Come da previsione, dopo le feste, l’assemblea dei residenti (82 famiglie) della Torre dei Moro, il grattacielo di 18 piani di via Antonini 32 al Vigentino andato a fuoco il 29 agosto 2021, ha votato “a larghissima maggioranza” il progetto presentato dallo Studio dell’Architetto Marco Piva.
Alla fine la scelta del Comitato Antonini 32 è stata quella di «privilegiare un progetto che avesse dato la priorità a caratteristiche funzionali, tecnologiche e green nel contesto di un quartiere oggetto di grande riqualificazione, vicinissimo allo Scalo Romana e Symbiosis».
Così la ricostruzione della Torre dei Moro, dopo circa 16 mesi, e varie proposte presentate dai più illustri architetti italiani, quali Stefano Boeri, Alfonso Femia, Alessandro Scandurra e dallo studio fiorentino Pura Lab, sarà affidata allo studio milanese di Marco Piva. Ora si dovrà attendere il progetto definitivo e l’avvio dei lavori, che dovrebbero durare circa due anni. L’obiettivo comunque rimane quello di iniziare i lavori nella primavera del 2023.
Il piccolo grattacielo (circa 60metri) era stato avvolto dalle fiamme scaturite dal 15° piano senza per fortuna causare vittime, ma lasciando senza tetto 82 famiglie. Alcuni appartamenti sono andati completamente distrutti, altri in parte e altri ancora sono rimasti integri, così come le strutture portanti. La riqualificazione comunque riguarderà ogni piano della torre, oltre ad un completo rinnovo dei balconi e soprattutto dei rivestimenti delle facciate, causa del rogo.
Va inoltre ricordato che la giunta ha approvato nell’ottobre scorso una delibera che agevolerebbe i proprietari del condominio andato a fuoco. Infatti la Torre Antonini non pagherà gli oneri di urbanizzazione del suolo pubblico del futuro cantiere che ammontano a circa 300mila euro all’anno. Il budget stimato per il rifacimento delle parti danneggiate dall’incendio è di circa 26 milioni di euro che saranno versati dall’assicurazione.
La Procura intanto ha chiesto il rinvio a giudizio per disastro colposo per 16 persone, tra cui i legali rappresentanti delle società che hanno realizzato l’edificio e che hanno avuto a che fare con la posa dei pannelli dei rivestimenti della facciata “a vela”, andata a fuoco in pochi minuti. Dalle indagini è emerso infatti l’utilizzo di pannelli non ignifughi, con l’obiettivo di risparmiare sui costi.
Referenze immagini: Google, Il Giorno, Funpage, Roberto Arsuffi, Marco Piva
Incendio, Vigentino, via Antonini, Torre dei Moro, Stefano Boeri, Alfonso Femia, Stefano Boeri Architetti, Atelier(s) Alfonso Femia AF517, Alessandro Scandurra, Marco Piva
Era veramente difficile disegnare un edificio più tutto del precedente.
Ma a Milano in bruttezza abbiamo il primato .
Scommetto che la tua faccia abbassa di molto il livello di bellezza di Milano. Ma prima di scrivere queste cagate perché non andate a vedere davvero le altre città? Non limitatevi al centro ma uscite e vedete le architetture contemporanee di Amsterdam e di altre città. Se le facessero qui urlereste allo scandalo.
Anonimo io lavoro tra Milano ed Amsterdam,
Non so quale fungo tu abbia mangiato ma la città è una bomboniera (da invidia)
Invidio la sua architettura, i canali e le case a 2 piani.
Il tuo è un messaggio senza senso!
E se trovi che gesta torre/garage anni ‘60 sia bella allora compra un appartamento, così realizzi il tuo sogno!
Ma che problemi avete Anonimo della faccia e quello dei funghi?
Se avete opinioni diverse da chi ha postato prima di voi si possono sempre ribadire le vostre in modo più tranquillo senza scaricare le vostre frustrazioni su di una tastiera, o no?
Ah quindi lo rifanno uguale. Come la flêche di Notre Dame. ?
Identico e brutto come il precedente andato a fuoco.
Più bello del precedente. In una zona periferica di Milano.
Buonasera, faccio parte della comunità di persone che da due anni sta quotidianamente cercando di ricostruirsi una vita dopo quel tragico 29 agosto.
Pur ritenendo più che legittima la libertà di espressione rispetto ai canoni estetici che, per definizione, sono opinabili, credo che in un’occasione del genere dovrebbe intervenire un briciolo di accortezza, e di umanità, in più prima di digitare alcuni commenti: scrivere che si ritiene un edificio “brutto” (o “uguale a prima”???) senza ulteriori argomentazioni non aggiunge alcun valore, e suona come disprezzo nei confronti di chi si sta rimboccando le maniche tutti i giorni per tornare a una vita normale. E credetemi, è tutt’altro che semplice.
Visto che tuttavia faccio dell’educazione e del rispetto il mio canone di comportamento mi limito ad un consiglio nei confronti di diversi tastieristi che ho avuto il piacere di leggere più sopra: “un bel tacer non fu mai scritto”.
Vi assicuro che se aveste visto le nostre facce, o quelle dei Vigili del Fuoco, in quei giorni, non avreste schiacciato invio: io invece invio lo schiaccio, perché lo devo a me stesso, alla mia famiglia, ai miei condomini. E ci metto la faccia.
Alessandro Villa
Buonasera, faccio parte della comunità di persone che da due anni sta quotidianamente cercando di ricostruirsi una vita dopo quel tragico 29 agosto.
Pur ritenendo più che legittima la libertà di espressione rispetto ai canoni estetici che, per definizione, sono opinabili, credo che in un’occasione del genere dovrebbe intervenire un briciolo di accortezza, e di umanità, in più prima di digitare alcuni commenti: scrivere che si ritiene un edificio “brutto” (o “uguale a prima”???) senza ulteriori argomentazioni non aggiunge alcun valore, e suona come disprezzo nei confronti di chi si sta rimboccando le maniche tutti i giorni per tornare a una vita normale. E credetemi, è tutt’altro che semplice.
Visto che tuttavia faccio dell’educazione e del rispetto il mio canone di comportamento mi limito ad un consiglio nei confronti di diversi tastieristi che ho avuto il piacere di leggere più sopra: “un bel tacer non fu mai scritto”.
Vi assicuro che se aveste visto le nostre facce, o quelle dei Vigili del Fuoco, in quei giorni, non avreste schiacciato invio: io invece invio lo schiaccio, perché lo devo a me stesso, alla mia famiglia, ai miei condomini. E ci metto la faccia.
Alessandro Villa