Milano | Portello – Dopo l’annuncio ecco il primo masterplan per la “nuova sede Rai”

Nel maggio scorso è stato dato un primo assaggio del nuovo programma della Fondazione Fiera Milano. Quest’ultima ha destinato 300 milioni di euro da distribuire in quattro anni per finanziare una serie di progetti. Parte di questi verranno realizzati presso il quartiere Portello, incluso uno per la conversione di alcuni padiglioni del polo fieristico di Rho-Pero, al fine di ospitare una pista di pattinaggio su ghiaccio veloce, pronta per le Olimpiadi del 2026 (i lavori sono iniziati lunedì 22 maggio 2023).

Solo pochi giorni fa, il Consiglio di Amministrazione della Rai ha annunciato il via libera all’accordo quadro con la Fondazione Fiera Milano. Tale accordo prevede il trasferimento, entro il 2028/29, del Centro di Produzione Rai di Milano nell’area del Portello.

Questa scelta si rivela fondamentale per potenziare le produzioni Rai nell’area milanese e per ridisegnare l’intera zona circostante i vecchi padiglioni fieristici ancora presenti in via Gattamelata. Ciò include anche la costruzione della torre albergo di viale Scarampo.

Ecco i primi nuovi “rendering” che mostrano il masterplan del nuovo campus (non si tratta del progetto esecutivo, ma solo di una prima bozza che dia l’idea di cosa avrebbero intenzione di realizzare).

Questo dovrebbe essere a grandi linee il Nuovo Centro di Produzione RAI che si affaccerebbe su via Gattamelata.
Il centro di produzione e parte degli uffici di corso Sempione saranno realizzati nell’area oggi occupata dal MiCo Nord.

La Rai nel frattempo dovrà vedere il vecchio palazzo disegnato da Gio Ponti nel 1952.

  • Superficie costruita: 63.000 mq, 8 sale di registrazione.
  • Tempi: entro il 2028
  • 101,8 mln € investimento

Mentre verso CityLife e piazzale Carlo Magno, dovrebbe esser realizzato un nuovo edificio dedicato ad accogliere l’Accademia e l’Archivio Storico di FFM e altre importanti realtà formative ICC.

  • Funzioni: scuole, studentato, collection center di FFM, spazi di supporto alle attività di education
  • SL: 33.400 mq
  • Tempi: entro 2029
  • 81,4 mln € investimento

Inoltre, come avevamo pienamente illustrato, da qualche mese è partito già il cantiere per la nuova sede della BANCA BFF di viale Scarampo, firmata dagli Architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi di OBR, Open Building Research. Il nuovo edificio non sarà solo usato per gli uffici della banca, ma anche per esposizioni di arte contemporanea.

Mentre a breve (si spera) sarà avviato anche il cantiere per la costruzione di un nuovo albergo di 170 stanze che sostituirà il parcheggio di viale Scarampo usato da sempre dalla fiera, il cui progetto è affidato a Michele De Lucchi e il suo Studio AMDL CIRCLE. Anche l’albergo sarà approntato per il 2025, in tempo per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Il nuovo complesso di viale Scarampo sarà collegato al MiCo, ai padiglioni e a CityLife tramite una passerella pedonale.

Referenze immagini: Fondazione Fiera Milano

Portello, viale Scarampo, Federlegno Arredo, Salone del Mobile, Fondazione Fiera, AMDL CIRCLE, Fiera Milano Rho, Fondazione Fiera Milano, Open Building Research, BFF Bank, Studio Varratta Architect

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

14 commenti su “Milano | Portello – Dopo l’annuncio ecco il primo masterplan per la “nuova sede Rai””

  1. Sarebbe bello vedere una RAI di Milano più aperta alla città, che ne so, uno spazio museale o degli spazi accessibili ai cittadini per eventi o incontri. Una nuova sede riconoscibile potrebbe rafforzare la percezione dell’importanza che il servizio radiotelevisivo pubblico ha in un Paese. Senza un forte editore pubblico non c’è democrazia, molte persone non se ne rendono conto. Non lavoro in RAI e non ci ho niente a che fare ma sono grato per il lavoro che fanno e preoccupato per gli attacchi che riceve e i tentativi di ridurne il peso.

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    • Molte persone si rendono conto però che il servizio pubblico com’è utilizzato ora rappresenta un territorio di caccia dove ogni governo di turno parcheggia i suoi adepti, perciò da decenni senza un progetto a lungo termine, senza visione, con produzioni spesso concepite per rincitrullire coloro che non siano già rincitrulliti abbastanza, con poche luce e moltissime ombre.

      La Rai in questo mercato sempre più competitivo dovrebbe mutare radicalmente per non essere spazzata via, ma finché paga pantalone (noi) senza fiatare, tutto bene, avanti così, poi chissà…

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    • Altro che se ce ne rendiamo conto…Come dici tu…non c’è democrazia, ma l’ editore pubblico forte lo è, basta considerare i soldi pubblici che introita. D’ altra parte, che speranza vuoi avere di “apertur!” quando il cosiddetto servizio pubblico nient’ altro rappresenta che uno strumento lottizzato partitocratico per fare propaganda? A chi serve un siffatto servizio se non ai politici? Quelli di aprire “nun cianno voja” , caso mai dovesse passare di lì per caso la Trasparenza.

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  2. Auguro alla Rai di poter entrare nel cuore degli italiani, di utilizzare le critiche per crescere senza rimandarle sterilmente al mittente, come d’altronde dovrebbe fare ognuno di noi quando le riceve, ma per entrare nel cuore degli italiani ci vuole il 💓 della Rai ,che ad oggi stento a vedere
    Aggiungo che l’ imposizione del canone non è un buon biglietto da visita per il raggiungimento del mio augurio, perché l’ Amore vero non si impone, ma si guadagna sul campo

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      • In realtà commentare “fuori tema” in questi caso è d’ uopo, poichè si tratta di soldi pubblici spesi per edificare in una città che di una cosa soprattutto ha invece bisogno: verde pubblico…e poi meno traffico e inquinamento, altro che palazzoni, nuovi, per privilegiati del regime. Saluti.

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  3. Ma non è un po piccolino?

    O le proporzioni ingannano?

    Ma qui non dovevano fare una promenade sopraelevata pedonale?

    Quando aprono il mico lato parco nuovo portello?

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  4. Resta l’incognita sul settore di FieraMilanoCity prossimo a piazza Gino Valle, di fatto non coinvolto dal progetto RAI – mentre in precedenza pareva esserne il cardine – e a oggi sottoutilizzato per non dire dismesso nel tratto di Scarampo compreso tra la piazza e Teodorico (ex Terapia intensiva & ex centro vaccinale covid).

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  5. La fondazione sta perdendo un’occasione per valorizzare quell’area. Dovrebbero fare dei grattacieli, una parte occupata dalla RAI e gli altri piani li subaffittati a più aziende. Ci vedrei bene un enorme co-working specializzato per chi fa contenuti video in rete. Invece siamo tornati a fare i grattacieli bonsai, tutti modestini, con obiettivi da città provinciale quale siamo. Gli spazi non sono infiniti, quello che resta va sfruttato al massimo.
    La RAI quanto a lungo durerà? Ormai i giovani guardano pochissima tv e i vecchi prima o poi non ci saranno più. Ovviamente il canone RAI non lo toglieranno mai.

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    • La mentalità da provincia mi sembra quella col complesso di inferiorità da palazzo basso. Le grandi città che hanno grattacieli da ufficio più alti, fanno fatica a riempire sia quelli nuovi che quelli esistenti. La City di Londra è un caso lampante. Invece non vedo grattacieli a Copenaghen, Berlino o altre città nordiche.

      Nessuno sta investendo più in uffici di cui non hanno bisogno. Dopo la pandemia moltissimi ancora lavorano da casa, e compagnie che affittano spazi co-working stanno fallendo, nel caso di WeWork per la seconda volta. Come dici tu, se la RAI non durerà (spero il contrario, ma comunque la BBC e altre compagnie hanno gli stessi problemi) che senso ha costruire un nuovo grattacielo per ampliarne la sede?

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      • Ci avrei scommesso che la prima risposta avrebbe detto che la mentalità da provincia era in realtà il contrario. Londra avrà 11 nuovi grattacieli entro il 2030 e la domanda di uffici è aumentata del 25%.
        E il co-working di cui parlavo non c’entra proprio niente niente con WeWork. Né l’idea era di ampliare la sede della RAI. Una parte degli spazi li dai a loro e il resto lo metti sul mercato per altre aziende.

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  6. Viale scarampo è un’autostrada urbana a 9 corsie, e va ripensato. Deturpa una zona altrimenti destinata a cresere molto. Non aiuta che i padiglioni della fiera siano completamente chiusi a livello strada e che quella “geniale” creazione che è piazza Vittoria sia una colata di cemento senza uno straccio di verde e senza locali, negozi e servizi per chi ci lavora.

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  7. Quando sento, o leggo, la parola ” mercato”, parafrasando qualcun’altro, metto mano alla pistola.
    Il “mercato” ha creato “:
    lo schiavismo in USA
    l’impoverimento di 4 continenti
    il fascismo
    Il nazismo
    Il franchismo
    il salazarismo
    il colonialismo
    l’aarteid in SudAfrica
    3 milioni di comunisti trucidati in Indonesia
    la guerra di Corea
    la guerra in Viet Nam
    Pinochet in Cole
    Videla in Argentina
    la guerra in Agfanistan
    la guerra in Iraq
    le carestie neo terzo mondo
    la crisi climatica
    l’inquinamento de mari, dei fiumi e dell’aria
    gli architetti che sono fiinanzieri
    i fascisti che governano nel 2023 (se la democrazia fosse quella vera, fascisti e piduista sarebbero in galera)
    La RAI come una puttana
    E
    , dopo tutto questo, anche una nuova sede della RAI deve sottostare al mercato. BASTA!

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