In via Antonello da Messina, all’angolo con piazzale Diego Velasquez e via Rembrandt, e a due passi dalla graziosa chiesa di Chiesa Santa Maria degli Angeli e S.Francesco, nel 2012, dopo la riqualificazione della via, venne creata una grande aiuola di cespugli (probabilmente Agrifoglio del Giappone – Ilex crenata). Peccato, che come al solito, questo genere di cespugli, bello e riempitivo, di solito, se non ben mantenuto, diventa un “pettine” per le immondizie svolazzanti per colpa del vento e degli incivili. Così, come si vede dalle immagini che alleghiamo, tra i rami dei cespugli troviamo di tutto, da fazzoletti di carta a sacchetti delle patatine, dalle bottiglie di vetro alle lattine.
Ma il problema fosse solo questo, in un punto si trova un passaggio tra i cespugli che permette l’accesso ad un tombino. Vi risparmiamo nel dirvi cosa si trova in quel “meandro” vegetale, dove qualche personaggio lo utilizza come latrina.
Insomma, spesso ci troviamo a domandarci perché i giardinieri comunali si ostinino ad inserire cespugli in certi luoghi quando anche un semplice “prato” basterebbe per essere bello a vedersi.
Pure in piazza Oberdan…
ma mettetecelo un muretto di confine!
Caro Urbanfile, il problema non sono i cespugli ma la carente manutenzione garantita dalle imprese che hanno vinto il bando del comune. Nei posti molto frequentati il passaggio degli addetti alle pulizie deve essere semplicemente più rapido, se serve anche tutti i giorni e non una volta ogni tanto. E’ evidente che se il passagio è quindicinale o mensile, la sporcizia si accumula. Quanto ai prati il costo unitario per la manutenzione di un metro quadro lasciato a prato è più elevato rispetto a quello di uno spazio con arbusti. Inoltre, da un punto di vista ecologico, la presenza di arbusti in città aumenta il grado di naturalità dell’ambiente e noi, come ovvio, di naturalità abbiamo un gran bisogno. Il verde lasciato a prato ha invece un basso livello di naturalità.