Piazza Sant’Antonio, oggetto della nostra breve analisi. |
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Nella foto, particolare dei resti della chiesa di Sant’Antonio, oggi scuola di danza. |
Siamo nella zona dell’antico Consolato della Seta, non lungi dalla chiesa di Santa Maria dell’Aiuto, per l’esattezza in un cortiletto privato che si affaccia sulla piazza Sant’Antonio e si addossa alla casa in cui nacque, nel 1796, il celebre compositore Giovanni Pacini. La piazza prende il nome da un estinto tempietto barocco, a lungo degradato da una orribile saracinesca e da qualche tempo convertito a “tempio della danza”.
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Giovanni Pacini, quasi indispettito dalla presenza dei popolani abiti stesi da un balcone all’altro della sua antica dimora. |
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La casa in cui nacque Giovanni Pacini. A lato, oltre la salitina, la cancellata delle Terme. |
La strada che vi giunge da est ci ricorda che il sito era noto anche come Case Sapuppo, un piccolo agglomerato di case “terranee e solarate” di proprietà della prestigiosa famiglia che gliene dava il nome, presente a Catania dalla fine del Cinquecento (Antonio, di Giuseppe ed Emanuela Asmundo, otterrà dal primo luglio 1920 il titolo di Conte dal re d’Italia Vittorio Emanuele III).
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Pianta delle Terme (da MG Branciforti, ‘Da Katane a Catina‘, in Tra lava e mare – atti del Convegno, 2010, p. 236) |
Del sistema termale di particolare rilievo appare essere il vano quadrato del frigidario, misurante 19,25 palmi per lato, pari a poco meno di 5 metri. Ad esso si giungeva mediante tre rampe di scale in buono stato, situate nei tre lati sud, est e ovest. A sud si accedeva ad un’ampia camera in parte coperta dalla dispensa della casa Sapuppo, a ovest si accedeva al laconico interpretato quale corridoio di accesso ad un ipotetico secondo piano della struttura, mentre ad est il vano quadrato era messo in comunicazione con l’ampio salone a pilastri identificato come calidario. I pilastri separavano alcuni ambienti di cui se ne può solo intuire la planimetria.
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Veduta delle Terme, al di sotto della struttura vitrea. |
La struttura, circondata e soffocata dagli edifici moderni, si trovava in pessime condizioni di degrado quando alla fine degli anni ’90 si procedette alla riqualificazione della piazza di Sant’Antonio. In tale occasione si procedette alla sistemazione di una discutibile – e per nulla apprezzata dai residenti – struttura in ferro e vetro a “protezione” degli scavi. Tale struttura avrebbe permesso la visibilità delle terme da un percorso ad anello con pavimenti trasparenti, non fosse altro che non essendoci protezione le lastre hanno da tempo perso lucentezza. Come se non bastasse, inoltre, le condizioni non consentono la visita ai disabili, nonostante la lunga scivola che giunge all’ingresso il quale è – manco a dirlo – eternamente chiuso.
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La nostra provocazione per il controllo degli insetti. |
Al lavoro di pulizia si può aggiungere l’inserimento di bat-box, donate da associazioni volontarie, per incrementare il numero dei piccoli mammiferi spazzini, capaci di mangiare oltre 2000 insetti per notte ad individuo. Tali soluzioni renderebbero il sito un importante punto non solo per il turismo, ma anche per il monitoraggio dei chirotteri, animali sempre più rari nelle realtà urbane.