Milano | Porta Volta – Piramide della Resistenza o il glicine?

Il Sindaco di Milano, Beppe Sala è intervenuto in merito al caso del glicine e dei tre tigli presenti dove dovrebbe partire, a breve, il cantiere per la realizzazione del Museo della Resistenza a Porta Volta.

“Si sta vedendo come si può cercare di salvare il glicine” del Circolo combattenti e reduci di piazzale Baiamonti, che verrà tolto per far spazio al cantiere del nuovo Museo della Resistenza. Come ha spiegato Sala a margine di Forum23: “Ma il problema come sempre è di costi. Se si dovesse andare verso un costo eccessivo a quel punto vediamo cosa fare, non è un obbligo per Milano fare il Museo della Resistenza. Per me però sarebbe un grandissimo peccato che si rinunci. Ma se l’opinione pubblica che si sta muovendo attorno al glicine lo considera più importante del museo, e se spostare il glicine è costosissimo, allora vorrà dire che rinunceremo al Museo della Resistenza”.

Posta così, sembra quasi una specie di “ricatto”. Contrapporre l’esistenza del glicine e dei tigli alla realizzazione del Museo della Resistenza, come han subito ribadito in molti, non è propriamente carino.

Ma come siamo finiti in questo enorme pasticcio? Lo abbiamo già spiegato nell’articolo precedente, un insieme di eventi e decisioni sbagliate protratte nel tempo. Ma ora, caro sindaco e giunta, bisogna decidere se salvare capra e cavoli o mandare all’aria tutto.

Anzitutto, forse, il Comune non si è mai proposto al pubblico nella maniera adeguata. Non ha MAI fatto opportunamente capire come l’area sarà riqualificata e come apparirà. Un problema di comunicazione, quindi. Qui il progetto presentato nel 2019.

Ad esempio non ha mai spiegato bene che al posto del parcheggio orrendo di viale Bastioni di Porta Volta sarà creata una nuova e ampia area verde. Alberi e prati al posto di asfalto e lamiere. Che inoltre saranno messe a dimora nuove essenze arboree lungo viale Pasubio, e magari, potrebbe promettere di sistemare anche quello schifo che è piazza Baiamonti. (Forse i rendering e le suggestioni non sono molto ben fatti?)

Quello che ci stupisce di più di questa situazione è che si stiano mobilitando tutti per salvare i tre tigli e il glicine, ma nessuno, dico nessuno che abbia mai protestato per il degrado prodotto dal parcheggio dei bastioni di Porta Volta, della sciatteria dei due caselli, dell’abbandono generale che regna nella piazza e che da anni, invece, noi denunciamo in numerosi articoli e a più riprese.

Muri pericolanti (ci riferiamo all’inutile muro lungo viale Montello e il giardino Lea Garofalo, perché?) distese inutili di asfalto (al centro di piazza Baiamonti), rotaie abbandonate e pericolose per moto e bici, e forse anche per qualche pedone, parcheggio selvaggio ovunque, arredo urbano confuso e inadeguato, disegno complessivo senza un senso compiuto. Santi numi, è una situazione imbarazzante, come per l’area di piazza della Vetra!

E poi… Forse per i tigli sarà un problema, anche se si trovano ai margini dell’intervento, ma il glicine, quanto potrà mai costare spostarlo e salvarlo? Qui di seguito la nostra suggestione.

I progetti si correggono, come ha detto anche Giangiacomo Schiavi del Corriere della Sera: è un fatto tecnico, non ideologico. È gia successo con il restauro di Palazzo Citterio, promosso dalla Sovrintendenza e bocciato dal direttore di Brera: qui si è addirittura rifatto l’interno. Forse c’è ancora spazio per una mediazione, senza aut aut e senza accollare alla cittadinanza responsabilità che non ha. Il ministro della cultura, Sangiuliano, ha le competenze per proporla. Il sindaco può far convivere glicine e Resistenza, senza veder sminuito il suo ruolo decisionale. Fermarsi un attimo prima non è una diminutio: è un segno di attenzione che merita una città.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Herzog & De Meuron

Porta Volta, Herzog & De Meuron, Viale Montello, viale Crispi, Viale Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti, Museo Nazionale della Resistenza

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

82 commenti su “Milano | Porta Volta – Piramide della Resistenza o il glicine?”

    • I comitati di quartiere fascistoidi non si rendono conto che modificare un progetto in fase esecutiva non è così scontato.

      Questa storia è ridicola. E tra le altre cose non completare il progetto architettonico di Herzog e De Meuron sarebbe davvero un grande peccato.

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      • Né col glicine né con Herzog e De Meuron.

        Spianate tutta la zona, togliete muri, parcheggi, comitati e musei.
        E fate un parco coi giochi per i bambini, non con l’area cani.

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          • Bvavo Anonimo 26.5.23 h 18,40, qualcuno potvebbe pensave tu sia un povevo ignovante fuovi dal mondo e invece no! Sei un dadaista anonimo agvicolo da sempve incompveso dal mondo della cultuva e costvetto a vifugiavsi su un blog, non ti vevgonave mai di ciò che sei!

          • Forse ti dovresti vergognare tu invece per aver scritto un post così’ stupido, povero anonimo delle 18:40

          • Caro Anonimo, devo darti ragione.
            E’ una follia eliminare una pianta che è un monumento per erigere un museo inutile di cui non frega niente a nessuno.

        • Herzog e C. Hanno preso in giro gli abitanti di viale Pasubio, assieme al Comune di Milano, hanno promesso dei giardini sull’altro lato della piramide e ci hanno rifilato una colata di cemento che pare la.pista di un aeroporto. Il.giardino Lea Garofalo è un gioello. Gli interventi in zona del Comune hanno solo peggiorato la situazione. A me.del museo.della resistenza non importa nulla, preferisco di molto il verde.

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          • Il giardino Lea Garofalo è tutto meno che un gioiello ed è usato da privati che lo considerano il loro cortile condominiale.

          • In zona c’e’ un parco chiamato Sempione e via cesariano oltre alla biblioteca degli alberi.. città a 5 minuti

  1. Ancora una volta Sala dimostra di non essere capace di mettere a terra un progetto che sia uno. Anche le cose più semplici, con lui diventano un irrisolvibile problema: con lui si parla, si dibatte, poi si parla ancora ed ancora ed ancora…per poi non risolvere mai niente.
    Caro Sala, prenda una decisione LEI una buona volta

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  2. Ancora una volta, Sala dimostra di non essere in grado di mettere a terra un progetto che sia uno.
    Anche i progetti più semplici, con lui diventano un problema insormontabile. Incredibile.
    Caro Sala, prenda LEI una decisione una buona volta!

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  3. Dibattito marziano… vogliamo tutti più alberi e più verde, ma non esiste bloccare un progetto così importante (e bello) per la capitale italiana della resistenza antinazifascista a causa di un bel glicine.

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  4. Togliere il glicine.

    Costruire il museo.

    Piantare un nuovo glicine.

    Tempo tre anni sarà grande e rigoglioso.

    E prima di tutto, rescindere il contratto con quello che è solo un bar/ristorante, così da dare una funzione pubblica ai caselli debitamente restaurati (oppure una funzione privata remunerativa per il comune. Come all’arco della pace o a porta Garibaldi).

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  5. Ma ridatemi Albertini, questo sindaco veramente non riesce a portare avanti nulla. Basta che raccolgano delle firme su change.org messe lì da gente che manco vive in Lombardia e questo manda tutto all’aria.

    A parte che per me non andrebbe fatto nessun museo, quella è la classica idea sciupona partorita da uno come Franceschini, quello che si è inventato la Netflix di stato. Lì andrebbero messo degli uffici dove si produce e si lavora.

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      • Auto quindici anni di “illuminati bravi Sindaci” con consenso bulgaro non sono riusciti a togliere.

        Forse erano troppo impegnati a cercare finanziamenti per nuove linee della metro…no aspetta manco quelle, siamo ancora a finire quelle impostate da Albertini. Vabbè ma almeno han reso Milano città ciclabile…mmmm no, tutti mozziconi e spesso mal fatti.

        Vabbè almeno ai tempi di Albertini l’arredo urbano era uno schifo mentre adesso sui lampioni di Piazza Duomo c’erano i fiori. O forse schifo è rimasto ma senza nemmeno i fiori?

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  6. Io non avevo mica capito che quel moncherino di toblerone che completa la fondazione Feltrinelli lo doveva pagare il Comune….

    Se è così, io propendo per salvare il glicine, tirar giù tutti i muri e fare un unico parco che assorba pure lo spazio Lea Garofalo e il parcheggio. Così ci mettiamo i giochi per i bambini che in zona non c’è molto.

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    • Chi ha un glicine in giardino conosce che è una pianta selvaggia e invasiva ( se pur bellissima in fiore)
      Cresce mooolto velocemente, 2.50 m l’anno!
      Basta ripiantare una pianta adulta e in 2 anni è praticamente uguale!

      Naturalmente tutti quelli che hanno firmato la petizione non sanno nulla di piante !

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      • Neanche lei mi sembra granché competente riguardo le piante. Secondo lei in due anni si ottiene un capolavoro della natura come l’esistente? Follia anche pensare di spostarlo. Si sposti quel pezzo di nuovo cemento che non ha certo problemi di attecchimento.

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        • Se quello è un capolavoro della natura, scusa ma hai degli standard un pochino bassi. È tenuto veramente male e quello che ci sta intorno a livello di arredo urbano e manutenzione generale non migliora la situazione purtroppo. Sarà bello 2 settimane all’anno quando fiorisce, per il resto fa schifo.

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    • Il Museo della Resistenza è stata solo la scusa per far accettare un’altra colata di cemento. Molte strutture comunali non utilizzate potrebbero benissimo essere impiegate a tale scopo.
      I due caselli daziari necessitano una riqualificazione a scopo sociale, quello in uso all’Associazione Combattenti è a tutti gli effetti un ristorante.
      Allargare il giardino Lea Garofano e attrezzarlo con i giochi per bambini sarebbe l’auspicio.

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  7. Quindi salviamo 1 glicine
    e diciamo no a 70 nuovi alberi
    e la riqualificazione di quello schifo di parcheggio?

    Questa volta è Green washing
    da parte dei cittadini!!!!!!

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    • Comunque volevo precisare,

      Se il sindaco non ascolta i cittadini è un dittatore,
      Se ascolta e valutare in base l’opinione pubblica anno sa gestire.

      Decidetevi anche voi ….

      Io sono per il museo e l’intera riqualificazione dell’area!

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  8. Alla fine il glicine farà la fine del grande platano in piazza 24 Maggio che sembrava bloccare i lavori del Mercato sulla Darsena.

    E’ solo questione di tempo.

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    • Brava ho pensato la stessa cosa, ovvimente tutte le pinte hanno un inizio e una fine, il platano sta praticamente morendo.

      Quindi bloccare un museo per una pianta mi sembra una cazzata, giocata in maniera sporca con valore e il sentimento.

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      • Appunto! Salvare una pianta già vecchia non è furbo!
        Il rischio è di perdere il museo e l’intera riqualificazione dell’area per una pianta che potrebbe morire domani (spero di no)

        Secondo me è meglio completate le due piramidi!
        E in più riqualificare quel parcheggio tremendo in porta volta, li poi ci possiamo piante tutte le piante e i glicini del mondo !

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        • Certo non è immerso nel centro della zona più inquinata d’Europa!

          Anche in Sardegna ci sono piante di 800 anni ma sai il clima è leggermente diverso …..

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  9. La soluzione più logica mi pare quella di adattare la nuova costruzione al glicine..

    Ma la cosa più importante è che completino il verde come da progetto presentato nel 2019 aggiungendone di più se possibile, per togliere il degrado attuale e mitigare la colata di cemento

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  10. Facciamo un unico parco pubblico, bello, aperto e con tanti alberi!!

    Niente, museo, niente ristorante, niente auto in sosta, niente giardino in appalto, niente muri.

    Poi lo chiamiamo Parco della Resistenza o Parco Leo Garofalo o tutti e due o nessuno dei due come preferite.
    Ma facciamo un’unica bella zona verde fatta bene senza accrocchi.

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    • Iio demolirei anche il Duomo e al posto della galleria una bella area cani, Il castello poi potrebbe diventare un parcheggio, perché va bene il verde, ma senza macchina uno non è che si può muovere.

      Siete dei barbari a impedire il completamento del progetto architettonico.

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  11. Bella l’idea di alberare Viale Pasubio, ma vorrei aggiungere che la ciclabile (fatta malissimo) si interrompe all’inizio della strada e costringe tutti i ciclisti ad usare il marciapiede, anche perché il manto stradale tra pavé sconnesso e rotaie inutilizzate è pericolosissimo da attraversare. Oltre gli alberi serve una pista ciclabile, che magari si colleghi a quella già esistente più avanti.

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    • I ciclisti non dovrebbero usare il marciapiede. Basta rallentare e non si cade. Sul marciapiede bici a spinta, grazie. E comunque puoi sempre deviare e fare qualche pedalata in più evitando Viale Pasubio. Sono però d’accordo con la necessità di una pista ciclabile liscia di raccordo agli altri percorsi

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  12. Ma solo io penso che quel palazzo è bellissimo?
    E non possiamo assolutamente perdere un’architetta simile.

    Molte volte ci lamentiamo di poca creatività tra gli architetti, per una volta che abbiamo uno intrigante , approvato anche dal comune, lo perdiamo per un glicine ?

    Poi salviamo un glicine e diciamo no a 70 nuove piante ?

    Roba da matti!

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  13. Questo dibattito è sempre più delirante. Il glicine, come già detto da altri, è un rampicante molto invasivo, si può rimuovere e piantarne uno nuovo dopo i lavori senza troppi problemi. Consideriamo anche che quella è una zona in cui a 10/15 minuti a piedi raggiungi ben 2 parchi (Sempione e bam), 3 se contiamo il monumentale che non è un parco ma è pur sempre una grande area verde lì vicino. Direi che di vegetazione non ne manca proprio, inoltre sarà bello quanto volete il glicine ma se i dintorni fanno pena non è per niente valorizzato, a Milano di glicini molto più belli ce n’è a bizzeffe.

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    • Tom, il problema non è che lì vicino ci sono altri parchi, che i glicini crescono in fretta, e che ce ne sono di più belli, quanto che “questo” glicine è lì dal 1945 ed è un monumento di per sè… Del Museo della Resistenza, spiace dirlo, non frega un piffero a nessuno (con rispetto per la Resistenza, è ovvio). Sala ha deciso poco fa che verrà potato per integrarlo al Museo e che in tre anni (!) sarà come prima. Posso solo immaginare lo scempio: una scemenza inaudita…

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  14. Davvero c’è un progetto serio (approvato e finanziato) di sistemazione dei bastioni di porta Volta o quello che si vede è solo un vostro rendering? Se non sono solo promesse, il progetto dovrebbe essere noto

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  15. Io a casa ho un glicine in tre anni è arrivato al quarto piano della mia palazzina, non sarò un esperta di piante. Ma credo che sarebbe un vero peccato perdere un museo cittadino per una pianta.

    E ancora… il museo porterà tanto nuovo verde e alberi dove oggi c’è catrame e parcheggio selvaggio.

    Mi sembra solo una questione di principio, il glicine !

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  16. Di nuovo i comitati no-questo, no-quello. no-tutto? Quelli che se fossero stati ascoltati al posto di Porta Nuova avremmo ancora la montagnola di fango per il circo, un lunapark da Christiana F, un’aiuola spelacchiata con parcheggio abusivo e roulotte dei nomadi davanti alla stazione e una “stecca degli artigiani” con spaccio annesso? Quelli che se fosse per loro al posto di CityLife avremmo i capannoni dismessi della Fiera? Quei comitati per i quali non si sarebbe fatto EXPO 2015 e a Roma ci si andrebbe ancora col “rapido” in 5 ore? Ma qualcuno gli ascolta ancora? Davvero?

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  17. Milano è la città dei no!

    Mi sembra stupido bloccare un progetto così importante, che li abitati aspettano da tempo, per un glicine!

    Siete ridicoli!

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  18. No stadio
    No ciclabile
    No zona pedonale
    No torri alte

    Non voglio far nulla e poi si lamentano che la città fa schifo ….
    Per un albero di glicine che sorregge un muro obsoleto, in un angolo della città completamente abbandonato !!!

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  19. Ma la variante ‘sposta glicine durante i lavori e ripiantarlo di nuovo dopo nei pressi in modo da non cambiare il progetto” quanto costerebbe? Quanto incide sull’intero costo del progetto salvare la capra e i cavoli? O è assolutamente necessario fare una variante progettuale che cambia tutto il progetto?
    Per esprimere opinioni in merito servono molti più elementi oggettivi. Qualcuno può metterli a disposizione di tutti quelli che come me non seguono la questione dai suoi albori? Grazie mille!

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  20. Togliere una pianta ( non un nespolo qualsiasi, ma un glicine enorme e obbiettivamente bello da vedere ) per far posto a una colata di cemento per un museo ( che in pochi andranno a vedere perché il biglietto sarà più caro di una cena da Cracco) …. si chiama speculazione edilizia, i proprietari in zona saranno contenti di vedere lievitare il prezzo dell appartamemto…vista museo. …contenti loro, contenti tutti.

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  21. Scusa, non è meglio mettere tutti d accordo con un bella area verde, magari fatta bene, che piace (con glicine possibilmemte ) , un area gioco bambini , magari un area cani. il problema non è il museo, il problema è la gestione dello spazio pubblico in mano al Mattonaro di turno…e per favore non dite che il parco Sempione o il Bam è a 5 minuti..cerchiamo di contestualizzare la zona…ma è possibile che oltre la lamiera e il cemento non si possa ragionare? Che problema avete con il verde fruibile? Forse da piccoli un albero vi è caduto in testa e adesso li odiate? Siete allergici alle graminacee? Cosa? Al Politecnico , al corso di urbanistica cosa insegnano? Come fare arricchire i ricchi?

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    • Se posso permettermi di dare un parere da giardiniere professionista, poi ognuno la pensi come vuole, quel glicine è veramente orrendo (almeno come pianta ornamentale, se piace la selva incolta i gusti son gusti, ma in città è oggettivamente fuori contesto). Andrebbe almeno potato ogni tanto e andrebbero eliminati tutti gli ailanti infestanti cresciuti nei dintorni per dare un minimo di decoro alla zona. Personalmente propenderei per l’abbattimento e la piantagione di un glicine nuovo dopo i lavori.

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  22. PS per chi si sente tanto ambientalista sappiate che una pianta vecchia praticamente non assorbe più CO2 (semplificanti molto, il carbonio della CO2 va a finire nel legno man mano che la pianta cresce, una volta che è già grande questo processo non è più efficiente). Per cui una pianta nuova sarebbe anche ecologicamente migliore di quella attuale.

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    • Quindi se volessimo risolvere in parte la questione delle troppe emissioni di CO2 si potrebbe radere al suolo e piantumare nuovamente le foreste amazzoniche, canadesi, ecc.
      Da proporre in giro …

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  23. Già a Milano la giunta non crea spazi verdi decenti neanche a pagarli, se in più distrugge quel poco che c’è…..Ci sono tante aree dismesse a Milano che possono essere salvate dal cemento selvaggio di uffici e residenze per adibirli a musei, parchi e quant’altro di sociale. Purtroppo questi politici quando non c’è da guadagnare fanno orecchie da mercante. E Sala è maestro di questa filosofia

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  24. A sette anni dall’inaugurazione, i rivestimenti prefabbricati esterni su entrambi gli edifici che ospitano Feltrinelli e Microsoft si stanno crepando e necessitano di interventi di restauro. Quasi la totalità degli elementi (pilastri e banchine) sono percorsi da cavillature, crepe e macchie da affioramento. Vedere per credere.
    Le variazioni termiche impongono deformazioni (contrazioni e dilatazioni) che non vengono assorbite in modo proprio dai pannelli esterni.
    Il problema principale non è tanto nello stato di deperimento esterno degli edifici che sono privati e di conseguenza potrebbero interessare poco la collettività (se non per il fatto del decadimento ‘estetico’ in sé a chi vi passa accanto), quanto nel fatto che il Comune di Milano si appresta a fare realizzare lo stesso identico edificio speculare (di dimensioni ridotte) sul lotto opposto del viale di Porta Volta e questo sarebbe pagato dalla collettività nella realizzazione e nella manutenzione postuma.
    Anche a fronte di difetti che ormai sono riconoscibili a prima vista e per cui si imporrebbe una correzione realizzativa dei manufatti di rivestimento in cemento armato.

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