Rimarreste sorpresi se voleste cercare la chiesa di San Giovanni in Conca: infatti non c’è più o quasi, essendo stata smembrata in più pezzi e sparsa in vari punti della città.
Sul luogo dove si trovava, piazza Missori, è rimasta solo una porzione di abside salvata nel 1949 quando la chiesa venne definitivamente demolita per far posto ad una strada che comunque rimase incompiuta. La porzione dell’abside che possiamo vedere è formata dal pezzo di muro in mattoni forato da tre monofore, quella centrale a strombo mistilineo, le laterali a strombo semplice, e parte del coronamento a fornici, oltre alla bellissima cripta romanica sottostante di antichissima origine.
Incredibile come un edificio così importante e ricco di storia come la basilica in questione nel corso del tempo sia stata sminuita fino a sparire quasi completamente, anche in tempi non troppo lontani.
La storia della chiesa va riportata agli albori della storia milanese: dentro le mura romane della città, in questo luogo dove si trovava in origine una ricca abitazione, della quale si conserva solo un frammento di pavimento a mosaico (nel 1881 scavi archeologici avevano investigato l’area della navata in demolizione, rinvenendo pavimenti musivi policromi assegnati al III secolo, tra i quali uno con elementi figurati), venne costruita una basilica nel V-VI secolo, all’epoca dei primi paleocristiani dedicata a San Giovanni; l’appellativo “in Conca” le vene dato probabilmente per l’avvallamento del terreno che declinava verso il laghetto che si trovava dove ora c’è via Larga.
Devastata dal Barbarossa nel 1162, venne successivamente restaurata nella seconda metà del Duecento. Venne suddivisa in tre navate con colonne cilindriche per le prime 4 campate e cruciformi, con semicolonne in senso longitudinale, i due successivi. La navata era coperta a capriate, mentre le campate laterali rettangolari erano voltate a crociera. I pilastri compositi dell’incrocio reggevano una più alta volta a crociera nascosta da un tiburio quadrato.
Un ampio rosone traforato in marmo bianco sovrastava il portale centrale ad arco a tutto sesto con lunetta e forti strombature a colonnina laterali. Sopra al rosone si trovava una monofora a nicchia con una scultura al centro, mentre ai lati si aprivano due piccoli rosoni sormontati da due finestre a cielo.
Nel 1500 vennero aperte due porte e due finestre classiche che rovinarono la bella facciata medievale. Infine il Colla nel 1800 restaurò la facciata riportandola all’aspetto antico.
L’opera collocata dietro l’altare maggiore, doveva incutere un certo timore e fare una grande impressione, visto che era ricoperta d’oro e appariva anche molto ingombrante, al punto che nel 1500 l’arcivescovo Carlo Borromeo ritenne che la collocazione del monumento fosse blasfema e lo fece spostare nella navata laterale.
Sempre nel 1300 nella cripta venne eretto un monumento funebre a Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti realizzato da Bonino da Campione.