Torino | Nizza Millefonti – Palazzo del Lavoro: trovato (forse) l’investitore

Al momento alcune indiscrezioni e niente di ufficiale, ma sembrerebbe che sia stato trovato l’investitore per la riqualificazione del Palazzo del Lavoro, l’opera di Pier Luigi Nervi e Gio Ponti, che versa in stato di abbandono ormai dal 2000. A distanza di quasi 2 anni dall’ultimazione del cantiere studio, col quale si era testata una possibile tecnica per la riqualificazione delle strutture metalliche di facciata esterne, l’edificio in C.so Unità d’Italia potrebbe aver trovato un “protettore”.

Nei giorni scorsi, infatti, la “sceicca” Al Mayassa bint Hamad Al-Thani – sorella dell’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani – sembra essere stata avvistata a Torino, insieme ad una delegazione del Qatar, proprio con l’obiettivo di valutare la ristrutturazione del Palazzo del Lavoro. La donna sembra essere molto sensibile al tema dell’arte e potrebbe usare il fondo Vision 2030 – creato dell’emirato qatariota per incentivare cultura, innovazione e arte attraverso investimenti mirati – per finanziare i lavori di trasformazione dell’opera di Nervi.

Le indiscrezioni sembrano suggerire che la “sceicca” potrebbe investire 500 milioni di euro – a fronte dei 200 milioni stimati da Cassa Depositi e Prestiti (l’attuale proprietario dell’immobile) – per la totale ristrutturazione e riconversione d’uso che, stando alle voci non ufficiali, potrebbe diventare un nuovo spazio espositivo a tema d’arte, con diverse aree adibite a formazione e ricerca in ambito medico e sanitario. Quest’ultime, infatti, potrebbero lavorare di concerto con la Città della Salute, progetto previsto accanto alla Torre Regione Piemonte e non lontano dal Palazzo del Lavoro.

Una buona notizia, sembra, che finalmente potrebbe far ripartire il progetto, a lungo discusso negli anni scorsi, senza però arrivare a conclusioni definitive. Si era previsto, infatti, di poterlo convertire a centro commerciale (idea poi abbandonata, dato che la zona è già “satura”), poi a Museo dei Musei e perfino a spazio per nuove start-up, come suggerito da Fondazione Compagnia di San Paolo. Proposte fin’ora rimaste sempre sulla carta. Il denaro qatariota, invece, potrebbe essere la svolta per far rinascere un prezioso pezzo di storia e architettura di Torino – perfino protetto dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Lascia un commento