Milano | Carrobbio – Restaurata la facciata del Museo Francesco Messina

Dopo un anno circa, possiamo dire che si è praticamente concluso il lavoro di restauro delle facciate dello Studio Museo Francesco Messina ospitato all’interno dell’Ex Chiesa di San Sisto al Carrobbio, nell’omonima via San Sisto. I lavori hanno interessato solo la facciata, bisognosa di riparazioni.

Ricordiamo anche che nel 2018 venne montata un’istallazione di arte contemporanea con l’opera “Radicamenti” dell’artista Leonardo Nava. Opera rimossa prima del restauro. Ci chiediamo se sarà ricollocata?

Come raccontava il grande cronista del 1300, Galvano Fiamma, la chiesa venne originariamente denominata “San Vincenzo in Città” (per distinguerla da quella “in prato” a lato dell’odierna Corso Genova) la cui fondazione risalisse all’870 d.C. per volontà del re Desiderio de’ Longobardi, il quale ne assegnò il controllo ai monaci benedettini dell’abbazia di Prato.

Il cardinale Federico Borromeo (arcivescovo di Milano dal 1595 al 1631) la fa ricostruire su progetto plausibilmente dell’architetto Francesco Maria Richini o di Pellegrino Tibaldi. Con la sua visita alla chiesa nel 1570 impone alcune modifiche: l’eliminazione della cappella di San Pietro martire, di recente costruzione, per far posto alla cappella dell’altare maggiore e l’erezione di un fonte battesimale con ciborio e due confessionali.

La piccola chiesa giunge al XX Secolo sconsacrata e in condizioni pietose sopratutto dopo i bombardamenti del 1943, tanto che alla fine degli anni Sessanta si trovava in uno stato di degrado piuttosto evidente, tanto che l’artista siciliano Francesco Messina ne richiese la concessione in comodato a vita per l’utilizzo come studio in cambio del restauro completo. La Giunta comunale di allora accolse la richiesta e i lavori vennero conclusi nel 1974.

Oggi sconsacrata, si presenta come una chiesa ad aula unica, dagli angoli arrotondati. E’ ordine ionico con due cappelle negli sfondati. Il retro con l’abside ormai assente, è occupato da una grande vetrata.

La facciata, che si apre su uno slargo della via omonima, presenta un interessante gioco di piani tipici del Barocco, giocando tra incastri di forme concave e convesse. Presenta un avancorpo con due ordini sovrapposti, nel mezzo del quale si apre il portale trabeato; le due ali oblique laterali sono candite da porte tamponate. Il secondo livello che si compone su lesene di ordine ionico, incornicia un finestrone ad arco ribassato, mentre sorregge il frontone triangolare. La facciata e il fianco assecondano l’organismo interno.

Il Museo-chiesetta si è, purtroppo, snaturato dal contesto dopo le devastanti bombe della Seconda Guerra Mondiale dove a far compagnia al’antica chiesa c’è rimasto il barocchetto palazzo al civico 6 di via San Sisto risalente al 1700, Casa degli Occhi, probabile nome della famiglia che lo ha posseduto in passato.

L’elegante costruzione di stile settecentesco di quattro piani fuori terra col bel balcone in ferro battuto soprastante il portale d’ingresso strombato conserva anche resti romani nei sotterranei (non visitabili).

I resti antichi vennero alla luce durante gli scavi per un garage sotterraneo nel secondo cortile dello stabile, situato nell’area urbana che fu sede del Palazzo Imperiale, ha evidenziato che l’area era manomessa da grandi buche postmedievali, che devono aver intaccato depositi pluristratificati. Della fase romana restavano parti di un drenaggio con anfore, di un pozzo in laterizi e una fondazione in conglomerato di ciottoli sovrastante un tratto di cocciopesto. Dalle buche si sono recuperati numerosi reperti, che vanno da un frammento di vaso attico a figure rosse all’epoca postmedievale.

Di fronte alla chiesetta si trova il giardino del civico 8 di via San Sisto e piazzetta Mentana 3, un grande condominio realizzato da Giovanni Muzio e completato nel 1952. Mentre lungo la via si trovano altri edifici dello stesso periodo, frutto delle ricostruzioni di quegli anni.

Al momento non è dato sapere quando il museo sarà aperto nuovamente.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Fonte: “Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991; Lombardia Beni Culturali; Skyscrapercity Milano Sparita

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7 commenti su “Milano | Carrobbio – Restaurata la facciata del Museo Francesco Messina”

  1. In una foto tutto il disagio di Milano. Scritta “regalata”da adolescente con turbe psichiatriche, su muro storico. Macchina del cumenda radical chic green che area B sono peni vostri.
    E “cadeau” dei geometri Filini degli uffici tecnici comunali che ti piazzano cartelli stradali davanti alla facciata di una Chiesa. Seppur sconsacrata.
    Ma perché? PERCHÉ?

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  2. Quelle striscie gialle disegnate per accogliere auto parcheggiate sono veramente una follia. Chissà cosa penseranno i posteri.

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