Milano | Porta Volta – Cantiere Museo della Resistenza: taglio dei tigli

Ieri mattina i due tigli e un nespolo presenti nell’area di cantiere son stati tagliati e rimossi sotto le ormai consuete proteste dei residenti dell’area di piazzale Baiamonti a Porta Volta.

Persino personaggi famosi si erano opposti a questo taglio, resosi necessario per far posto al cantiere del nuovo edificio, gemello del palazzo Feltrinelli, per il Museo Nazionale della Resistenza.

L’associazione Animal King assieme al Comitato Baiamonti avevano chiesto, ormai invano, il blocco dei lavori al cantiere per preservare l’ormai famoso glicine, già rimosso in parte da oltre un mese e i due tigli.

Che dire, noi avevamo già espresso le nostre perplessità sull’intera operazione di Porta Volta, un luogo nato male, sviluppato malissimo nel corso di un secolo, abbandonato, dimenticato e lasciato allo sbando senza una vera pianificazione urbana. Prima i tram, poi il parcheggio e un distributore di benzina, ma anche terreni senza destinazione, utilizzati da un vivaio (nell’area dove ora si trova il palazzo Feltrinelli/Microsoft). Poi la demolizione del benzinaio per far posto alla nuova “piramide”. Spazio subito abbandonato per anni che ha illuso gli abitanti nell’avere uno spazio pubblico a loro disposizione. Ed ecco la svolta, con l’assegnazione dello spazio da costruire al Museo della Resistenza, che, nonostante l’importanza, diventa il “cattivo” della situazione.

Ma come si sa bene, i “cattivi” han sempre la meglio a volte. Noi come abbiamo più volte detto, avremmo lasciato tutto a verde, compresa l’area dove oggi si trova il palazzo di Herzog & de Meuron (gli architetti del palazzo Feltrinelli). Avremmo rimosso anche il parcheggio dei Bastioni di Porta Volta e sistemato tutto a verde. Ma immaginare e sperare ormai non serve più a niente. Per chi vuole approfondire qui può leggere la storia contorta dell’area.

Ora non ci rimarrà che vedere la fine del cantiere e sperare in una riqualificazione di questa zona che onestamente è fortemente degradata.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Herzog & De Meuron; Comitato Baiamonti Verde Comune

Porta Volta, Herzog & De Meuron, Viale Montello, viale Crispi, Viale Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti, Museo Nazionale della Resistenza

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

39 commenti su “Milano | Porta Volta – Cantiere Museo della Resistenza: taglio dei tigli”

  1. Il progetto sicuramente è meglio del precedente degrado.

    I due tigli potranno facilmente venire sostituiti con decine di nuove alberature lungo i bastioni di porta volta, rimuovendo il degradato parcheggio e i suoi taglieggiatori. Forse un peccato non aver sviluppato qualche piano di autorimessa sotto il museo (a meno che non me la sia persa…) che potevano servire a servire una zona molto sofferente come dotazione di parcheggi.

    Sarebbe bello vedere i comitati battersi per avere una città migliore e non per difendere un fazzoletto di pseudo verde che non crea alcun valore per noi residenti in zona o per la città.

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    • sottoscrivo. Sono andato a scuola per anni sui bastioni quando c’era il Liceo Severi, la condizione della via è pietosa, sembra Berlino est negli anni ’80 con il parcheggio al centro.

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    • Concordo pienamente, sono parte del gruppo di progettazione e mi occupo della geotermia ad acqua di falda che forse nessuno sa, coprirà al 100% i fabbisogni di caldo e freddo e azzera le emissioni climalteranti. Così.come il.progetto feltrinelli di anni fa da me progettato allo stesso modo ad emissioni zero.
      Sono anche nato, tanti anni da a porta volta e più di ogni paladino della decrescita felice so cosa è stato ed è il degrado che genera un reliquato verde senza logica urbanistica di fruibilità vera.
      Viva quindi progetti come questi che valorizzano la.citta’ e la sua storia.
      Efrem Ghezzi
      PS SISTEMATICAMENTE URBAN FILE MI DIMENTICA NEI PANEL DEI PROFESSIONISTI CHE PROGETTANO LE.TRASFORMAZIONI DI MILANO CON ATTENZIONE AL RINNOVABILE.
      PAZIENZA. QUALORA.VOGLIANO SENTIRE LA MIA SONO.QUI

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  2. Io sono a favore del progetto dHerzog&deMeuron. Meglio utilizzare il parcheggio li vicino per piantare degli alberi. Dobbiamo darea Milano molto più verde, ma senza bloccare lo sviluppo della città. Ancora diamo troppo spazio agli automobili.

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    • Lo sviluppo di Milano si fa ricucendo i tessuti urbani, sociali, ecc. Non riempiendo ogni lotto libero … soffocando la città.
      Guardate cosa ci ha regalato la Feltrinelli-Microsoft dall’altro lato di Porta Volta:
      Una striscia di verde dive un bambino non può stare per le falde inclinate
      Una spianata di cemento con 10 alberelli che il 17 di agosto vomitava 40 gradi riflessi ai poverelli che cercavano ombra

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  3. Siete ridicoli,
    Sono 2 alberi e ne verranno piantati tanti altri!
    Quel punto è solo un buco nero di Milano che va e deve essere valorizzato.

    Il resto sono articoli per riempire i giornali.

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    • Concordo. Meglio di piantare alberi nel parcheggio adiacente dei Bastioni di Porta Volta. Queste piazze parcheggio in superfice nel centro città sono orribili a livello urbanistico ed estetico.

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  4. perchè il comitato di quartiere e i “personaggi famosi” (e redicoli) non si battono contro l’orribile parcheggio poco distante o contro il degrado dei caselli storici? Fa sempre così elegante manifestare in piazza per qualunque idiozia?

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  5. Al di la’ del glicine e dei tigli abbattuti (fatto da stigmatizzare), ritengo personalmente inutile e divisivo dedicare un museo ad hoc sulla Resistenza, tema sul quale si è dibattuto e si continua a dibattere, e che genera accesi confronti. Senza nulla togliere alla Resistenza, a ciò che rappresenta per la Nazione e per Milano in primis (Medaglia D’Oro appunto) e per coloro i quali l’hanno vissuta da protagonisti e vittime (oramai pochi sopravvissuti, visto il tempo trascorso), penso sia inutile la realizzazione di un Museo dedicato che ne celebri le gesta e come detto l’indubbio eroismo e abnegazione di coloro che si sono immolati sull’altare della Libertà, poichè esiste già a Milano un luogo, fortemente voluto dall’ex Sindaco Pisapia, che si chiama Casa della Memoria, e che è il caso di dirlo, di cui si è persa la memoria, visto e considerato che nessuno (a cominciare dalle istituzioni cittadine) lo valorizza o ne sottolinei l’importanza.Questo luogo per sua natura e vocazione dovrebbe a mio avviso raccogliere e custodire la storia e la memoria di coloro che la Resistenza l’hanno vissuta, i protagonisti, ma senza quello strascico ideologico e politicamente corretto temo invece si porterà appresso il nuovo Museo.

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  6. Non mi dispero per gli alberi tagliati se è vero che verranno rimpiazzati da un progetto di verde più esteso e curato; piango nel dover assistere al secondo tempo di una brutto progetto.
    Spero veramente che entrambi gli edifici possano con il tempo essere ben nascosti da fitte alberature e alte fronde…. un Museo naturale della Resistenza al cemento

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    • Nei paesi civili gli alberi soprattutto così vecchi avevano 70 anni i 2 tigli e anche il glicine da noi si abbatte per favorire che cosa la cementificazione. Orrore puro

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      • Hai ragione, per il Museo della Resistenza andava scelta una soluzione più giusta e meno costosa…un edificio già esistente e più idoneo a contenere un VERO MUSEO per non consumare altro suolo. Ma per questo Sala non ha mai ascoltato i tanti cittadini e associazioni che a gra vice glielo dicevano. Lui ha altri interessi ed è per questo che si è incaponito su questo fazzoletto di terra. Io vorrei fermare tutto questo schifo e dire che vorrei in questo piccolo giardino un bosco da intitolare ai MARTIRI DELLA RESISTENZA E A TUTTI I MORTI DELLE GUERRE E DELLA MAFIA 🌹💔

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    • Prima = mq. 2.500 di verde da curare e sviluppare.
      Dopo la costruzione della piramidi a museo = aiuola di mq. 357 con 5 magnolie.
      Ci abbiamo guadagnato … in cemento

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  7. Non leggo un solo commento contrario al progetto Herzog che anch’io approvo.
    La speranza è che venga realmente riqualificata, magari in trascinamento, anche piazza Baiamonti.

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    • Io sono contrario:
      senza entrare nel dettaglio dei costi per categorie di opere, delle differenze dei piani interrati e fuori terra, degli impianti tecnici e tecnologici di controllo ambientale, il rapporto aree nette museali (mq. 2.541,70 – il resto sono impianti) sullo stanziamento complessivo esorbitante di € 22 milioni = €/mq. 8.658,00 ca. e mq.357 di una aiuola con 5 magnolie contabilizzate nella spesa.
      Soldi nostri.

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  8. quello era un’area di schifo urbano degradata, meglio così. Salviamo e protestiamo per altre zone verdi o terreni vergini ben più importanti per la città.

    ps: i “cattivi” han SEMPRE la meglio A VOLTE 🤔

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    • Il fatto che non ci andrai tu non significa che non ci andranno altri (pensiamo alle scuole per esempio).

      E comunque sarà un centro di documentazione e studio di inestimabile valore storico a prescindere dal numero di visite.

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      • anche qui ci sarebbe da ridere,
        indottrinare i bambini al culto della resistenza non è bello.
        è meglio sviluppare menti libere di pensare che dare il pensiero già prodotto.

        molta gente ne è felice.
        io no

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  9. Si poteva tentare di spostarli come hanno fatto per alcuni esemplari all’interno della campionaria e che sono stati ripiantati in gran parte in zona Uruguay e sono tuttora vivi e vegeti

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  10. a leggere molti di questi commenti viene abbastanza un brivido…ma del resto sono la dimostrazione della mentalità perversa dell’uomo, sottomissione e obbedienza ai potenti che da sempre fanno del cittadino comune la caratteristica predominante. un po’ di gioia nel vedere almeno qualche anima non ancora corrotta, che ragiona con la testa sua

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  11. È un “non luogo”, punto e basta. Tre alberi marci che saranno sostituiti da decine di nuovi, punto e basta. Poi, l’edificio può piacere o meno, ma questo riguarda il gusto personale. Una notazione circa i radical chic ecologisti che difendevano un glicine (!): scommetto che arrivavano a manifestare tutti in auto…

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  12. Museo della resistenza vale più di due alberi che oltretutto verranno sostituiti e daranno valore ad un buco nero e brutto della piazza.

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  13. Mi vien da ridere pensando che l’80% di quelli che si stracciano le vesti per un paio di tigli sono gli stessi che poi tornando a casa alla sera dal lavoro (dove sono andati rigorosamente in macchina, anche se hanno alternative) parcheggiano le loro auto sul parterre sulle radici di qualche albero…

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    • Esatto, come quelli della “camera del non lavoro” – nome che vuole essere ironico ma che di fatto non lo è per nulla – nel casello di fronte che parcheggiano le loro auto sul marciapiede a ridosso del monumento che hanno imbrattato e coperto con i loro cartelli e scritte che non fanno altro che aggiungere degrado ad altro degrado esponendo peraltro una orribile libreria sulla facciata esterna.
      Chi non ha rispetto per i monumenti che rispetto può avere per il lavoro?
      P.s. ma poi è o non è reato imbrattare i monumenti? O le leggi valgono solo per alcuni e non per altri?

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  14. Che tristezza leggere commenti di persone che non danno valore all’unico elemento che potrebbe dare ossigeno, respiro e un po’ di serenità a una città cementificata come Milano, e che non comprendono neppure il valore di piante di settant’anni ….. In tanti anni ho sempre visto angoli e spazi che avrebbero potuto dare vivibilità ai cittadini, dai bambini agli anziani, sacrificati per edificazioni senz’altro significato che quello speculativo.
    Non si pretendono i parchi e gli alberi di Londra o di Parigi, ma almeno un po’ di considerazione per la natura in un’epoca in cui il pianeta continua a surriscaldarsi …. Chissà perché chi cerca casa spera di trovarla vicino a un po’ di verde. Del resto se la qualità della vita si misura solo dalla “produttività”, la salute, del corpo e della mente, è solo un elemento residuale ……

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  15. Il consumo di suolo a Milano si deve fermare.
    Confondere un’area verde con il degrado è sconfortante.
    Pensare che saranno messi a dimora decine di alberi in Baiamonti significa che non si conosce il progetto.
    L’area sarà totalmente cementificata e basta.
    10 giovani alberi non possono essere paragonati ad un solo tiglio di oltre 70 anni.
    La vita sul pianeta è possibile soltanto perché ci sono i servizi ecosistemici non per la presenza del cemento.
    E se il progetto fosse realizzato con criterio tigli e glicine sarebbero rimasti al loro posto.
    W Milano piena di cemento e di aree di calore. W Milano con l’inquinamento atmosferico più elevato in Europa.
    Respirate a pieni polmoni l’aria pulita di Milano

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  16. Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero ma di rispettare anche quello degli altri. Entro un po’ più in dettaglio : la giunta si è proposta come green ecologista ma prevaricare cemento e taglio di alberi (che sono esseri viventi). Poi ci si scandalizza per eventi climatici?? La zona fa pietà ormai da anni e non sarà un edificio che risolve i problemi se tutt’intorno resta lo schifo. Piantare alberi in vialone.? Bella idea ma costa e il comune non lo farà mai, tant’è che è naufragato anche Forestami e il comune chiede soldi ai cittadini per piantare 5000 alberi abbattuti dai tornadi in estate. Se erano ben tenuti non cadevano così tanti. Infine vi ricordo il progetto della Goccia dove c’è un bosco grande spontaneo da 2500 alberi che, un po’ per volta, vengono abbattuti per fare l’ennesimo spazio al politecnico e dove si recuperano 2 gasometri e si abbatte un bosco per avere poi un giardino. Oppure il bosco a San Leonardo… Fatevi 2 domande… Ma ne basta una sola

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  17. la seconda piramide è un onere di urbanizzazione che fu posto a carico della fondazione feltrinelli dalla giunta Moratti; il fatto che si sia scelto di ospitarci il museo della resistenza è solo un caso, il comune avrebbe potuto farci qualunque cosa (uffici, spazi commerciali da locare, etc).
    Del tutto legittimo, quindi, che la piramide si faccia

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