E’ stato curato dalla società di progettazione Il Prisma il progetto di rinnovo del palazzo di Gio Ponti in via Santa Maria Segreta 5 al Cordusio, che ospiterà gli uffici della compagnia assicurativa Itas. L’edificio è un manufatto di pregio ed è identificato da una sua specifica scheda che lo colloca in area Naf (Nuclei di antica formazione), nel Piano di Governo del Territorio (al n. 1/407/4). Si tratta dunque di un palazzo di valore storico-architettonico sul quale Il Prisma ha avuto la possibilità di intervenire grazie alle competenze e all’esperienza nell’ambito degli interventi urbanistici su Beni culturali tutelati dalla Commissione del Paesaggio.
Foto – Lorenzo Bartoli per Saint-Gobain Gyproc Foto – Lorenzo Bartoli per Saint-Gobain Gyproc Foto – Lorenzo Bartoli per Saint-Gobain Gyproc
Austerità, classicità, controllo degli accessi caratterizzavano nella fase di concezione il progetto originale (di Gio Ponti ed Emilio Lancia nel 1931) dell’edificio costituito da un unico corpo di fabbrica, sviluppato su cinque piani fuori terra di cui l’ultimo arretrato rispetto alla cortina principale. Uno stile perfetto all’epoca per banche e assicurazioni. Negli anni della ricostruzione post bellica (1946-50) la facciata subì interventi pesanti per adeguare lo stabile alle nuove esigenze e così perse l’elegante prospetto del livello strada dove si trovavano quattro finestre munite di davanzale e di un geometrico timpano, oltre all’elegante ingresso principale ad arco a tutto sesto decorato da sculture dell’epoca, come vediamo nei disegni qui di seguito. Al loro posto vennero aperte delle lunghe finestre vetrina ed eliminata l’entrata principale, senza alcun rimorso.
Il palazzo dopo l’inaugurazione 1931 Disegno per l’ingresso La parte stravolta negli anni 50, dove vennero aperte nuove vetrine al posto delle finestre
Oggi, invece, le linee guida della riprogettazione sono l’apertura, le relazioni, la disponibilità a farsi attraversare per avviare processi in positivo nei luoghi del risparmio e investimento. Il Prisma ha reso perciò più trasparente e luminoso l’immobile. Le aperture del piano terra sono diventate vetrine, la sobria facciata ha integrato il brand del conduttore, le coperture non calpestabili sono state trasformate in terrazze e punti di vista sulla città. Dal nuovo volume in cima all’edificio, adibito a board-room, si potrà osservare lo skyline della Milano che cambia al di sopra della città storica.
Ai piani superiori si trovano gli spazi dedicati alla produzione individuale organizzati in open space e uffici chiusi. Il progetto de Il Prisma ha cercato di generare un delicato squilibrio utile ad accogliere le nuove dinamiche lavorative del Gruppo Itas, scardinando in parte l’austerità con l’uso consapevole di materiali contemporanei e scelte tipologiche che creano una rottura con lo stile passato, ma allo stesso tempo si pongono in continuità con linee e forme preesistenti. Grandi campiture vetrate e finiture in lamiera metallica, sagomata e forata a campione, sono gli elementi che matericamente definiscono l’intervento.
Dal punto di vista dei benefit energetici e funzionali, tutti gli impianti sono stati sostituiti con sistemi di nuova generazione ed è stato realizzato un capotto interno in tutto il perimetro dell’immobile. Gli efficientamenti impiantistici e formali hanno generato vantaggi che portano l’immobile alla massima capacità performativa.
Progettista: Il Prisma
Cliente: Gruppo Itas
Dove: Via Santa Maria Segreta, 5 Milano
www.ilprisma.com
Ma anche in originale il colore del livello strada era grigio topomorto piccione con la lectoplasmosi?
…
@WF trattandosi di pietra naturale e non d’intonaco, direi proprio di sì.
E va be, potevano sempre utilizzare un marmo verde del Paraguay o uno blu del Brasile o rosa del Portogallo, ste diset wf?
Magari dal vivo è meglio… però…
I piccioni ringraziano.
Che trsitess
Era la sede di una Banca progettata 90 anni fa. Non si può pretendere fosse più di tanto fricchettona.
Il rimorso avrebbero dovuto averlo. Tutti matti nel 60
non hanno neanche risparmiato la roba degl’anni 30!!! per non parlare di tutto il resto distrutto di tutte le altre epoche. spaventoso
Magnifici insuperabili Anni Trenta (in fatto di architettura)
Senza rispetto invece gli interventi post bellici che almeno i timpani al piano strada potevano risparmiarli