Da qualche settimana sono state rimosse le ultime impalcature dalla Torre al Parco, il grattacielo residenziale sito in via Revere 2 Tra il Quartiere di Porta Magenta e il Parco Sempione (con l’affaccio sulla stazione Cadorna delle FN).
Spesso ci si sofferma a guardare alcune architetture moderne con fare sufficiente, sono lì, ci sembrano brutte e non mi interessano. Forse, come per la Torre Velasca, anche la Torre al Parco di via Revere 2, progettata dal grande Architetto Vico Magistretti (vero nome Ludovico, Milano 1920 – 2006), realizzata assieme a Franco Longoni e costruita tra il 1953 e il 1956, da molti è ritenuta un vero obbrobrio e da altri invece un eccellente palazzo verticale degno di essere menzionato tra le opere importanti di Milano.

A noi piace molto e anzi, rimane un esempio dell’architettura di quegli anni. Costruita ai margini del Parco Sempione, fu una scelta dei progettisti, quella dello sviluppo in altezza, per occupare soltanto una piccola parte dell’area a loro disposizione (450 mq sui 1.200 totali). La torre, impostata su una pianta a L, ospita due appartamenti per ciascuno dei suoi venti piani. I fronti, rivestiti in lastre di graniglia grigio-chiara, sono caratterizzati dalla sovrapposizione regolare delle finestre, delle balconate e dalla posizione variabile delle tende oscuranti di color rosso ruggine.
Una singolare scala a chiocciola con parapetto in muratura, visibile sulla sommità dell’edificio, consente l’accesso alla terrazza panoramica condominiale. Il pregevole atrio con ampie superfici vetrate è rivestito in pietra di serizzo e legno di faggio. Mentre nei tre piani interrati si trovano le autorimesse.

Nel progetto originario, l’intonaco delle facciate era stato previsto in un colore rosso e bruno molto scuro da realizzare attraverso un impasto a base di graniglia di porfido. La soluzione però non convinse la committenza, preoccupata che una simile scelta cromatica potesse scoraggiare l’acquisto degli appartamenti, destinati alla borghesia medio-alta. Il colore fu pertanto sostituito con un più comune grigio. Nel corso degli anni alcuni serramenti originali sono stati sostituiti. Il restauro appena effettuato ha riportato il colore delle lastre come un tempo, dove è possibile notare le varie gradazioni della granella grigia che movimentano così la facciata.















Milano – Porta Magenta, via Revere 2 > Torre al Parco (residenziale) (restauro) completata nel 1956
- committente: Liquigas Spa
- progetto architettonico originario: Vico Magistretti e Franco Longoni
- esecuzione: Impresa Gadola
- progetto strutture: Mario Guerci; Piero Papini
- progetto: Antonio Rongoni
- progetto del verde: Ignazio Vigoni
- direzione lavori: Gianmauro Oldrini
Restauro effettuato dalla ditta Belluschi 1911.













- Referenze immagini: Roberto Arsuffi
- Porta Magenta, via Vincenzo Monti, via Leopardi, via Venti Settembre, via Revere, riqualificazione, Vico Magistretti, Architettura
Torre al Parco: Ennesimo esempio della “lotta senza quartiere” tra architetti che progettano balconi e terrazzi e inquilini che regolarmente li chiudono.
India contro Milano !
Almeno ricolorare le tapparelle, tende, infissi dello stesso colore no ????
Siamo nel 2024, il Novecento si è chiuso da un quarto di secolo. Ha portato a compimento il percorso iniziato da Illuminismo e Rivoluzione Industriale. Che in 80 anni hanno plasmato e cambiato il mondo più di quanto abbiamo fatto i 2000 antecedenti..Un nuovo mondo. Con pregi e difetti. Un prima ed un dopo. Il popolino italico è fermo alla fine del 1700. Non ne ha ancora metabolizzato portata. Anche in arte ed architettura. Non dispone di chiavi di lettura. Esprimendo il giudizio della casalinga di Voghera.
Ma ricoprirlo di piante in stile boeri ?
Non ci vuole un genio, alberelli di Canfore ed edera sono piante sempre verdi.
Architettonicamente un progetto interessante per il tempo in cui fu fatto riuscito nella parte dell’alternanza vuoti pieni ma per quanto riguarda i balconi dove credo che le zone finestrate siano originali lo trovo comunque pessimo. I balconi e le verande danno un’idea di disordine e di trasandatezza più unica che rara
Lui l’avrebbe preferita tinta del suo rosso mattone, anche secondo me a regione in modo che la sagoma dell’edificio spiccasse meglio.