. Le aree devono crescere in maniera organica.
ma a Milano dove la vedi tutta sta gente predisposta alla socializzazione? ahahah è tutta una sfida a chi è più fake!
Sarai uno che si è trasferito qui ed è incapace di socializzare. Io lavoro a Milano e nella mia zona conosco un botto di persone.
Quanti commenti banali. La solita retorica dei palazzoni nuovi senza verde dove la gente è sola.
Si può essere soli anche in Brera. E qua soprattutto vedo case moderne e un ampio parco pedonale dove, si spera, la gente userà meno possibile l’auto avendo a disposizione piste ciclabili e mezzi pubblici.
C’è molta più solitudine nelle villettopoli dell’hinterland milanese dove si è schiavi dell’auto e non c’è nessun tipo di attività ricreativa o culturale da fare
10:52, 11:40 e 12:19 : sottoscrivo tutto quello che avete scritto.
Posso solo aggiungere che trovo curioso sostenere che un condomino del secondo piano non possa socializzare con uno del settimo o nono o superiore.?
Sono banali i commenti che non sono d’accordo con te o che forse non capisci.
Lì non c’è varietà. Né per l’occhio, né per la socializzazione. Non hai scelte. Non hai opzioni se non quelle pensate da chi ha progettato quel coso.
Notare poi quello sotto che scrive solo per dire con chi è d’accordo. Interessante un commento che vale quanto un like su facebook e non aggiunge nulla al discorso. Desolante come Cascina Merlata.
Desolante è sostenere che:
“Ci deve essere una proporzione tra l’altezza delle residenze e gli spazi circostanti. I quartieri dove c’è socialità hanno palazzi al massimo alti 6-8
piani ”
C’è poco da aggiungere, caro
Non hai niente da aggiungere perché non sai controbattere quando uno ha un’opinione diversa dalla tua. Per te è così e basta, niente argomentazioni, batti solo i piedini. Capito, caro?
Se hai sparato una cazzata e insisti a sostenerla sei tu che batti i piedini ? tesoro.
Ancora, come vedi non porti un argomento che sia uno e ti sei ridotto a dire parolaccine + emojii come fanno i ragazzini. Cerca di crescere.
L’alternativa ai palazzoni di decine di piani non sono per forza le villette per una singola famiglia, esistono anche i palazzi con <10 piani dove il piano terra è usato per attività varie (come si può notare sulla maggioranza del suolo milanese). Diciamo che non sarebbe stato male qualche nuova costruzione di questo tipo, al posto di cercare per forza di creare una nuova skyline stile chissà quale cittaà americana
Hai ragione io non sono così’ istruito per scrivere
“ un non luogo dove le persone non sono interconnesse”
Da te avrei soltanto da imparare.
Continui a non dire nulla. Probabilmente non hai le capacità intellettuali e culturali per farlo. Non ti arrendere, se cerchi in rete troverai ampia letteratura accademica e professionale riguardo. Perché sai non è una cosa che dico io e basta. Magari tra qualche anno potrai avere un dibattito alla pari con me.
Addio
Ma no, mi arrendo, quando mai potrei avere un dibattito intellettuale culturale alla pari con chi definisce “un contesto diverso tra un ristorantino di quartiere e un autogrill sull’autostrada”?
Ma perché si continua a inseguire il modello del piccolo paese di provincia anni ’70, dove la gente non ha altro da fare che uscire di casa, andare in piazza e perdere ore al bar? La socialità in una metropoli nel 2022 è altra cosa.
Francamente, al di là degli interessanti commenti sulla socializzazione, a me questo posto mette un’angoscia tremenda.
N: Complimenti a tutta la redazione di Urbanfile! In ogni articolo traspare la vostra passione e profonda conoscenza della città. Vi seguo sempre con interesse!
Be diciamo che al momento non c’è molto da vederne un bel quartiere…sono effettivamente solo dei grattacieli (alcuni più belli di altri, a parer personale) posizionati in un’area prevalentemente vuota. E quando costruiranno il centro commerciale sarà probabilmente più vivo. Così come la scuola. Ma non si può dire che ora sia un posto dove vorresti vivere dai…nè un posto dove la prospettiva sia allettante
In effetti c’è solo un grande parco tenuto perfettamente, la Cascina Merlata con Pizzeria, Gelateria, Pokeria, ambulatori medici, attività culturali ecc.. E arriverà solo il centro commerciale più grande di Milano città con collegamento pedonale al Mind, altra zona evidentemente sfigata in prospettiva. Tra l’altro molti palazzi prevedono attività commerciali ai piani terra ma sicuramente falliranno tutte dato che i palazzi sono alti. Il quartiere peggiore di Milano per distacco….
sarcasmo a parte veramente mi piacerebbe capire dove vivono quelli che lasciano certi commenti, ma si tratta veramente di mera curiosità intellettuale…saranno tutti di Brera, non so.
la fiera del ritardo e analfabetismo funzionale questa sezione commenti, come tutto il sito in generale. un ammasso di falliti senza vita.
E tu sei il nostro gemellino! (sicuramente per l’ortografia e la costruzione sintattica delle frasi 🙂 )
Io capisco che una città simile alla Parigi degli anni 50, alla New York dei 60 o alla Londra dei 70 sia molto più accattivante di Cascina Merlata.
Purtroppo viene da chiedersi se quel modello di città sia ancora possibile, a Milano o nel resto del mondo.
Sono cambiati i luoghi della produzione, quelli del commercio, e della ricreazione. E sono cambiati i modelli economici, complice una maggiore ricchezza e prezzi più bassi.
La città a 15 minuti è un modello di servizio al cittadino, ma quanti vivono solo nel loro quartiere come accadeva nel dopoguerra? Quanti considerano il quartiere l’unità di misura del proprio abitare/vivere e non la città nel suo complesso?
Mi piacerebbe un mondo di negozietti e ristorantini e librai affabili e edicolanti filosofi, purtroppo il mondo in cui vivo attualmente è dominato dalle economie di scala e da modelli socio-economici non compatibili con quel tessuto urbano allettante ma idealizzato.
Cascina Merlata ha sicuramente molte pecche (la scuola doveva essere costruita prima, non poi; la cascina avrebbe dovuto ospitare qualcosa di “pubblico” a servizio del quartiere e dei quartieri vicini, come una biblioteca, un presidio sanitario, un servizio municipale decentrato; una struttura sportiva pubblica come una piscina non guasterebbe), ma credo ne abbia molte meno rispetto a Parco Adriano (forse la più grande incompiuta milanese) o Bicocca dopo le 20.
Tu cosa faresti per renderla un luogo migliore?
Magari avrei sacrificato un po’ di parco in mezzo per avere una struttura non molto alta sviluppata da via Pasolini andando verso nord. Lì inserirei un po’ di negozi che riguardano il food o che offrono servizi (niente negozi che subiscono la concorrenza di Amazon), luoghi dove fare sport, luoghi di formazione per diverse fasce d’età, co-working.
Mind e Cascina Merlata le avrei interconnesse da uno sdoppiamento della M1.
Adesso mi sembra un quartiere dove per fare qualunque cosa devi prendere l’auto.
Sì, come dicevo è un quartiere per chi vive al di là del solo quartiere.
Il parco in futuro verrà riempito da altri edifici, alcuni avranno zone dedicate al commercio (ancora non si sa se di catena oppure no).
L’idea del coworking non so se abbia senso in una zona residenziale di periferia. La carenza di un polo sportivo la condivido, ma doveva essere una richiesta esplicita nello scomputo oneri di urbanizzazione.
Sarà da capire cosa succederà con l’entrata a regime di Mind (tra 10 anni?) che potrebbe spostare il baricentro della vita “sociale” al di là della ferrovia (con bar e ristoranti attivi di giorni per i lavoratori e attrattivi di sera per la città tutta, non solo CM).
Resta -secondo me- il problema del modello “possibile” (cioè economicamente sostenibile) vs il modello “ideale”. Hai in mente qualche esperienza di urbanizzazione recente in Europa che sia riuscita a creare quel tessuto “aggregante” di cui avverti (in parte a ragione) la mancanza?
Secondo me il co-working ha senso anche i periferia perché con Internet stanno nascendo sempre più attività che possono essere svolte a distanza. Ma uno non vuole lavorare a casa tutto il tempo, perché quando stacca gli sembra di avere sempre il lavoro che incombe. E i co-working possono anche essere utili se devi ospitare clienti o collaboratori. Avere attrezzature sempre aggiornate. L’importante è che i co-working siano facilmente raggiungibili senza la necessità di un automobile.
E anche se adesso i negozi sono in crisi, per me con l’invecchiamento della popolazione ci sarà una forte necessità di avere tutto a portata d’uomo. Però non saranno più negozietti famigliari, ma gestiti da grandi aziende sviluppate sul territorio.
Al momento non mi vengono in mente zone nuove in Europa che vedo come modello ideale. Nella provincia di Milano comunque è tutto talmente urbanizzato che si può solo lavorare per modificare e migliorare l’esistente.
la butto li. il quartiere olimpico di londra e l’area est adiacente potrebbero essere un esempio di riconversione e riqualificazione aggreganti e favorenti la socialità. si potrebbe ritenere un intervento un po’ sterile e comunque fruibile da chi ha una certa disponibilità economica ma sicuramente ha messo a disposizione dell’area est di londra una delle più belle piscine olimpiche al mondo ( 7 pound a ingresso…chiedete alla piscina bocconi quanto costa) e una serie di attività sportive e ricreative non indifferenti. A stratford oggi sono state addirittura spostati canpus universitari. Certo Cascina Meralta non partiva dalle stesse condizioni ma mi auguro che le aree olimpiche di milano post 2026 possano godere di un processo simile anche se piu’ “in piccolo”
Ma la fermata Stephenson quando la aprono??
Cmq Cascina Merlata sarà sicuramente un successo e abitata il parco dai residenti.
Il problema vero è che sarà un parco molto diminuito e ritagliato rispetto a quello che vedete oggi…
E le ombre degli enormi palazzi.
Ma tutti scenderanno a fare jogging e socializzare volendo…
Non è malaccio
No fa schifo
Che pattume inverecondo.
Concordo orrido
Per come la penso io, non si può partire dal nulla e creare un quartiere. Ma si dovrebbe partire da qualcosa di esistente e riqualificare e costruire nuove abitazioni. In modo tale da avere comunque un nucleo iniziale e centrale che abbia una storia e una vita sua. Per dirla onestamente, vedo meglio le nuove costruzioni in zone periferiche ma gia con una vita intorno, piuttosto che queste cattedrali nel deserto. Anche perché chi ha comprato lo ha fatto per viverci ora, non tra 20/30 anni. Alla fine per i prossimi anni (2/5/10 anni) un residente cosa dovrebbe/potrebbe fare in zona? Portare il cane a passeggio e farsi una camminata al parco?
E’ la politica del comune di Milano volta alla riduzione di consumo di suolo.
Continuate ad ammassare la gente.. tanto poi ci si sposterà con i taxi volanti 😀
Ma saranno tutte abitazione di edilizia convenzionata oppure 13-14.000 Euro/mq ?!
Concordo orrido
Orribile
ahahaha …ogni tanto spunta a caso un anonimo “orrido” o “terribile”
Questo blog deve essere frequentato al 90% da gente che vive a Brera o a Corso Como. Altrimenti tutte queste angosce per chi vive a Cascina Merlata sono tra il comico e l’esagerato.
Sulla desolazione: sono previste attività commerciali al piano terra di parecchi condomini, tra l’altro a breve dovrebbero aprire le prime 3. E comunque c’è già la cascina Merlata con Gelateria/Bar, Pizzeria con eventi e musica dal vivo, pokeria, cartoleria, studi medici…già ora quindi per lo meno in pari con vaste aree della periferia milanese. E tra un anno apre il centro commerciale più grande di Milano, c’è chi non apprezza i centri commerciali ma intanto i residenti ce l’avranno a pochi metri da casa. E più avanti ci sarà perfino l’accesso pedonale a Mind….
Sulla socializzazione: la maggior parte dei condomini hanno aree comuni (palestre, coworking, aree giochi), credo che non serva aggiungere altro
Sul parco che si riduce è casomai il contrario: i nuovi interventi saranno integrati nel parco e quindi estenderanno in realtà il verde. Di sicuro comunque non lo diminuiranno in alcun modo.
Poi per carità ci sono critiche che ci stanno, la densità abitativa sarà indubbiamente altissima, alcuni interventi sono esteticamente discutibili ecc. ecc. ma da residente vi assicuro che potete evitare di stressarvi cos’ tanto per che ci abita….
?
Vabbè ma se ci abiti avrai avuto i tuoi validi motivi. Già solo i prezzi più abbordabili rispetto alla città lo troverei un motivo valido. Così come se non si è nati e cresciuti a Milano (in qualsiasi quartiere) e non si è quindi legati ad alcun luogo. O se comunque non si ha problemi a muoversi in macchina per un qualsiasi bisogno che non si trova sotto casa. Già solo se si rientra in uno di questi casi, così come altri, si difende la propria scelta. Ma restano comunque tutti i limiti esposti da diversi utenti… si spera sempre che la città offra qualcosa che piaccia a tutti
Poi fatemi capire voi dov’è che Milano offre socializzazione.
Se per socializzazione intendete i vicini milagna che si lamentano della famiglia di immigrati e fanno i delatori per la gestapo dell’amministratore di condominio.
Oppure andare a pipparsi di cocaina e coltelli in corso como.
La socializzazione alla milanese…
Wf certe volte sembra che vivi in un universo parallelo, tipo Virzì quando descriveva la Brianza (ma almeno lui lo faceva per farci soldi col film… 🙂 )
Ma scherzi? Negli altri quartieri di milano si conoscono tutti. E soprattutto nel resto della periferia milanese esci di casa e hai tutto in 10 minuti a piedi senza essere costretti al trauma di andare al centro commerciale.
Bisogna capire che Wf viene dal ridente paesino di Volturara Appula( 416 abitanti che evidentemente si conoscono tutti) famoso anche per averci donato il miglior presidente del consiglio degli ultimi decenni per il quale non nasconde una manifesta ammirazione.
Non si capisce perché viva a Milano se non riesce a farsi degli amici e pensa di vivere in mezzo a razzisti e cocainomani.
Ma il problema della socializzazione non si pone. Se la gente è incline a socializzare non dipende dal tipo di condominio in cui vive…detto questo il problema rimane sempre e solo il fatto che è un quartiere nuovo partito dal nulla e quindi il fatto che al momento sia oggettivamente isolato dal resto della città è evidente, penso sia a chi abita a Milano sia a chi abita a Cascina merlata. Sicuramente il centro commerciale porterà ai residenti una possibilità in più di non dover per forza prendere la macchina per far qualsiasi cosa. E porterà gente anche da quartieri di Milano (possibile ma non troppo probabile a parer mio) e da paesi vicini esterni (molto più probabile) in zona, ma non mi pare possa essere considerata una “soluzione” per rendere il quartiere più integrato con la città, anzi, probabilmente il contrario. Comunque sia, son sempre solo opinioni personali quelle espresse. Se chi ci vive lo trova un posto ideale dove abitare, ben venga. Ciascuno ha esigenze differenti d’altronde
ma stiamo parlando di oggi o in prospettiva? perché che il centro commerciale non attragga con Mind (università inclusa…) lì accanto significherebbe il fallimento totale di Mind. Poi rimango sempre curioso di quali altri quartieri in periferia di Milano siano così attrattivi per i non residenti, ma vabbé!
Infine anche che si debba prendere l’auto per fare tutto: francamente già oggi stesso con le attività in Cascina non vedo queste enormi differenze con l’80% della periferia milanese , che è quasi ovunque desertificata (scuole a parte, chiaro)….di sicuro non con il Gallaratese per dire…
e comunque c’è la linea 35, le uniche stazioni bike-mi in periferia (magari fossero estese ai quartieri limitrofi…) e Molino Dorino non è che sia in capo al mondo….anche qua senza considerare il progetto della circle line che aprirà la stazione Cascina Merlata – Mind (anche se su questo punto il rischio di tempi lunghi effettivamente temo che esista).
Ribadisco: ovviamente non è che non ci siano critiche da fare, ma data la situazione attuale degli altri quartieri milanesi di periferia, molte critiche mi sembrano provenire da Marte…