Milano | Centrale Loreto – Pioggia di progetti in zona ma nessuno per via Andrea Doria

Ormai da anni si discute della riqualificazione, con un progetto dirompente, di Piazzale Loreto con il progetto del team Ceetrus Nhood che prevede la trasformazione del grande piazzale in LOC – LORETO OPEN COMMUNITY. Notizia recente vede poi la riqualificazione anche di Piazza Luigi di Savoia grazie al progetto della torre MI.C che prenderà posto dello storico Hotel Michelangelo. Ma prima ancora era stato annunciato anche il progetto per la riqualificazione di Piazza Caiazzo che si trova a metà percorso di via Andrea Doria (ancora un mistero la partenza dei lavori però). Grande arteria che unisce di fatto il distretto di Loreto con quello della Centrale.

Arteria che, però, da decenni meriterebbe un miglior trattamento.

Via Andrea Doria cominciò a prender forma sulla carta già sul finire dell’Ottocento, poi con l’apertura di Viale Caiazzo che in seguito sarà dedicato ad Andrea Doria, l’importante ammiraglio, politico e nobile italiano della Repubblica di Genova (vissuto a metà tra 1400 e 1500), e definitivamente aperto nel 1907, anno di inizio della costruzione dell’attuale Stazione Centrale. Univa il Rondò di Loreto con la nuova stazione centrale. Per realizzarlo vennero abbattute alcune cascine, la più importante fu la Cascina Pozzobonelli del 1400, di cui, per fortuna, si conserva la cappelletta e un tratto di portico che si collegava al palazzo principale.

La via, molto ampia, si presenta con un parterre centrale e, in alcuni tratti, con larghi marciapiedi che ospitano piccole alberature. Da oltre cinquant’anni non è più un’arteria di scorrimento, infatti la circolazione è ridotta in tre parti separate che non si connettono tra loro se non per il traffico locale. Perciò la possiamo facilmente suddividere in tre porzioni ben distinte fra loro, il primo tratto, verso la Centrale e piazza Luigi di Savoia si presenta, inizialmente con una grande aiuola verde, con aiuole ai lati e alberature. Qui si trova l’antico manufatto della Pozzobonelli.

All’altezza di Via Mauro Macchi però, inizia quello che secondo noi è l’apoteosi della sciatteria. Infatti il parterre centrale è utilizzato come parcheggio auto, per giunta su un terreno il cui asfalto è ormai frantumato in più punti con rammendi dozzinali.

Giunti in piazza Caiazzo, via Andrea Doria si “interrompe” con un marciapiede ampio, per oltrepassare la circolare piazza e proseguire nel secondo tratto verso Loreto.

Qui il parterre centrale lascia il posto alla corsia rialzata e preferenziale dei bus di linea. Ai lati alberature miste tra alberelli (prunus) e alberi un po’ più grandi inseriti in grandi aiuole.

Giungiamo all’incrocio con Via Giovanni Pierluigi da Palestrina dove comincia l’ultimo dei tre tratti di via Andrea Doria.

Una piccola aiuola al centro della via ci illude un po’, perché poi ricomincia il parterre centrale anche qui utilizzato come parcheggio auto. In questo tratto il lato dispari è migliore di quello pari, dove mancano completamente le alberature. Alberature ridotte ad alberelli di prunus lungo il marciapiede e qualche acero al bordo del parcheggio centrale.

Via Andrea Doria termina in piazzale Loreto con un aiuola e il Monumento ai Martiri che qui persero la vita durante la Seconda Guerra Mondiale.

Via che possiamo dire non eccelle per bellezza, nonostante i palazzi qui presenti siano molto belli e nobili, oltre che importanti dal punto di vista architettonico, come quelli di epoca fascista ai civici 31 e 29 o le due case poste ad angolo con Via Palestrina. Di ulteriore rilievo vanno menzionati anche le case progettate da Giovanni e Lorenzo Muzio, dell’Isolato INA, via Andrea Doria 17, del 1964 e uno dei più begli esempi del ‘900 che è il palazzo “Montedoria”, all’angolo con Piazza Caiazzo ultimo edificio milanese progettato da Gio Ponti e costruito dal 1968 al 1971.

Perché questa sciatteria e perché il Comune non si è mai impegnato per una sua riqualificazione? Anzitutto dobbiamo dire che prima della costruzione della linea M2 che la percorre per tutta la sua lunghezza nel sottosuolo (sotto via Andrea Doria si trova anche il raccordo tra la M1 e la M2), la via era completamente alberata solo nella parte centrale. Rimossi in parte quegli alberi durante la Seconda Guerra Mondiale e per i cantieri della metropolitana, da allora la via vive nella sciatteria trasformata in parcheggio e apparentemente abbandonata.

Non chiediamo miracoli, ma forse, un po’ d’ordine, regolamentare i parcheggi, piantare, se possibile, qualche albero in più che camuffi quei parcheggi sempre brutti a vedersi, e sopratutto impedire il parcheggio selvaggio, vera piaga in tutta la città.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Google Street View,

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

20 commenti su “Milano | Centrale Loreto – Pioggia di progetti in zona ma nessuno per via Andrea Doria”

  1. Nell’ottica di una pedonalizzazione di Buenos Aires andrebbe riconsiderata in ottica viabilistica almeno tra Caiazzo e Loreto con 2 corsie.

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  2. Sacrosanto appello: la via andrebbe ripensata, uniformata – nei limiti del possibile, vista la metropolitana nel sottosuolo – ed eliminato una volta per tutte il parcheggio a cielo aperto che è veramente ridotto da terzo mondo…

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  3. È un peccato che in un blog di urbanistica non venga citata la parola “ciclabile” quando si parla di via Andrea Doria, specialmente dopo aver constatato che in quella zona la richiesta di ciclabilità da parte dei cittadini è molto alta e considerando che la via collega due importanti punti di interesse cittadino.

    Perché ancora nel 2022 le piste ciclabili non vengono prese in considerazione come un normale elemento urbano (come gli alberi, i marciapiedi e il TPL) e devono essere trattate sempre e solo come tema politico/ambientalista?

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    • Verissimo.
      Purtroppo i ciclisti meneghini fin dai tempi di “NO OIL” hanno indubbi problemi di marketing. Ed è un peccato perchè se perdesse gli odiosi attributi antagonisti che qualche perditempo ama appiccicargli, la bici sarebbe una cosa bellissima !

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      • E quali sarebbero questi “odiosi attributi antagonisti” che impedirebbero di parlare di piate ciclabili in termini più tecni “NO OIL”? La bici non consuma carburante e non inquina, cosa c’è di odioso in questo?

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          • Ovvio, gli argomenti li conosciamo tutti. Ciò che non capisco è dove sbaglierebbe chi prova a promuovere l’utilizzo della bici.

            Come faresti tu a convincere Albe, qua sopra, che le due corsie da creare devono essere ciclabili e non carrabili, senza farti “odiare” da lui, che ovviamente ti direbbe: “falle carrabili e poi se vuoi ci vai anche in bici”? Io non vedo altra alternativa che fargli l'”odiosa” pappardella sui benefici della bicicletta e sull’incompatibilità del mezzo con il traffico motorizzato.

          • “Nell’ottica di una pedonalizzazione di Buenos Aires ”

            Tanto per cambiare capisci solo quello che ti interessa per le tue inutili polemicucce.

          • È divertente notare che esordisci rispondendomi: “Verissimo” e finisci con “inutili polemicucce” mi sembri un po’ interdetto.

  4. No no assolutamente, se le fai carrabili ci devono andare solo le macchine.
    Premesso che in quel viale c’entrano 2 corsie, una preferenziale, una ciclabile, 2 file di alberi ed una linea di posti a lisca di pesce, il problema è di visione, se disegni qualcosa devi pensare agli effetti.
    Se pedonalizzi buenos aires (come auspico) hai un problema di traffico su una viabilità secondaria carente (già attualmente buenos aires è inutilmente intasata).
    Sulle ciclabili poi sfondi una porta aperta: deve essere presente una rete almeno equivalente a quella veicolare senza spezzoni messi giù a caso altrimenti la mobilità dolce è solo una mobilità pericolosa.
    Quindi certo che odio le iniziative fatte solo per mettere la bandierina politica delle “macchine tolte”, converrai che tonnellate di pietre gettate nei piazzali non risolvono niente in termini di mobilità

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    • Mi scuso per aver dubitato delle tue buone intenzioni, anche se continuo a non condividere appieno la tua soluzione.

      In ogni caso non penso che la bicicletta venga trattata sempre in modo marginale o addirittura non considerata perché in alcune manifestazioni ci sono persone violente o perché la categoria dei ciclisti non sa farsi pubblicità.

      Io punterei il dito più verso la propaganda pro-auto e anti-bici che, seppur molto ridotta rispetto a decenni fa, esiste ancora oggi in modo più o meno velato e più o meno consapevole (quanta gente che non ha mai usato la bici e ti dice “io sono ambientalista e pro bici! Però non puoi bloccare il traffico come in Buenos Aires!”), anche e soprattutto negli organi di informazione (ovviamente non mi sto riferendo a questo blog).

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  5. Io lascerei così.. a memoria di chi sta amministrando Stessa situazione per il parterre tra P.le ZAVATTARI e P.le LOTTO. Ormai 15 anni di schifo. Ho ancora il post di risposta di Maran sulle tempistiche..? Però ho strada e marciapiede pieno di auto, scooter, bici e altra FUFFA in condivisione! Milano è sempre avanti.

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    • Squallore senza fine.. E i pali, vernice fresca e già tutti ricoperti di micro affissioni… Dato che ancora utilizzano la vernice liscia!! ???

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  6. Ma a nessuno passa per l’anticamera del cervello che gli alberi non ci sono perché la soletta della metropolitana e poco sotto la quota stradale?
    E le centinaia di auto parcheggiate, vogliamo raccontarci che possiamo farle sparire con un bel divieto?
    Forse le cose non sono così semplice, che dite?

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  7. Il commentatore medio di Urbanfile non può che essere un neo-arrivato nella città (ergo un milanese d’adozione) che non ha di meglio da fare che prendersela con i parcheggi selvaggi e le auto in genere per partito preso.
    Fermo restando che l’auto per circolare in città la usano ormai solo i pendolari\ditte\corrieri o al limite i pensionati per ovvi motivi il vantaggio di Milano è che con l’auto si possono raggiungere in 1\2 ore massimo i laghi, le montagne ed il mare.
    Ergo i posti auto servono contando che ogni nucleo famigliare ne ha una e la usa per spostarsi i weekend.
    Quindi mettere i divieti non serve a nulla, servono posti auto ordinati e regolamentati.
    Tra l’altro quando saranno tutte elettriche questa pantomima per fortuna finirà e qualcuno renderà conto al Comune che forse era il caso di costruire parcheggi sotterranei come fanno all’estero da 30 anni,

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