Come spesso facciamo, ci occupiamo di chiese meno importanti sparse nel territorio cittadino. Di solito sono edifici che comunque hanno una certa importanza architettonica o artistica. Questa volta parliamo della chiesa di Santa Maria del Rosario, un pasticcio vero e proprio, realizzato all’inizio del Novecento. Un pasticcio perché è stata realizzata con uno stile che è indefinibile, prendendo spunto e ispirazione da più parti mettendole insieme senza un vero criterio. A stridere su tutto sono le finestre e gli archi ogivali uniti con i soffitti a cassettoni, come mettere assieme il gotico e il barocco senza creare nulla di effettivamente bello. L’intento dell’architetto, il sacerdote don Enrico Locatelli, Parroco di Vergiate, pare fosse il romanico lombardo, in voga in quegli anni, ma senza copiarlo e senza creare qualcosa di eccezionale, anzi uscendo dai canoni mischiando appunto elementi che assieme stridono un po’.
Quando venne realizzata la chiesa, la zona era ancora estrema periferia, per giunta il quartiere era già soffocato dalle prime fabbrichette lungo la via Savona e Tortona, prossime alla ferrovia di Porta Ticinese (oggi Genova). Infatti la ferrovia circondava completamente la zona su ogni lato, a est lo scalo del bestiame (l’odierno Parco Solari) a ovest la tangenziale ferroviaria che portava allo scalo della stazione di Smistamento (l’odierno Parco Guido Vergani) e il Sempione. A sud la ferrovia per Mortara e il Naviglio Grande. Poco lontano scorreva ancora l’Olona e la Cascina Lunga era uno dei molti insediamenti rurali prossimi a sparire.
Il momento per l’avvio alla creazione della parrocchia fu quando in via Solaro (oggi Solari) furono costruite nel 1905 le nuove case popolari della Società Umanitaria progettate dall’architetto Giovanni Broglio e in cui trovarono alloggio circa 1000 persone. Subito fu necessaria la costruzione di un nuovo tempio che potesse ospitare i nuovi fedeli che si aggiungevano nel quartiere. Così nello stesso anno viene stipulato un “Compromesso Notarile” relativo alla donazione del terreno non lontano dalle case della Società Umanitaria, in una piazzetta lungo la via Solari, per la costruenda Chiesa da parte del Sig. Ferdinando Valerio.
Già il 7 gennaio 1907 il Cardinal Ferrari benediceva una piccola cappella in muratura sul luogo dove sarebbe sorta la nuova chiesa. La Chiesa fu dedicata fin dagli inizi alla Vergine del Rosario, forse il nome fu scelto perché in Milano non esisteva ancora nessuna Chiesa con questo titolo.
Si pensò da subito alla nuova costruzione e inizialmente venne affidato all’architetto Arpesani, ma il progetto essendo sembrato troppo complicato e poco felice non fu accettato. Così fu l’architetto sacerdote don Enrico Locatelli, Parroco di Vergiate a proporne uno più semplice che fu accolto e che sarebbe poi stato eseguito dal capomastro Paglia.
Subito si cercarono i soldi per l’erezione della chiesa, ma si dovette giungere al 1910 per poter assistere, il 3 settembre 1910 al momento in cui il Cardinal Ferrari benediceva la prima pietra. I lavori proseguirono con lentezza per mancanza di fondi e si giunse così al 1914, anno dell’inaugurazione.
Il poco felice disegno, come dicevamo, è dovuto all’architetto Don Locatelli, ha una pianta a croce latina. Esternamente si presentava come oggi: un falso romanico lombardo, quasi gotico, in mattoni molto a rustico, con la facciata scandita da lesene e tre porte corrispondenti alle tre navate, rimasta incompiuta per anni. Al centro sopra la porta principale, si trovava in origine un piccolo rosone, sostituito con la nuova facciata da una vetrata ogivale.
L’interno è a tre navate e sostenute da colonne possenti con stucchi di finto marmo, che reggono archi a tutto sesto, uno degli elementi adottati che stridono terribilmente col resto della chiesa. Il transetto è sorretto da quattro pilastri. La navata centrale e il transetto si alzano per un secondo piano, sostenuti da mezze colonne con basamenti e capitelli istoriati, di ordine corinzio. Il soffitto è a cassettoni di muratura. La navata maggiore, fino al transetto, è divisa in quattro campate. Sconnessa è la concezione architettonica del presbiterio e del coro. La luce entra abbondante per 13 finestre rettangolari ad arco acuto, nell’ordine inferiore e per 22 finestre circolari nella parte superiore.
Mancavano le belle vetrate che, più tardi, sarebbero state eseguite dal pittore Albertella (realizzazione della Ditta Brusotti). Le Cappelle agli estremi del transetto non erano ancora state decorate, ma soprattutto mancavano l’Altar Maggiore e la Balaustra.
Essi furono donati in occasione dell’inaugurazione il 25 Ottobre 1914 dal Sig. Coppa mentre, nella stessa occasione, mons. Pasini donava la statua bronzea della Vergine del Rosario. Sono gli stessi elementi che vediamo tuttora nel presbiterio, sebbene diversamente situati.
L’altar Maggiore e la Balaustra, eseguiti in marmo, recano motivi decorativi in bronzo a rilievo: le quattordici formelle della Balaustra, che si alternano a nicchie con piccole statue di Angeli, rappresentano i Misteri del Rosario. Notevole la lunetta-paliotto dell’Altar Maggiore che rappresenta “il Cristo che istituisce l’Eucaristia”. Sull’altare si trovano tre statue in bronzo, a sinistra San Domenico di Guzmán, a destra Santa Caterina da Siena e al centro la statua della Vergine che domina tuttora il gruppo dell’Altare, del cesellatore Radaelli.
Nel 1918 la chiesa è elevata a Parrocchia Prepositurale. Sempre in quegli anni vengono affrescate le due Cappelle laterali: quella di sinistra dedicata al “Sacro Cuore” (Apparizione a Santa Margherita) dal pittore Morgari e quella di destra, dedicata alla “Sacra Famiglia”, dal pittore Albertella (oggi modificate). La via crucis e di bronzo eseguita dal Radaelli. Mentre vengono affrescate molte pareti dal Morgari.
In questi anni fra il 1918 ed il 1921, come risulta dai “Bollettini Parrocchiali”, si raccoglievano i fondi per la costruzione del Campanile, che era stato iniziato nell’aprile 1921. Il Campanile, dedicato alla Madonna viene terminato nel 1924.
Si arriva alla Seconda Guerra Mondiale che anche qui colpisce indiscriminatamente raggiungendo anche la chiesa che viene seriamente danneggiata nell’abside e nel transetto sinistro. Nel 1949 si inizia a riparare la chiesa dai danni bellici.
Finalmente nel 1952 la facciata venne completata. Tolto il piccolo rosone pseudo-romanico, vennero aperte le tre grandi vetrate che tuttora si trovano sopra le porte. Esse si staccano completamente dalle altre già esistenti: di stile moderno, furono eseguite da “Ars Fontana” su disegno del pittore Luigi Vianello. Al centro è rappresentata la Vittoria di Lepanto con la Vergine nella gloria, ai lati i Santi Domenico e Santa Caterina. I pilastri del transetto furono rivestiti di marmo e successivamente fu iniziato il rinnovamento della Canonica. Furono anche rinnovati i confessionali. Nel 1953 nell’abside venne realizzato il grande organo che forma lo sfondo all’altare.
Negli anni Sessanta si decise di tinteggiare in chiaro l’interno della chiesa, perdendo completamente molte decorazioni oramai ridotte male dopo le bombe della seconda guerra mondiale.
Nel 1970 la cappella di sinistra fu completamente rinnovata. Al posto dell’Affresco del Morgari che rappresentava “il Cuor di Gesù che appare a Santa Margherita” (1918) e che rimase danneggiato dalle bombe, fu realizzato il mosaico del “Sacro Cuore” opera del pittore G.L. Uboldi (Ditta Peresson).
Seguendo le nuove norme liturgiche, l’Altar maggiore fu completamente restaurato e portato in avanti, con la mensa rivolta ai fedeli. Due amboni laterali sostituirono il Pulpito, che scomparve.
Nel 1977, in memoria del Concilio Vaticano II, furono eseguiti i mosaici esterni, posti nelle lunette sopra le tre porte. (Pittore G.L. Uboldi-Ditta Sgorlon).
Nel 1995 viene realizzato il mosaico del “Battesimo di Gesù”, presso il Fonte Battesimale che nel frattempo era stato spostato nella cappella di destra, staccando l’affresco della “Sacra Famiglia”, dal pittore Albertella e ponendolo a lato. Sempre in quegli anni viene realizzato, nel 1997 il mosaico sopra l’Altare maggiore.
Per finire nel 2007 viene realizzato il nuovo portale della chiesa, opera di don Marco Melzi, della Scuola Beato Angelico. Tra il 2007 e il 2008 vengono anche restaurati il campanile e la facciata della chiesa.
L’interno della chiesa.
Transetto sinistro con l’altare del Sacro Cuore
Il transetto destro con l’altare della fonte battesimale
Il grazioso affresco staccato della “Sacra Famiglia”, dal pittore Albertella e riposto nel nuovo altare a lato del transetto.
Di seguito altre opere che si trovano nella parrocchia.
Preciso, dettagliato, ricco. Ottimo articolo!
è la nostra parrocchia, ci piace così!!!! 🙂
Sono nato in questa parrocchia 66 anni fa.
Certamente è una sovrapposizione di stili, ma proprio per questo è bellissima.
Un luogo vivo che ospita una comunità in cammino.
Vivo da parecchio tempo all’estero, ogni tanto chiudo gli occhi entro in chiesa e prego.
Grazie per le foto che ho scaricato
Bellisdima