Milano | Porta Volta – Area Museo della Resistenza: per ora un giardino temporaneo

Dove dovrebbe sorgere il famoso Museo Nazionale della Resistenza a Porta Volta, la cosiddetta piramide gemella e speculare (e molto più piccola) del palazzo Feltrinelli e Microsoft progettato dallo studio di Herzog & de Meuron sul lato opposto di piazzale Baiamonti, sta per essere realizzato un giardino condiviso, figlio del primitivo giardino sorto subito dopo l’abbattimento del vecchio distributore di benzina.

Infatti il Comitato Baiamonti Verde Comune si è accordato col Comune di Milano per gestire nell’area tra il giardino Lea Garofalo e il vecchio casello gestito dal Circolo Combattenti e Reduci, un giardino condiviso dove socializzare. Quindi un’area dove saranno proiettati film all’aperto, piccoli concerti live di musica e altro ancora, questo in attesa che le ruspe riprendano a scavare per costruire la famosa piramide bis

Questo sino a quando i lavori per il nuovo edificio non partiranno, chissà ancora fra quanto tempo.

Referenze immagini: Herzog & De Meuron; Duepiedisbagliati

Porta Volta, Herzog & De Meuron, Viale Montello, viale Crispi, Viale Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti, Museo Nazionale della Resistenza

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

24 commenti su “Milano | Porta Volta – Area Museo della Resistenza: per ora un giardino temporaneo”

    • Senza dubbio. Lo stesso giardino temporaneo che ha fatto – definitivamente – trasferire la biblioteca europea, che adesso dovranno realizzare in una posizione molto più complessa e con costi di progettazione più elevati.
      E in quel caso si è trovato una pezza perché si potevano buttare i soldi del PNRR con un progetto ridimensionato e più caro, per preservare un presunto giardino temporaneo.

      Nel nostro caso possiamo pure dire addio al progetto.

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      • La vecchia beic costava 400 milioni, quella nuova 100.

        Qui il tema non è la costruzione del museo che si farà, bensì l’assegnazione dei caselli.

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        • Già non solo hanno ridotto il budget (e tutto sommato è comprensibile) ma per spostare la sede ci sono tanti di quei limiti e paletti che parte di quei 100 milioni dovrà essere investito nel trovare delle soluzioni.

          E sai perché? Un giardino temporaneo.

          E non farti illusioni anche questo giardino temporaneo diventerà definitivo. Possiamo pure addio al completamento della seconda piramide.

          Il museo se lo faranno, lo faranno da un’altra parte.

          Ancora una volta i comitati hanno vinto.

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  1. Se si potesse rimuovere la barriera che lo divide dai giardini di Lea Garofalo si avrebbe un’area completamente verde dove prima sorgeva un benzinaio e un palazzo.

    Una dimostrazione pratica che creare aree verdi come si deve, senza costruire grattacieli, è possibile.

    Chi avrebbe voluto poter fotografare la meravigliosa piramide può attraversare la strada e ne troverà un’altra identica ancora più grande, sempre che la fotocamera non si scioglierà prima dal caldo…

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    • No caro Andrea, mi dispiace ma hai la sensibilità di un sasso.

      Il progetto dal principio prevedeva due edifici che ricalcavano il tracciato delle mura e avevano una precisa resa prospettica.
      Così sarà amputato. L’architettura è un’arte e il lavoro di due validi esponenti come Herzog e De Meuron andava rispettato (la sede di Ricola è un piccolo gioiello)

      Ma che questo sia il paese dei No a tutto e dei Nimby ormai è risaputo. Pazienza al posto di un’opera architettonica originale, ci terremo un giardinetto stile favelas con orto condiviso e area defecazioni cani che quattro vecchi dei comitati gestiranno come il loro personale balcone di casa.

      Siete una maggioranza prepotente e ammuffita e dopotutto è giusto che l’Italia vada alla malora insieme a voi.

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      • Ma poi non sono una maggioranza, son quattro gatti (3000 firme, che avranno ottenuto andando in giro per Milano chiedendo firme “contro la cementificazione”). È che la gente ha di meglio da fare e l’amministrazione è completamente priva di spina dorsale.

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      • La seconda piramide si farà, come prevista nelle forme e nei volumi, ma rivista per salvaguardare i reperti storici.

        Con buona pace di gestori di bar e amanti dei giardini, che forse in futuro la apprezzeranno come chi amava la vecchia Melchiorre Gioia adesso apprezza Porta Nuova.

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      • Ma quale resa prospettica? E’ un bruttissimo incrocio trafficato e quei geni di Herzog e De Meuron hanno pure visto bene di realizzare la passeggiata Pasternak a Sud, esposta al sole e al traffico dei bastioni, mentre Procaccini resta una via-parcheggio opprimente.

        L’unica bellezza urbanistica di quella zona è il giardino condiviso, in pieno stile nordico. Tutto il resto è un guazzabuglio di architetture vecchie e nuove disposte a caso molto più utili alle società immobiliari che ai cittadini del quartiere.

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        • Un museo in che modo è utile a una società immobiliare?

          E il giardino di stile nordico quale sarebbe? Intendi quella specie di campo abusivo?

          Andrea con ogni probabilità tu sei un pensionato che ha lavorato 10 anni in vita sua e adesso passa il tempo alla bocciofila e a protestare contro qualsiasi possibile cambiamento, ma credimi, te lo dico con affetto, la tua cultura architettonica vale 0. Vatti a prendere un bianchino con i tuoi compagni di merenda del comitato, senza preoccuparti questo paese è ostaggio dei pensionati e dei Nimby.

          Non cambierà mai niente. Ora vai sereno a prenderti il bianchino, davvero, e a giocare a bocce se vuoi. Non devi neanche fare lo sforzo di dire sciocchezze come ‘giardini nordici’ o fare finta che capisci qualcosa del lavoro di Herzog e De Meuron. Fidati, in questo paese non si muove una foglia.

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          • Il cohousing è stato inventato in Danimarca negli anni ’70, qui il concetto è stato esteso ad un giardino pubblico.

            Ma tu sei troppo giovane per capire…

  2. Ho letto i commenti da Anonimo 21 Maggio 2022 delle 10:21 a Alex 21 Maggio 2022 delle 12:42. Considero solo i commenti più costruttivi, sia a favore che contrari al progetto e, senza ergermi superiore a nessuno, faccio riferimento a dati (parte di essi ancora rintracciabili in rete). Dai progetti nati sotto la giunta Albertini e Albertini Bis (1996 – 2006) ricordo il famoso parco CityLife tutt’ora in costruzione dopo 20 anni dal progetto e dalla demolizione dell’ex fiera. Come in questo caso, a Milano (perchè parliamo di Milano e non di altre città italiane) in questo progetto era previsto il MAC che era adorato da alcuni (compreso me) ed odiato da altri. Il suolo di CityLife doveva presentare uno spazio coperto titolato Giardino 4 Stagioni ( link https://blog.urbanfile.org/2017/07/12/milano-tre-torri-serra-citylife-le-quattro-stagioni/ e link https://blog.urbanfile.org/2018/02/09/milano-eventi-le-quattro-stagioni-serra-salone/ ) di cui non si è mai sentito parlare. Poi le torri Arduino e Duilio che dai primi render piacevano molto e grandi spazi non solo verdi ma anche canali e lame d’acqua. Poi i campi da golf e le serre. Poi, per finire, ci troviamo con altre torri (dai più giudicate orrende per estetica e come dargli torto?), ci troviamo ulteriori nuovi appartamenti di lusso (perché a Milano si vive come a Dubai secondo qualcuno), ci troviamo molto spazio verde in meno in favore di nuovo cemento ed una piazza su più livelli con la solita area centro commerciale (marchi e firme uguali i tutta la città) e l’immancabile cinema multisala ne più ne meno degli già esistenti. In 20 anni sono cambiati 4 sindaci e relative giunte, tutti a predicare verde ma a dare spazio a cemento (profitti per tutti i soliti, non certo per i cittadini) dando spazio ad architetture inguardabili scontentando la maggior parte dei cittadini. Porta Nuova – Volta – Garibaldi non è diversa da altri progetti ed aspettative promosse in un modo e terminate (terminate … si fa per dire) in un altro noto a tutti e sotto gli occhi di tutti. Senza polemica e con buona pace di essere certi che si fa quello che interessa a chi ci guadagna e non certo a beneficio della gente comune, consumando sempre suolo. Saluti.

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  3. No caro Andrea tu sei troppo ignorante per controbattere perché confondi due concetti distanti come il giardino scandinavo con il cohousing.

    Lascia perdere l’inglese amico mio. Piuttosto iscriviti all’università della terza età per fare un corso su come si spediscono le email, magari conosci qualche coetaneo e costituite un bel comitato contro una qualsiasi cosa a vostro piacimento!

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  4. SONO GLI STESSI CHE NON VOLEVANO IL TRASFERIMENTO DEL BENZINAIO PERCHE’ CI FACEVA BENZINA ANCHE GENTE FAMOSA (E SCEMA PERCHE’ ERA IL PIU’ CARO DI MILANO) COME SCRISSE IL CORRIERE CHE TENEVA BORDONE.
    E’ UNA CONFRATERNITA SIMILROSSA TANTO CARA A CERTI POLITICI O PRESUNTI TALI.
    MA CHE NON SI COMPLETI IL PROGETTO HERZOG SAREBBE DAVVERO UNA SCONFITTA.
    QUANTO AL GIARDINO CONDIVISO, LASCIAMOLO ALLE BUONE INTENZIONI DI GENTE COME ANDREA, PITTORESCA E PER FORTUNA INNOCUA.

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  5. Però un’area verde di socializzazione e respiro in pieno centro trafficato non è malaccio…

    Quasi quasi cambio idea sulla seconda piramide.

    Anche ondra ci sono fattorie urbane in piena città.

    Però diciamoci la verità: il vero schifo non è ne la seconda piramide ne il giardino sociale MA lo schifo automobilistici tutto intorno di viale Baiamonti!

    Ma come si fa a costruire edifici iconici senza pensare a rifare interamente TUTTA LA PIAZZA e le vie afferenti!

    Ai poster l’ardua sentenza!

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  6. E se pedonalizzassimo viale Pasubio per creare una bella passeggiata verde che colleghi Garibaldi a Sarpi?

    Per ora è una via che non ha praticamente nessuna utilità trasportistica, difficile da attraversare in bici per il pavé, brutta da percorrere a piedi per la totale mancanza di verde.

    Spero nel completamento della seconda piramide ma anche un po’ di verde, al riparo dal tremendo e rumoroso flusso di auto, non è male.

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    • Mi sembra una buona idea, con una buona logica: viabilità diverse su strade separate, le ciclabili sulle circonvallazione danno solo sofferenza, come le passeggiate.
      Poi i bastioni vanno piantumati, sistemati ed i parcheggi razionalizzati.
      E la seconda piramide va fatta, 3.000 miopi devono contare quello che contano su una città di 1.300.000 abitanti, 0. Non esiste un indicatore che esiga più verde in quel punto tanto meno un parchetto poco gestito. Recuperiamo spazio dalle strade, connessione veloce e decente anche col parco sempione e basta sciocchezze

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    • Esattamente.

      Ottima idea.

      È tutta un’isola di cemento.

      Via Sarpi è in piena rivoluzione urbanistica.

      Sta diventato il quartire della movida turistica internazionale che Milano non ha mai avuto.

      Bisognerebbe capire che le pedonalizzazioni e NON le automobili fanno salire il PIL dei quartieri e di Milano

      Il decoro e il silenzio e la bellezza e non il brutto e lo smog e asfalto… danno lavoro e fanno aprire attività economiche e redistribuiscono benessere e pil

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  7. Il piazzale di Baianonti è un disastro, ma tra un nuovo museo che completa il progetto delle piramidi e un brutto e raffazzonato orto gestito da una specie di cosca di residenti che si sente padrone del suolo pubblico, non ho dubbi.

    Non si capisce perché il comune abbia fatto questa inversione di marcia improvvisa. Gli scavi dovevano cominciare a breve.
    Temo che sulla seconda piramide ci dovremo mettere una croce sopra.

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  8. Ovvero: il Comune alza bandiera bianca e rinuncia alla seconda piramide, che avrebbe riqualificato quel pezzo anonimo di strada. Peccato.

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  9. non appoggio né i comitati né i tifosi delle piramidi…. personalmente il “toblerone” di Herzog & De Mourou non piace per niente per diversi motivi.

    Per cui se dovesse saltare il secondo lotto – sul piano puramente architettonico e urbanistico – sarei solo contento.

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