Milano | Urbanistica – Il PGT e i sogni nei cassetti dei municipi

Milano Urbanistica. A quanto pare Milano, nonostante tutto, continua a sognare e nei cassetti delle scrivanie dei municipi della città pare ci siano parecchi desideri da proporre e sperare che un giorno si avverino.

Alcuni di questi sono fattibili, altri forse, un po’ troppo visionari, come quello di trasformare il cavalcavia di viale Monte Ceneri nell’High-line meneghina, oppure le sponde del Lambro Meridionale (alla Barona, zona M2 Romolo e IULM) in passeggiate verdeggianti. Ma anche proposte più concrete, come le aree attorno ai vecchi caselli del dazio delle antiche porte, trasformati in spazi vivibili e in vere e proprie piazze.

Questi desideri stanno prendendo forma nell’Atlante dei quartieri, un nuovo strumento che un team di funzionari di Palazzo Marino sta sviluppando per integrare il nuovo Piano di Governo del Territorio, la principale guida urbanistica di Milano. L’Atlante rappresenta una mappa degli interventi prioritari da realizzare nei vari quartieri, con l’obiettivo di progettare lo spazio pubblico basandosi sulle reali necessità della città: servizi, piazze, aree pedonali, piste ciclabili, spazi verdi e altro ancora. La novità è che questo processo vede la partecipazione attiva dei Municipi, coinvolti per la prima volta nella pianificazione urbana. A differenza di precedenti documenti come gli Studi d’area, che erano semplici linee guida, l’Atlante ha forza di legge. Ciò significa che ogni intervento, pubblico o privato, dovrà rispettare le indicazioni contenute nel documento, poiché il PGT è vincolante.

Un esempio concreto: se una società vuole realizzare un progetto di rigenerazione urbana in un determinato quartiere e lì sono necessarie una nuova piazza, una scuola e una pista ciclabile, l’intervento dovrà includere queste opere come richiesto dall’Atlante, magari compensando con cessioni di aree o esenzioni da oneri. Questo approccio garantisce una progettazione più coerente della città e, allo stesso tempo, protegge il Comune da eventuali accuse di arbitrarietà, dato che le priorità sono state definite dai Municipi, che rappresentano gli organi di indirizzo e controllo del territorio. Sebbene l’Atlante sia ancora in fase di bozza, i Municipi hanno già inviato le loro proposte, alcune delle quali sono state già definite come prioritarie da Palazzo Marino.

Ad esempio il Municipio 1: qui si punta a migliorare la ciclabilità della circonvallazione interna e a sistemare il verde, come nel caso del parterre centrale di viale Majno, attualmente interrotto da barriere architettoniche e scarsamente illuminato di notte, o delle aree a ridosso dei vecchi bastioni che, sebbene siano aree verdi, non sono mai state considerate dai cittadini, come ad esempio l’area verde tra viale Monte Nero e via Lattuada, mai sviluppata come giardino, o ancora quella lungo viale Filippetti.

Ci sono poi piazze che, pur essendo definite tali, sono di fatto solo un intreccio di incroci e binari del tram: piazzale Aquileia, piazza Cantore, piazza Medaglie d’Oro, piazzale Baiamonti. Ogni quartiere ha il suo elenco di priorità, con due interventi che verranno scelti per essere realizzati per primi. Ad esempio, i residenti del Municipio 8 chiedono da anni la riqualificazione del cavalcavia di viale Monte Ceneri, con l’idea di trasformarlo in una grande passeggiata pedonale sopraelevata, ispirata alla High Line di New York. Chissà se questa volta sarà davvero possibile realizzarla. Un altro quartiere che sarà sicuramente incluso nell’Atlante è Rubattino, tra Lambrate e l’Ortica, dove la rapida urbanizzazione degli ultimi anni non è stata accompagnata da un adeguato miglioramento dello spazio pubblico e della viabilità, creando problemi di traffico che affliggono residenti e non.

Altra storia riguarda il parco agricolo Sud, dove si avverte un netto distacco con la città, una mancanza di continuità con gli altri parchi della zona, come il parco Bottoni (Vigentino), il parco Ravizza e le nuove aree verdi previste per compensare la riqualificazione del deposito ATM di viale Toscana. L’idea è di connettere questi spazi con percorsi alberati, pedonali e ciclabili.

Inoltre, si richiede una riqualificazione delle aree lungo il corso del Lambro Meridionale che attraversa San Cristoforo e la Barona. A ovest, ci sono piazza d’Armi e le aree che saranno raggiunte dai futuri prolungamenti della metropolitana (come la linea M1 fino a Baggio). E ancora più a ovest, piazza Axum e piazzale dello Sport, dove sono previsti interventi che potrebbero estendersi anche oltre quanto già pianificato, grazie agli oneri derivanti dall’ex trotto.

  • Referenze immaigni: Roberto Arsuffi
  • Urbanistica, progetti, futuro, viale Monte Ceneri, Viale Serra, Piazzale Cantore, Piazzale Baiamonti, Piazzale Aquileia
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6 commenti su “Milano | Urbanistica – Il PGT e i sogni nei cassetti dei municipi”

  1. Via largaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

    Non si può tagliare in due il centro storico in quel modo, non di può presentare torre velasca a con via larga attualmente un’autostrada a 6 corsie + parcheggi, esattamente a 50 m dal duomo.

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    • 👍👍👍👍🥁🤝👌👌👋👏👏👏👏👏
      APPLAUSI.

      Via larga è uno sfregio sul viso della città.
      Landa desolata come Cartagine rasa al suolo dai romani.

      Ci svegliamo o no?!

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  2. La pedonalizzazione della “sopraelevata” solo nel libro dei sogni. Nella realtà sarebbe una follia, con tutto il traffico dirottato ad intasare il viale sottostante.

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    • Le sopraelevate sono due, una può essere resa corsia preferenziale per la 90/91 e l’altra pedonalizzata (con pista ciclabile). In questo modo il traffico sottostante, vera piaga del quartiere, è incentivato a usare altri mezzi di trasporto.

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