Non solo esternamente l’antico Palazzo della Ragione cade a pezzi, ma anche internamente è ridotto ormai in condizioni pessime. Fu il secondo broletto di Milano e fu il cuore pulsante della vita della città fin dall’anno della sua costruzione nel 1233, quando fu eretto per volontà del podestà Oldrado da Tresseno e quindi utilizzato per molti secoli, fino addirittura al 1776.
Divenuto sede degli archivi notarili nel 1773, durante il regno dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, per incrementate esigenze di spazio fu completamente rinnovato ad opera dell’architetto Francesco Croce, che murò le trifore medievali e sopralzò l’edificio realizzando degli ampi finestroni ovali, riducendolo così ad un ibrido in stile neoclassico e romanico.
Intorno agli anni Settanta del secolo scorso l’archivio notarile venne trasferito e si cominciò a parlare di un possibile ripristino delle forme antecedenti al sopralzo teresiano, considerato largamente estraneo alla struttura e, peraltro, di nessun valore storico. A ciò si aggiungeva anche la necessità di interventi straordinari per seri problemi legati alla staticità dell’edificio.
L’intervento di alcuni architetti, soprattutto di Marco Dezzi Bardeschi, mise in sicurezza la struttura e, nel 1978, si procedette alla risistemazione. Si curò il consolidamento strutturale e si apportarono fondamentali modifiche per garantirne la funzionalità, come la realizzazione degli impianti termici, il rifacimento della pavimentazione e l’inserimento della scala di sicurezza (1986), intervento quest’ultimo oggetto di aspre critiche a seguito del rifiuto dell’architetto di operare un mimetismo stilistico.
E’ mai possibile che nella nostra città i già pochi tesori di forte valore storico su cui possiamo contare vengano trattati con così poco rispetto?
